Vivere appieno la Milano Design Week dormendo tra opere di design realizzate da giovani designer emergenti? Fatto ed è stata un’esperienza pazzesca! Una di quelle esperienze che non avrei mai pensato di sperimentare nella mia vita. Sapete che amo il lusso e gli hotel 5 stelle, ma anche le cose particolari e non viste e quando mi hanno parlato del nuovo progetto del Design Hostel, l’idea mi ha subito entusiasmata.
Un ostello temporaneo destinato alla creatività con 40 camere pop-up per esporre e far vivere insieme i designer e le loro creazioni. E’ quanto proposto in occasione della Milano Design Week 2017 da A letto con il DESIGN – Design Hostel, un luogo in cui la vita quotidiana dei progettisti si mischia alle esposizioni per mostrare al pubblico come la condivisione può dare forma compiuta alla creatività.
Il temporary hostel, ideato da MakersHub e IDEAS Bit Factory con la collaborazione di POLI.design, della Scuola di Design e del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano, ha preso vita dall’1 al 10 aprile in Bovisa all’interno di un’ex fabbrica che oggi ospita MakersHub (via Cosenz 44/4) ed è stato animato tutti i giorni da 40 designer internazionali tra performance, installazioni, incontri ed eventi serali.
Il progetto “A letto con il DESIGN” ha visto trasformare nel cuore del distretto dell’innovazione milanese 1200 mq di una vecchia fabbrica verticale, da poco diventata il makerspace più grande d’Italia (MakersHub + IDEAS Bit Factory), in un nuovo modello di ospitalità: 40 camere temporanee in cui i progettisti, selezionati attraverso una call internazionale, vivono con le loro opere. Per l’intera durata della Design Week, il Design Hostel è diventato un luogo in cui in mostra non c’erano solo le opere dei designer ma anche anche spaccati della loro vita quotidiana. Una dimensione ibrida che viene ripresa anche dalla coesistenza di macchinari analogici e digitali utilizzati per le installazioni. Ogni designer dormiva nello stesso spazio in cui di giorno erano esposte le sue opere personalizzandolo con sue produzioni facendole diventare parte integrante della mostra collettiva.
Io, insieme ad altre due blogger, ho dormito invece sul soppalco, con una vista dall’alto su tutto l’ostello, nel luogo dove nel pomeriggio si tenevano interessanti workshop tematici.
Decorazioni realizzate con antiche macchine tipografiche a caratteri mobili e cliché sono state protagoniste dell’arredamento negli spazi comuni dell’ostello per rievocare le suggestioni dell’era analogica. Contestualmente, le installazioni esposte sono state caratterizzate dall’innovazione tecnologica e dall’approccio interattivo. Tra le opere fruibili spiccavano: Ephemeral, un video-mapping che sfrutta i tessuti e le trasparenze per dialogare con i gesti umani, a cura di Cyberfreak Creative Studio; M@is 2.0, installazione dal retrogusto futurista che sfrutta lo scoppiettio dei pop-corn per creare composizioni sonore imprevedibili; Square Sound, un’opera ludica che, facendo giocare a dadi il pubblico, legge le combinazioni numeriche uscite per mixare in tempo reale i suoni di molteplici strumenti e dare così vita a musiche sempre diverse. In mostra anche Canestra di Paolo Deganello, un oggetto ispirato alla celebre opera di Caravaggio che fonde le nuove logiche della stampa 3D e interventi pittorici manuali e la collezione di ventagli Be Fan, realizzata in digital fabrication da Ideas Bit Factory per “darsi delle arie”. Per richiamare e omaggiare un tema di attualità come la virtuosa economia circolare, saranno presenti anche gli oggetti di recycled stones, realtà impegnata nel rigenerare scarti produttivi per dare loro nuova vita e nuove funzioni.
Tra le attività notturne in programma Design Hostel prevedeva una serie di particolari appuntamenti aperti al pubblico, come dj set in pigiama, battaglie coi cuscini e spaghettate di mezzanotte.
“L’iniziativa non si limita a voler proporre un nuovo modello di ospitalità e di condivisione delle esperienze con il pubblico – ha spiegato Davide Crippa, curatore di A letto con il DESIGN – ma ha anche un obiettivo più ampio e a lungo termine: rilanciare con questo primo passo la zona di Bovisa come nuovo polo di attività innovative in occasione della Design Week. Un distretto che è già terreno fertile per l’innovazione, la sperimentazione e le arti visive, come dimostra la presenza delle scuole di design del Politecnico e di PoliHub, tra i più importanti incubatori di start-up sul territorio nazionale.”
Insomma un’esperienza davvero molto bella ed interessante che avete avuto modo di vivere con me attraverso le Instagram Stories.