Dal 29 gennaio al 1 febbraio al Circolo Teatro Arcas è andata in scena “Visite”, regia di Niko Mucci, una nuova produzione di Libera scena Ensemble, attraverso la quale il regista prosegue il percorso di riflessione sulle varie forme dell’amore e della solitudine, iniziato con “Ida e Ada”, continuato con “Sentimenti all’asta” e con “Dentro di me”, sperimentando piccole variazioni di approccio ad un unico problema.

 

Si è trattato di una pièce teatrale di due soli personaggi coinvolti in un abile, intrigante gioco di identità. Perché, come l’autore vuole farci intendere, chiunque può essere chiunque e, soprattutto, chiunque può immaginare di essere chiunque. Una trama che non annoia lo spettatore ma che,a zni, tiene continuamente alta la sua attenzione attraverso numerosi colpi di scena. E così, quado lo spettatore crede di aver capito la vera identità dei due personaggi, quest’a viene ribaltata per poi lasciarla ancora una volta pieno di dubbi proprio sulla scena finale.

Uno spettacolo incentrato, quindi, proprio sui colpi di scena, che rendono possibile ai due personaggi di spostare continuamente l’angolo di visuale, come attraverso un prisma fornito agli spettatori, per farsi una propria idea, anche eccentrica, del vero e del falso narrato e rivissuto.
Il regista

 

L’ambientazione è in un prestigioso hotel cittadino a Londra. Cico, un ricco uomo d’affari , è nella sua stanza. Apre la porta ad una donna. Lei è Raquel, una donna piacente ed affascinante che dice di essere la sorella del suo amico d’infanzia Paulo. “Ho visto sul Financial Times che eri qui, per questa riunione. E all’improvviso ho avuto voglia di vederti, di ascoltare la tua voce.” – esordisce Raquel.

 

Cico e Paulo erano stati grandissimi amici. Si erano conosciuti a scuola e per anni avevano condiviso la loro vita. Poi un episodio, un pugno sferrato da Cico a Paulo li aveva allontanati, senza una parola, senza riconciliazione. Trentacinque anni di nulla e poi l’arrivo di Raquel. Sorella del suo amico. Ma Cico non l’ha mai vista, non ha mai sentito parlare di lei, non ha mai saputo che esistesse. Chi è?

 

Lei conosce dettagli essenziali del rapporto di amicizia tra Cico e Paulo. Descrive parole, luoghi, ricordi. Troppi. Dice di averli appresi da suo fratello ma Cico non sa crederle: “ Non me la bevo! Anzi, guarda: non credo a una sola parola di quello che hai detto. Ho molti difetti, ma non sono fesso. Non è facile raccontarmela, te lo assicuro.”
La verità. Ecco cosa vuole Cico. Perché quella donna è lì, davanti a lui? Perché gli sta raccontando tutte quelle storie?
Poi l’uomo capisce da sé. Ci sono pause di disagio

Rimandi di confessioni, ricordi, lettere mai spedite e rimproveri. Poi una musica sentimentale, come un’apertura nuova, immaginifica. Il teatro è moltiplicazione di tempi, di finzioni. Anche se apparentemente verosimili. Senza dubbio la scena teatrale è lo spazio privilegiato per rappresentare la magia di cui è intessuta anche la vita della gente: quell’altra vita che inventiamo perché non possiamo viverla davvero, ma solo sognarla grazie alle splendide menzogne della finzione.