Il legame di Napoli con Maradona è inspiegabile.
Un amore nato nei primi anni 80 quando il giocatore argentino arrivó per la prima volta nella città partenopea, ferita ed impoverita dal terremoto dell’80, come una divinità che in poco tempo ha fatto mettere da parte tutte le difficoltà e sognare in grande: il primo scudetto, la coppa Italia…
Per molti napoletani Maradona è sempre stato uno di famiglia, un napoletano, colui che ha reso Napoli e il Napoli importante. La rivalsa di una cittá sempre bistrattata.
Non a caso molti bambini nati negli anni 80 si chiamano Diego, tanti altri Diego Armando.
E Napoli non poteva non piangere un suo figlio e salutarlo in modo caloroso, come solo i napoletani sanno fare, con tutto il loro affetto e la loro creatività, nonostante la pandemia.
Ed anche se non condivido gli assembramenti che ci sono stati in occasione della sua morte in zona rossa, sappiate che per molti napoletani Maradona è amore incondizionato, e che se non ci fosse stato il Covid, Napoli avrebbe fatto molto di più.
Se hai poco tempo per leggere tutto l’articolo, puoi prenotare qui un tour con guida dei luoghi e murales di Maradona.
Ecco quindi un itinerario nei luoghi del cuore di Maradona, dove poter ammirare tutto l’amore che Napoli ed i Napoletani hanno avuto e continuano ad avere per El Pibe de Oro.
Stadio San Paolo “Diego Armando Maradona”
Il luogo simbolo del legame di Napoli con il grande calciatore degli anni ’90 è proprio lo Stadio San Paolo, che da qualche settimana ha cambiato nome in Stadio Diego Armando Maradona.
E’ qui che si sono riversati molti napoletani per omaggiare El Pibe De Oro con sciarpe, bandiere, gadget, bigliettini di affetto e persino pizza, birra e pasticcini. Un via vai interminabile per più di una settimana che ha riempito lo stadio di tantissimi cimeli legati al calcio Napoli degli anni ’90, così tanti da spingere il sindaco a voler creare a breve un museo dedicato a Diego Armando Maradona nel quale raccogliere tutti gli omaggi.
Lo stadio, sito nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, fu costruito negli anni cinquanta del XX secolo in stile brutalista su progetto dell’architetto Carlo Cocchia e risultava, all’epoca della realizzazione, come uno degli stadi più apprezzati del panorama internazionale.
Originariamente fu chiamato Stadio del Sole, divenne poi Stadio San Paolo nel 1963 ed infine, dopo la morte del campione, nel dicembre 2020 il Comune di Napoli ha deliberato di intitolarlo all’ex capitano del Napoli, Diego Armando Maradona.
Quartieri Spagnoli
I quartieri Spagnoli di Napoli sono da sempre legati al grande calciatore, che qui si sentiva quasi a casa, data la loro somiglianza con i quartieri popolari dell’Argentina. Ed è qui, che già prima della morte di Maradona, c’erano già tanti murales dedicati al campione e che ora hanno assunto un nuovo significato. Se ne trovano di tantissimi sparsi tra i vari vicoli dei quartieri.
Largo Maradona
Nella zona alta dei quartieri poi, in Via Emanuele de Feo 60, è stato creato il Largo Maradona, nel luogo in cui Mario Filardo realizzò il grande murales dedicato al campione in occasione del secondo scudetto del Napoli nel 1990, successivamente restaurato nel 2016. Durante i lavori di restauro è stato anche ritrovato il brillante di Swarovski che a suo tempo El Pibe De Oro usava come orecchino e che è stato ricollocato sul murales.
Un murales a grandezza naturale, il cui volto è stato ridipinto qualche anno fa su una finestra e dove ora è stato creato un vero e proprio museo a cielo aperto dedicato al campione.
Vico Tofa
Uno stencil di di Santiago Spigarol (in arte San Spiga), noto artista argentino che gira per il mondo installando sui muri delle città immagini dei personaggi che ne hanno fatto la storia.
Questo artista utilizza una tecnica particolare di riediting delle immagini che stampa in fogli A4 ed incolla alle pareti secondo la tecnica del mosaico.
Vico Lungo Gelso
Nel dicembre 2020, in Vico Lungo Gelso, 40 vicino al ristorante ‘O Vascio e Nunziatina, l’unico ristorante in un basso napoletano, è stata inaugurata una nuova installazione: un mosaico in ceramica dedicato al grande Diego Armando Maradona . L’opera è stata donata da due pixel artist italo-francesi, Francesco e Bruno, noti come “I Puffi di Oplontis”, ed è l’ennesimo omaggio al Pibe de Oro della città di Napoli.
L’installazione è stata collocata vicino ad uno dei tanti stencil di Maradona realizzati da San Spiga nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Sulla stessa parete, a breve arriverà una nuova installazione dedicata a Maradona direttamente dall’argentina.
Via Emanuele De Deo
Addentrandosi nei vicoli dei Quartieri Spagnoli di Napoli, in Via Emanuele De Deo c’è un murales di Leone Peretti, street artist abruzzese residente nel cuore di Napoli, che ritrae Maradona abbracciato ad un ragazzo dei quartieri molto tifoso del Napoli, Sally, che aveva la sindrome di down.
San Giovanni a Teduccio
Nel bronx di San Giovanni a Teduccio, quartiere popolare nella periferia sud ovest di Napoli, c’è uno dei murales più grandi dedicati a Diego Armando Maradona “Dios Umano” realizzato da Jorit nel 2017.
L’opera è stata autofinanziata e donata ai napoletani da Jorit, poi completata grazie ai fondi donati dal calciatore Marek Hamsik, capitano del Napoli, e dalla associazione Inward, un osservatorio che svolge ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana.
Dopo circa un anno, Jorit ha completato il suo intervento con un altro grande murale, realizzato sul palazzo gemello di quello dedicato a Maradona, che ritrae uno splendido ritratto dello scugnizzo Niccolò.
Sotto questo ritratto campeggia una grande scritta: “Essere umani”, che fa da contralto a quella sottostante l’immagine del calciatore argentino: “Dios umano”.
In questo modo l’artista vuole esprimere il suo intento di mettere sullo stesso piano esseri umani e divinità, seppur del mondo del calcio.
Se vi trovate ad andare a vedere il murale all’alba o al tramonto, potreste scorgere un particolare molto curioso: la “firma” dell’artista nascosta in uno degli occhi del calciatore visibili solo quando la luce di alba o tramonto si riflette sul murales. La prima parola non è molto comprensibile, mentre la seconda è sicuramente “Siempre”.
È il più grande murales al mondo che ritrae Maradona e lo stesso campione argentino ha personalmente ringraziato Jorit per la bellissima opera.
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Stazione Napoli Campi Flegrei “Mostra – Stadio Maradona”
La stazione della Cumana di Napoli che congiunge il centro città con i Campi Flegrei, a pochi metri dallo Stadio Maradona, ha cambiato anch’essa nome dopo la morte del Pibe De Oro diventando “Stazione Mostra – Stadio Maradona” per la vicinanza sia con lo stadio che con la Mostra D’Oltremare di Napoli.
Tra i binari della fermata “Mostra – Stadio Maradona” a pochi metri dallo Stadio di Napoli che ha fatto la storia del Pibe de Oro, nel dicembre 2020 è stato inaugurato un wall of fame dedicato al campione ed alla storia del calcio Napoli.
L’opera ha il titolo “Forza Napoli sempre” e ritrae calciatori, allenatori, stadio e trofei dalla fondazione del 1926 agli inizi del XXI secolo, tratte da foto dell’archivio Carbone su cui hanno lavorato Fabio Della Ratta, Nicholas Perra e Fabrizio Di Luca con un gruppo di collaboratori. Un omaggio a personaggi iconici del mondo del calcio: dai pionieri come Garbutt e Sallustro fino ai primi successi degli anni ’60 e ’70 con Pesaola, Vinicio, Sivori, Juliano e Savoldi per arrivare ai primi anni ’80 con Krol e Bruscolotti a seguire l’epopea maradoniana con Diego, Bianchi, Careca, Ferrara, De Napoli e poi il successivo ciclo con Cannavaro, Taglialatela e Zola, per poi ripartire dal periodo buoi con Grava e il ritorno in Serie A con Hamsik, Lavezzi, Mazzarri e Benitez. La galleria comprende anche i trofei e gli stadi, dal Collana al San Paolo, oltre ad alcune frasi storiche.
Casa Tranchese
A Posillipo, invece, è possibile visitare casa Tranchese, in Via Scipione Capece 31, in cui Diego ha trascorso i suoi 7 anni a Napoli. Qui si trova il terrazzo su cui sono state girate alcune riprese di Sueño Bendito, la serie tv in arrivo su Amazon Prime sul Pibe de Oro ed in cui Maradona, già famoso, palleggiava con le arance e si affacciò con la Parisi. Qui aveva già vissuto Dirceu. Nella casa è rimasto ancora l’arredamento degli anni ’80 quando ci viveva il campione e dal terrazzo c’è una vista spettacolare su tutta Napoli.
Bar Nilo Spaccanapoli
A Spaccanapoli, in Via San Biagio dei Librai, nel centro storico della città, immancabile la tappa al Bar Nilo, nel quale già da anni è conservata una teca con all’interno una ciocca vera di capelli di Diego Armando Maradona, recuperata negli anni in cui il campione giocava nel Napoli.
Mi raccomando, se vi fermate a scattare una foto, non dimenticata di prendervi il caffè. Lo recita anche una scritta sotto l’altarino: “hai fatto la fotografia? e adesso vuoi prendere un caffé?”
Non potrete esimervi perché a Napoli, dove è nato il caffé sospeso, il caffé è sacro ed è uno dei pochi posti in Italia dove costa ancora € 0,90.
Rione Sanità
Nel Rione Sanità, in Via Lammatari, si trova la stampa di un disegno di Antonio Cotecchia, un artista campano, trasferitosi a Milano dove ha frequentato l’Accademia di Brera.
Un disegno che ritrae il campione per metà uomo e metà sogno, nel quale ha nascosto le grandi azioni del calciatore e i sogni dei napoletani che lo seguivano dentro e fuori dal campo.
Una tecnica che rende riconoscibili quasi tutte le opere dell’artista: dal murales di Totò e Eduardo a quello di Massimo Troisi ai tanti altri. Chissà che il disegno stampato sulle pareti di Via Lammatari non diventi presto anch’esso un murales, proprio come quello realizzato dai ragazzi del Rione Sanità davanti alla chiesa come se Diego fosse un santino.
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Quartiere Mercato
Via Marina
Anche in Via Marina a Napoli, nella zona di Sant’Erasmo, è stato disegnato un nuovo murales dedicato a Maradona con la scritta che recita “Figlio dei Napoli”.
Centro Paradiso Soccavo
Dopo la morte di Maradona, gli è stato realizzato un murales anche all’esterno dell’ex Centro Paradiso di Soccavo, che per sette anni fu la “casa” del Pibe de Oro ed il suo Napoli, ma che da ormai da oltre 15 anni si trova in uno stato di abbandono totale L’opera è stata realizzata dal writer e street artist napoletano Mario Farina, detto Castì.
Il murales, secondo me dolcissimo ed uno dei più belli, ritrae Diego seduto su un pallone da calcio con la classica tuta da allenamento del Calcio Napoli di quel periodo, insieme alla figlia Dalma da piccola che gli porge un fiore, e che in quegli anni era solita “accompagnare” il padre anche allo stadio.
Affianco al murales la scritta: “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perchè loro sono come ero io a Buenos Aires”.
Murales di Jorit a Quarto
E’ recentissimo il nuovo murales di Jorit in Piazzale Europa a Quarto, in provincia di Napoli, dedicato al Pibe de Oro, proprio lì dove qualche anno fa era stato già realizzato il murales dedicato ad Hamsik.
L’opera è iniziata il 25 dicembre 2020. Anche in quest’opera, l’artista ha scritto un messaggio segreto ricoperto poi dal volto di Maradona che recita: “Tu lo chiami Dio ma io non lo conosco, vive in cielo il tuo dio e noi siamo in un fosso, il mio D10 non giustifica le contraddizioni, lui si schiera e combatte, non rimanda al domani, lui non deve incarnare le mie aspirazioni lui mangia con me procediamo a tentoni. Tu lo chiami dio ma il mio D10 non vive in cielo non sa neanche volare se ho bisogno di lui non lo devo pregare non divide le acque non moltiplica i pani il mio D10 è la mia pancia e muove lei le mani. Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”.
Jorit – dal suo account Facebook – ricorda anche che “su una fermata del treno che collega Quarto a Napoli qualcuno scrisse: ‘Quarto si droga per difesa psichica’. Ho visto troppe persone andare sotto, alcune morire, alcune perdere la testa. Dobbiamo costruire un futuro in cui sostituire la droga con i sogni: “Quarto sogna, Quarto lotta”. E Diego ha tanto da insegnarci anche in questo”.
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Foto: Anna Pernice protette da copyright