Sole, spiagge idilliache, sabbia fine e calda, acque cristalline… la Sardegna offre questo e molto altro. Esplora l’entroterra insieme a me per scoprire la cultura nuragica e il meraviglioso nuraghe di Santu Antine.
Spesso siamo abituati a considerare la Sardegna una delle migliori località balneari italiane. In realtà, se ci addentriamo nell’entroterra dell’isola scopriremo una cultura molto antica e, ahimè, quasi per nulla studiata nel nostro Paese. Mi riferisco alla cultura nuragica.
Sparsi su tutta l’isola, infatti, troviamo resti di numerosi complessi di quell’epoca. Sono la prova dell’esistenza del popolo dei nuraghi, che ha abitato l’isola tra il XV e il VI secolo a.C. e di cui, purtroppo, sappiamo molto poco.
L’esempio per eccellenza di questa cultura sono i nuraghi: costruzioni in pietra murate a secco sviluppate attorno a una grande torre centrale per trasmettere potenza e stabilità.
Visitando un nuraghe, scoprirai le abitudini quotidiane e i riti di una civiltà molto antica. Ti renderai conto della diversa percezione degli spazi e ti chiederai come fosse possibile vivere in un luogo tanto angusto e scomodo.
Tra i villaggi nuragici, Su Nuraxi di Barumini è l’unico a detenere lo status di patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Oggi però ti porto a Torralba, dove sorge il nuraghe di Santu Antine, considerato da Art bonus “l’emblema della genialità, della magnificenza e della raffinatezza della civiltà nuragica in Sardegna”.
Il complesso di Santu Antine risale al XV secolo a.C. e rappresenta la sintesi e l’apogeo dell’architettura nuragica. Inoltre, il sito si è conservato egregiamente, tanto da essere definito da alcuni esperti come il migliore fra i nuraghi conservati in Sardegna, per grandiosità di mole, armonia di struttura e complessità degli elementi architettonici.
Ai piedi della struttura, si ergeva il villaggio nuragico, parzialmente portato alla luce dagli scavi e probabilmente modificato già in epoca romana.
Secondo le ricostruzioni, il complesso prendeva le sembianze di un triangolo equilatero con una torre centrale (o Mastio) di 3 piani, per un’altezza pari di almeno 25 metri.
All’interno della muratura, potrai addentrarti in corridoi, notare le feritoie per i tiratori d’arco e salire le scale per scoprire le varie sale che componevano la struttura.
Potrai salire fino al secondo piano della torre centrale e ammirare il complesso anche dal cortile interno. Noterai le 14 capanne circolari dell’antico villaggio, disposte in modo irregolare nell’area antistante il bastione.
Non avere fretta: esploralo in tutta calma e cerca la guida del sito di Santu Antine, una ragazza gentilissima e sempre pronta a fornire ulteriori spiegazioni ai visitatori.
Al termine della visita al nuraghe, spostati in centro a Torralba e visita il museo dedicato al nuraghe. Oltre al personale squisitamente gentile, potrai ammirare reperti storici rinvenuti, modellini che mostrano come doveva essere il nuraghe in antichità e citazioni di storici ed esperti dell’arte.
Per me e Despacito, Santu Antine si è rivelato una piacevolissima scoperta.
E tu? Conoscevi già la cultura nuragica?
Un grazie speciale a Elena e Giancarlo per avermi accompagnata in questa avventura.