Ci sono dei posti qui in Italia in cui la Pasqua è particolarmente sentita. Uno di questi è il piccolo borgo di Troia, arroccato sui Monti Dauni nell’alta Puglia in provincia di Foggia, dove quest’anno ho trascorso le vacanze Pasquali grazie a Daunia Press Tour.
Troia, un nome che da solo è già importante e che ha origini antichissime legate alla vecchia città di Troia in Grecia. Secondo la leggenda pare sia stata costruita proprio da Diomede che giunse sui Monti Dauni e vedendo la collina si ricordò della vecchia città di Troia fondandone una nuova. Secondo altri il nome deriverebbe invece da una scrofa che fu trovata fuori dalle cinta murarie mentre allattava 4 porcellini (rappresentata nel vecchio stemma della città).
Ad ogni modo si tratta di un borgo dalla bellezza disarmante, con una cattedrale meravigliosa che si è soliti studiare sui libri di storia dell’arte e che attira turisti da tutto il mondo, e che nella Settimana Santa che precede la Pasqua si trasforma in luogo di pellegrinaggio per molti pugliesi che accorrono per assistere i caratteristici riti di Pasqua unici nel loro genere. Io sono rimasta incantata sia dalla sua bellezza e, come me, il gruppo di Giapponesi che ha fotografato ogni singolo dettaglio della facciata, sia dalla singolarità dei riti, di cui se ne trovano di simili solo in alcune regioni della Spagna.
Lavanda dei piedi il giovedi santo
I riti della settimana Santa a Troia iniziano il giovedi Santo con la caratteristica lavanda dei piedi delle 4 confraternite di fondazione antica, subito dopo la “Messa in Coena Domini” che si recano in preghiera lungo l’antico corso “Fra due Terre” (oggi Corso Umberto I) per raggiugere le più importanti chiese della città. Un rito antichissimo, quanto antiche sono le confraternite. Pensate che la più antica è del 1519 mentre la più giovane è nata nel 1981: la confraternita dell’Annunziata fondata nel 1475 (caratterizzata dai colori bianco e verde), la confraternita del santissimo sacramento del 1519 (rossa), la confraternita delle stigmate di san Francesco addolorata del 1699 (tunica bianca con mantella bordeaux) e last but not least la confraternita della morte orazione e San Giovanni di Dio fondata nel 1590 messa poi in ibernazione e ripresa nel 2010 (tunica bianca e pazienza nera con stemma melograno sormontato da una croce).
La processione delle Catene il venerdi santo
Ma il momento più bello e suggestivo di tutta la Settimana Santa è sicuramente il venerdi mattina con la caratteristica processione delle catene, un rito pasquale unico nel suo genere. 5 uomini, chiamati penitenti che girano per il paese incappucciati con un saio bianco, a piedi nudi, trascinando delle pesanti catene legate alle caviglie, trascinandosi delle pesanti croci di legno, a rappresentazione dell’espiazione del peccato.
Una tradizione istituita da monsignor E. G. Cavalieri nel 1702 che si dice che abbia partecipato in prima persona alla processione portando la prima croce decorata e che da allora si tramanda di generazione in generazione da padre in figlio sempre nelle stesse cinque famiglie, coinvolgendo il primo e ultimo figlio maschio di ogni generazione.
I penitenti sono incappucciati per mantenere l’anonimato perché questo rito nasce come una forma di penitenza e inizialmente si pensava che questi penitenti fossero delle famiglie che dovevano espletare parecchi peccati, successivamente si mantenuta la tradizione e, ogni penitente che inizia, lo deve fare per almeno cinque anni.
Per questo percorso si preparano per 5 domeniche per tutta la quaresima facendo la via crucis all’interno della chiesa di San Basilio a capo scoperto. Le catene rappresentano i diversi peccati e per questo sono diverse da penitente a penitente e pesano grossomodo 30\35 kg per gamba.
Prima negli anni ‘40 la processione delle catene si faceva il giovedì sera con un camice viola, poi spostata al venerdi mattina.
La processione delle catene parte dalla chiesa di San Basilio Magno ed attraversa tutto il paese lungo Via Roma e Corso R. Margherita, fino a concludersi con un rito solenne nella Cattedrale di Troia.
Seguire la processione è stato moto emozionante, ma anche impegnativo, anche senza catene!
La processione dei Misteri il venerdi santo
Pensate che a Troia, il venerdi sera c’è di nuovo una processione, quella della Via Crucis, che svolge in tutti i paesi cristiani e che qui prende il nome di processione dei Misteri perché a sfilare sono proprio i misteri, ossia delle statue in grandezza naturale che riproducono le varie stazioni della via Crucis. Quelle che sfilano, in realtà sono delle copie, perché i Misteri originali in legno sono custoditi nel museo Diocesano. Anche questa è molto bella ed emozionante. Parte dalla cattedrale di Troia e si conclude nella Cattedrale di Troia.
In processione escono prima i Misteri, che come ho detto riproducono fedelmente alcune stazioni della Via Crucis: il Bacio di Giuda, la Cattura di Gesù nell’orto del Getsemani, la Flagellazione, la Coronazione di Spine, l’incontro con la Madre e la Crocifissione di Gesù alla presenza di Maria e San Giovanni.
Ai gruppi statuari, seguono poi la processione le quattro confraternite con i loro abiti descritti in precedenza e la confraternita del SS. Sacramento che porta a spalla la statua del Cristo morto nella bara, a questa statua segue la la Madonna Addolorata vestita a lutto di nero portata a spalla dalla Confraternita dell’addolorata, il vescovo ed in ultimo i cinque penitenti che escono di nuovo in processione, questa volta in abito blu, a capo scoperto e senza catene e con le scarpe ai piedi, carichi solo della croce. Sono tutti gli stesi tranne uno, perché le croci e le catene vanno in eredità in modo diverso.
Il numero 5 ritorna sempre: 5 piaghe, 5 penitenti, 5 chiese.
La via Crucis è molto sentita a Troia e coinvolge tutto il paese, è un momento di festa e raccoglimento per tutti. C’è chi la segue passo passo e che invece attende il suo passaggio da un ciglio della strada.
La processione del Bacio nel giorno di Pasqua
Il rito di Pasqua più emozionante della cittadina di Troia nell’alta Puglia, però, è stato sicuramente quello della domenica di Pasqua. Dopo la mattinata a raccogliere le erbe spontanee nei campi pugliesi vicino Troia tra ulivi ed erbe selvatiche, ed aver assistito alla preparazione del tipico pranzo pasquale pugliese a casa di una famiglia locale per poi proseguire i festeggiamenti ad Orsara nel ristorante Sala Paradiso dello chef contadino Peppe Zullo, nel pomeriggio della domenica di Pasqua a Troia ritorna il momento di raccoglimento spirituale con l’emozionantissima Processione del Bacio.
Io ho avuto modo di assisterla e filmarla dalla finestra al primo piano del Comune che affaccia proprio sulla piazza antistante la Concattedrale di Troia.
Ed è proprio lì che si svolge la manifestazione.
Le statue della Madonna (non più addolorata, ma vestita di bianco) e di Gesù risorto, arrivano dalle due chiese poste ai lati opposti del paese, la Chiesa di San Domenico e la Chiesa di San Francesco, collocate una all’inizio ed una alla fine del corso principale Via Regina Margherita, si incontrano nella piazza antistante la cattedrale, si sfiorano per due volte, avvicinandosi e allontanandosi, fino a quando al terzo incontro la statua di Gesù viene fatta inclinare ai piedi della Madonna per il Bacio Finale, tra la commozione e gli applausi dei presenti ed il suono della banda. Dopodichè entrano in Chiesa per la solenne celebrazione della Pasqua.
Una processione che descritta non trasmette le stesse emozioni dell’averla vissuta, ma alla quale vi consiglio assolutamente di partecipare.
Quest’antico rito di Pasqua ha delle somiglianze con dei riti che si svolgevano in Abruzzo, molto probabilmente tramandati con la transumanza.
Pasquetta al Lago Pescara
Il giorno di Pasquetta, invece, anche qui in Puglia c’è l’usanza della scampagnata e, avendo vicini i Monti Dauni, il miglior modo per festeggiare la pasquetta è vicino al Lago Pescara nell’area picnic di Biccari dove si trova anche il Parco Avventura, in un contesto naturale dominato dalle vette più alte della Puglia, dove mi sono divertita come una bambina ad arrampicarmi sugli alberi e volare sospesa nel vuoto. M di questo vi parlerò un’altra volta.
Insomma, la Pasqua in Puglia a Troia e sui Monti Dauni è stata davvero molto bella emozionante, se a questo poi ci si aggiunge anche la buona cucina locale e tanta arte e cultura, vi renderete conto che è stata magica.
Ma vi parlerò meglio in seguito dei Monti Dauni, nel mio post di oggi ho voluto raccontarvi i riti della Pasqua, che sono unici nel loro genere.