Continua il mio viaggio alla scoperta della Napoli mistica ed esoterica in occasione del Ponte di Ognissanti. Questa volta vi porto di nuovo nelle viscere della terra, nel Museo del Sottosuolo di Napoli, un altro ex rifugio antiaereo ed antiatomico della Seconda Guerra Mondiale (come Napoli Sotterranea ed il Tunnel Borbonico), che si estende per circa 3000 mq a 25 metri sotto Piazza Cavour, a soli pochi metri dal Museo Archeologico Nazionale e proprio alle spalle della fermata della metropolitana linea 1 “Museo” e linea 2 “Piazza Cavour”.
Una location davvero suggestiva dove in questi giorni, e fino al 20 aprile, è in scena l’Inferno di Dante, un emozionantissimo spettacolo basato sulla Prima cantica dell’Opera di Dante Alighieri, a cura dell’Associazione Tappeto Volante.
La rappresentazione è ispirata alla Divina Commedia e racconta il viaggio di Dante Alighieri tra i dieci gironi dell’Inferno alla ricerca dell’Amore in un susseguirsi di incontri con i personaggi straordinari del regno delle anime dannate.
Lo spettacolo è stato suddiviso in tre momenti, ambientati in tre cisterne diverse, molto simili all’immaginario comune che ognuno di noi ha dell’Inferno Dantesco. In ogni cisterna, Dante e Virgilio hanno attraversato 3 gironi diversi e, tra danze, balli e scene recitate, noi spettatori siamo stati coinvolti nel vivo della rappresentazione!
Nella prima sala, chiamata “Sala Bianca”, dedicata alla prematuramente scomparsa primogenita di Clemente Esposito, padre della speleologia urbana a Napoli e proprietario dei locali in superficie, abbiamo incontrato il Sommo Poeta ed abbiamo iniziato con lui l’avventura nei giorni dell’Inferno.
Abbiamo visto giungere in suo soccorso Virgilio, per salvarlo dalla Lupa, dalla Lonza e dal Leone, l’abbiamo visto superare l’ira di Caron Dimonio dagli occhi di bragia ed ascoltare, innamorato, la voce di Beatrice che invoca l’autore dell’Eneide ad aiutarlo a sfidare le grida di Minosse.
Riviviamo poi una delle storie più belle ed emozionanti di tutta la Divina Commedia: la storia d’amore di Paolo e Francesca, inno all’amore senza frontiere e pregiudizi!
Passiamo poi nella seconda sala, quella dedicata a Michele Quaranta, detta “delle riggiole” ed a mio parere la più suggestiva, al punto da sembrare di essere davvero finiti all’inferno!
Qui abbiamo incontrato prima Cerbero e poi Pluto il dio della ricchezza, nel loro invano tentativo di avversare il cammino del Poeta e della Sua Guida. Successivamente sono giunte le Furie (Megera, Aletto e Tesifon) che hanno invocato Medusa per bloccare il passaggio, quasi realistico, alla città di Dite. Infine Farinata degli Uberti e Cavalcante Cavalcanti sono usciti dalle loro “archie infuocate” per conoscere il viandante fiorentino.
Nella terza ed ultima sala, dedicata a Lucio Bartoli. detta “della guerra”, dove ancora oggi possiamo ammirare sulle pareti inni al Duce e disegni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, abbiamo incontrato Ulisse, il Conte Ugolino ed infine un Lucifero davvero inaspettato che ci porta a riflettere se l’Inferno è davvero quello raccontato da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia o se invece non è quello che stiamo vivendo noi al giorno d’oggi tra guerre, disastri nucleari e vittime innocenti….
Del resto, anche la location scelta per lo spettacolo ci fa venire il dubbio!
Tolto il sipario, spente le luci, ci siamo ritrovati in una sala buia e fredda, dove sulle pareti sono ancora vive le frasi di aiuto di coloro che hanno vissuto, nella paura e nello sgomento, la Seconda Guerra Mondiale!
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”…così termina la rappresentazione dell’Inferno Dantesco, invitandoci ai successivi appuntamento del Purgatorio nella Certosa di Padula ed il paradiso al Castello Arechi di Salerno!