Dopo aver vissuto la magia delle Piramidi di notte, non potevo andare anche agli Scavi di Pompei, a pochi km da casa mia, di notte. Un’emozione unica, che ti lascia senza fiato. Attraversare le domus romane e fare passeggiata notturna nella città eterna alla scoperta di alcune domus di recente restauro è un’emozione non da poco, viste al buio, illuminate dalla luna e le stelle e delle piccole torce che avevamo al collo, è stata un’esperienza davvero indimenticabile.

Scavi di Pompei by night

Gli scavi di Pompei, famosi in tutto il mondo,  hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l’eruzione del Vesuvio del 79, insieme ad Ercolano, Stabiae ed Oplonti. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana, nonché la città meglio conservata di quell’epoca; la maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue), è oggi conservata al museo archeologico nazionale di Napoli ed in piccola quantità nell’Antiquarium di Pompei.

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Scavi di Pompei di notte

Il sito archeologico di Pompei è risultato essere nel 2014 il secondo sito italiano per numero di visitatori, con 2.621.803 persone e un introito lordo totale di 21.076.994,55 Euro.

Da qualche anno hanno iniziato a rivalorizzarli attraverso la messa in scena di spettacoli notturni nel suo Anfiteatro o nel teatro Grande (ricordate il Nabucco dell’anno scorso?)

Scavi di Pompei by night

Ieri ci doveva essere anche lo spettacolo teatrale nella Palestra Grande degli Scavi: “La Storia di Antigone”, una piece tratta dall’adattamento di Ali Smith della tragedia greca di Sofocle, ma purtroppo a causa del mal tempo è stato annullato. Ne ho quindi approfittato per fare una visita guidata n notturna negli scavi.

La guida ci ha portato a costeggiare prima l’Anfiteatro romano, più antico di 100 anni anche del Colosseo. originariamente era ricoperto di marmo, ma, a causa delle sue dimensioni, è stato il primo ad essere saccheggiato dal ritrovamento degli scavi.

Siamo poi entrati a vedere tre domus romane restaurante di recente: quella di Octavius Quartio, Venere in Conchiglia con i suoi meravigliosi affreschi e del complesso edilizio Praedia di Giulia Felice. Nel percorso anche la mostra “Egitto, Pompei” allestita nella Palestra Grande con alcune statue prestate dal Museo Egizio di Torino a simboleggiare lo stretto legame tra la cultura egizia e quella pompeiana risalita in seguito al ritrovamento di alcuni reperti quali scarabei e statuette nelle tombe pompeiane.

Inoltre, nei terreni che circondano l’Anfiteatro, sono stati ricreati i vigneti così com’erano all’epoca dell’antica Pompei in un progetto di archeobotanica iniziato qualche anno fa dagli studi condotti dal Laboratorio di ricerche Applicate della Soprintendenza archeologica di Pompei che avevano evidenziato la originaria presenza di vigneti nei quartieri intorno l’Anfiteatro. Sul terreno, infatti, non solo furono trovati pollini e frammenti di legno di viti, ma anche le cavità che le ospitavano insieme ai paletti di sostegno: erano dislocate su filari orientati in direzione N-S, e le distanze tra filari e su filare corrispondevano a quelle indicate dagli antichi agronomi.

L’idea di ripristinare quegli antichi vigneti richiedeva ulteriori ricerche per identificare le varietà da mettere a dimora secondo le norme colturali suggerite dagli autori classici: con l’aiuto della Soc. Mastroberardino, gelosa custode delle tradizioni enologiche campane, fu avviato uno studio comparato tra le raffigurazioni di grappoli d’uva negli affreschi pompeiani e la forma delle foglie e dei grappoli dei vitigni campani che pare discendessero dai capostipiti greci e romani.

Furono così identificate 8 varietà che dopo una sperimentazione durata circa 3 anni evidenziò l’incompatibilità di alcune coltivazioni con le caratteristiche del terreno: alla fine della sperimentazione si decise, quindi, che solo 2 vitigni autoctoni sembravano rendere al massimo lo Sciascinoso e il Piedirosso i cui capostipiti si identificavano rispettivamente con la Vitis Oleogina e la Colombina Purpurea, che oggi è possibile osservare.

Se la visita notturna a Pompei è molto suggestiva, è consigliabile comunque ritornare anche di giorno per poter ammirare meglio i numerosi affreschi in rosso pompeiano rimasti ancora intatti all’interno delle numerose domus del sito archeologgico.

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Pompei vs Egitto Pompei vs Egitto Pompei vs Egitto Pompei vs Egitto Pompei vs Egitto