La Tunisia è uno di quei paesi che ti entra dentro e ti resta nel cuore. Ci sono tornata per la terza volta nell’ultimo anno e ci ritornerei all’infinito. I suoi colori, i suoi profumi, il calore delle persone sono qualcosa di indescrivibile e mettere qui nero su bianco le emozioni che ho provato mi è davvero difficile.
Arrivare nel deserto del Sahara in 4×4 attraversando villaggi Berberi ed Oasi è un’esperienza unica!
Già quando sono tornata dal mio primo viaggio nel Nord della Tunisia lo scorso marzo vi avevo parlato di mal d’Africa, poi sono stata Djerba per il pellegrinaggio della Ghriba lo scorso aprile ed è stato molto suggestivo.
Questa volta mi sono diretta invece a Sud del Paese alla scoperta della magia del Deserto del Sahara e me ne sono praticamente innamorata!
Ero già stata nel deserto roccioso del Dahab in Egitto e sulle dune di Maspalomas in Gran Canaria, ma arrivare alle porte del Sahara e vedere le distese immense di sabbia finissima color arancio è un’emozione davvero indescrivibile!
Anche perchè il Sud della Tunisia non è solo deserto, o meglio, non è deserto inabitato. Partendo da Djerba si attraversano diversi villaggi Berberi di Medenine e Matmata, il deserto roccioso di Beni Kheddach, varie oasi ed accampamenti beduini per un viaggio alla scoperta di popoli e culture completamente diverse dalla nostra.
Sono partita il giorno successivo al mio compleanno, da Milano Malpensa per Djerba, l’isola a sud della Tunisia dove ero già stata l’anno scorso, pernottando all’Hotel Fiesta Beach all inclusive, davvero molto bello ed accessoriato.
Da lì la mattina successiva ci siamo svegliati all’alba e siamo partiti per un’emozionantissima escursione nel deserto a Sud della Tunisia alla scoperta dei villaggi Berberi scavati nelle rocce, il deserto del Sahara, gli accampamenti beduini, le oasi nel deserto ed il deserto roccioso…
Un viaggio emozionantissimo ed avventuroso vissuto in jeep 4×4.
Per chi vuole visitare il sud della Tunisia, l’aeroporto dell’isola di Djerba è quello più vicino.
Djerba è la più grande isola dell’Africa mediterranea situata nel golfo di Gabès nel sud-est della Tunisia. Non è grandissima (poco più di 500 kmq, circa il doppio dell’isola d’Elba), ma da lì partono i traghetti per raggiungere la zona continentale a sud del Paese, collegato anche con una vecchia strada romana costruita su una secca d’acqua.
Dall’estremità più a sud di Djerba, abbiamo preso il traghetto per Zarzis e lì ci siamo diretti verso Beni Kheddach facendo una sosta a Medenine.
Medenine
Medenine è la principale città della Tunisia sudorientale ed, essendo domenica, era giorno di mercato. C’era tantissima gente per strada e sembrava una gran festa.
La città è situata nel mezzo della Gefara tunisina ed è capitale del governatorato omonimo sulla strada principale per la Libia. Nella cittadina sono presenti i famosi Kasar berberi, dei tipi di granai a forma semicilindrica, chiamati ghorfas, che risalgono al XVII secolo che un tempo servivano per approvvigionare le tribù.
Nel periodo pre-coloniale Medenine era già il più grande centro commerciale del Sahara, e richiamava mercanti da tutto il Nord Africa e persino dal Bornu.
Beni Kheddach
Giusto il tempo di scattare qualche foto e poi dritti verso Beni Kheddach a tutta velocità, attraversando le montagne e vedendo come il paesaggio cambiava man mano passando da zone sempre meno abitate fino al deserto roccioso, attraversando zone montane popolate solo da tende di pastori con le pecore. Abbiamo chiesto alla nostra guida se i pastori vivessero lì nelle tende, ma ci hanno detto che pernottano lì solo quando le portano a pascolare, dandosi poi il cambio gli uni con gli altri.
Siamo poi arrivati al punto più alto di Beni Kheddach , dove c’è una veduta mozzafiato su tutta la vallata di deserto roccioso sottostante. Da lì sopra si avvertiva quasi un senso di infinito: bellissimo!
Oasi di Ksar Ghilane
Abbiamo proseguito poi verso l’Oasi di Ksar Ghilane attraverso le piste berbere e le dune di sabbia in 4×4. Ci si arriva attraverso la strada del petrolio che che collega Matmata con Douz, che è stata di recente asfaltata facendone perdere parte del fascino, ma rendendo più agevole l’arrivo all’oasi situata nel bel mezzo del deserto del Sahara. I primi chilometri di pista sono devastanti: attraversando il deserto roccioso e le piccole dune di sabbia si subisce un effetto quasi frullatore e si viene sballottati sulla jeep, sono arrivata all’oasi on la schiena a pezzi a ne è valsa davvero la pena!
Arrivarci dà davvero quella sensazione di miraggio che si vede spesso nei film ambientati nel deserto. All’improvviso il paesaggio desertico di sabbia color ocra cambia lasciando spazio ad una piccola zona di alberi e vegetazioni che circondano un piccolo laghetto di acqua tiepida che dà vita a tutta l’oasi e nel quale è possibile fare il bagno.
L’alloggio nell’oasi è gestito dall’organizzazione dello Yadis Camp, che consente di pernottare in grandi tende fisse dotate di ogni comfort, in pratica un albergo tendato. Si può persino fare il bagno in una stupenda piscina-laghetto contornata da palme altissime. Non ci crederete, ma ci sono anche i bagni in muratura con tanto di doccia. Un pò come andare in campeggio: si pernotta nelle tende e si vive all’aria aperta, con la differenza che ci si trova nel bel mezzo del deserto del Sahara circondati da beduini, dromedari e palme.
Accampamento Zmila
Giusto il tempo di una sosta in bagno e poi dritti per altri 17 km di pista lungo le dune del deserto fino all’accampamento Zmila per un vero pranzo da beduini, un accampamento a 20 km a sud dell’oasi di Ksar-Ghilane, alle porte del grande Erg-Orientale, immersi tra maestose dune di finissima sabbia rossiccia del Sahara, poco conosciuto al turismo dei più.
E’ stata un’esperienza pazzesca! Ho camminato lungo le finissime dune, fatto colare la sabbia finissima dalle mie mani, avvertito il vento tra i capelli e girarmi intorno e vedere al di là delle tende dell’accampamento beduino solo sabbia, sabbia e sabbia…
Il deserto è un’esperienza meravigliosa: ti pone di fronte al nulla, all’infinito, ti parla, ti dice le cose che non vuoi sentire… parla al tuo cuore, te lo fa aprire….
Persa tra i miei pensieri e con il cuore pieno di gioia, abbiamo bivaccato lì tra i beduini ascoltando storie meravigliose di notti sotto le stelle, escursioni ed avventure mozzafiato…
Sarei rimasta lì qualche giorno, ma il nostro programma era molto serrato e prevedeva ancora tante altre sorprese.
Tamezret
Dopo pranzo, immancabile il the caldo alla menta, e poi di nuovo in pista direzione Tamezret per una pausa per una vista panoramica. Lì ho conosciuto un signore berbero dagli occhi azzurissimi che mi ha regalato una rosa del deserto. La rosa del deserto è una formazione sedimentaria comune nei paesi desertici. Di colore che sfuma dall’arancione al giallo-ocra è un aggregato di cristalli di gesso che si forma in ben determinate condizioni ambientali e climatiche dalla forma di una rosa.
Matmata
Ultima tappa del nostro avventuroso tour nel deserto è stato il villaggio di Matmata. Abbiamo visitato prima una casa trogloditica, un’arcaica abitazione ricavata all’interno di un grottone naturale dove si rifugiavano i berberi per nascondersi tra le montagne e proteggersi da eventuali attacchi, per concludere poi con la visita dell’hotel Sidi Idriss dove è stata girata una parte del famoso film «STAR WARS».
Matmata è un villaggio che si incontra prendendo una deviazione da Gabès, il porto più vicino a Djerba. Questi luoghi sono famosi per la presenza di alcune “case trogloditiche” infossate scavate nella roccia. A volte sono difficili da individuare, perché sono nascoste dietro edifici moderni nell’abitato del villaggio.
Le case sono aperte ai visitatori. Sono ricavate in grosse fosse profonde 7-8 metri il cui fondo fa da cortile. Nella roccia si trovano la cucina, le stanze da letto, locali per il lavoro (p. es. per la molitura del grano). Ogni stanza è in una fossa diversa con porte realizzate con il tronco delle palme.
I berberi sono davvero ospitali. Gli abitanti della casa trogloditica visitata sono stati davvero gentilissimi. Ci hanno subito preparato il the, una squisita focaccia di farina d’orzo, olio e miele e la Chakchouka, una specie di peperonata realizzata con melanzane, zucchine, peperoni rossi e verdi, cipolle, pomodori, spicchi d’aglio, olio d’olia, rametto di timo, foglia di alloro, sale e pepe…davvero da leccarsi i baffi!
Nelle case trogloditiche non mancano il locale per la televisione, i pannelli solari per la fornitura di energia e nemmeno la parabola satellitare. Al momento non ci si fa caso, dopo però si rimane perplessi.
Alcune case sono state adattate ad albergo. Il più famoso è l’hotel Sidi Idriss, che abbiamo visitato subito dopo, che è stato il set per gli interni della casa di Luke Skywalker all’inizio di guerre Stellari. Ci si può sedere e mangiare nel punto esatto in cui Luke cena con sua zia e suo zio. La corte principale è stata usata anche nel secondo antefatto, e la maggior parte del set si trova ancora lì.
Siamo poi ritornati a Djerba via Toujane, Medenine percorrendo il ponte romano che collega Djerba alla Tunisia, lungo circa 6 km.
Se le foto ed il mio racconto non sono riuscite a trasmettervi tutte le forti emozioni provate, ecco qui anche il mio video: