Sapevate che la città di Napoli ha ben 7 castelli? Si, esatto, avete letto bene! Napoli ha ben 7 castelli, che in tempi antichi servivano a creare una vera e propria roccaforte per difendere la città dagli attacchi dal mare.
7 castelli intorno ai quali ruotano leggende e misteri, come in quasi tutti i monumenti della città partenopea, rendendo Napoli una città complessa ed affascinante che da sempre attrae studiosi, poeti e turisti da tutto il mondo.
Senza contare che Napoli è l’unica città d’Italia ad avere 7 castelli nel suo perimetro cittadino.
Castel dell’Ovo, Maschio Angioino e Castel Sant’Elmo sono sicuramente i più conosciuti ed ancora oggi visitati della città. Ma a Napoli ci sono anche Castel Capuano, Castello del Carmine, il Castello di Nisida e il Forte di Vigliena.
Motivo per cui è una città davvero unica che vale assolutamente la pena di scoprire i visitare.
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Ma scopriamo insieme storie e leggende dei 7 castelli di Napoli.
Castel Dell’Ovo
È il castello più antico della città di Napoli nonché uno degli elementi che spiccano maggiormente nel celebre panorama del golfo, situato sull’isolotto di tufo di Megaride unito alla terraferma da un sottile istmo di roccia, raggiungibile dal lungomare di Mergellina.
Fu fatto costruire dal re normanno Guglielmo I, detto il Malo, ed ha la forma di una fortezza, con le guglie in pietra di tufo, i sotterranei profondi, ed i cannoni puntati ai quattro angoli.
Dalla sua sommità è possibile vedere tutta la città di Napoli: da Posillipo al Vesuvio fino alla collina di Capodimonte dove è possibile scrutare il Castel Sant’Elmo.
Il nome del castello è legato al mago Virgilio il quale avrebbe nascosto nelle segrete un uovo in grado di mantenere in piedi l’intera fortezza. La rottura dell’uovo provocherebbe non solo il crollo del castello, ma anche numerose catastrofi alla città napoletana.
Inoltre, si dice che è qui che venne a morire la sirena Partenope, dando vita alla città di Napoli, la cui forma dalle colline al mare raffigura il corpo della sirena.
Secondo un’altra leggenda, ai sotterranei del Castel Dell’Ovo è legata la magia nera del Mago Virgilio, che usava pozioni magiche ed incantesimi per proteggere la città.
Maschio Angioino
Il Maschio Angioino, chiamato anche Castel Nuovo è il più imponente tra i castelli di Napoli. Fu costruito in posizione strategica nell’area oggi denominata Piazza Municipio: il suo profilo domina la parte occidentale della zona portuale e la veduta verso il mare. La costruzione inizia durante il XIII secolo ed è densa di fatti documentati e leggende suggestive che la ammantano di fascino. La posizione strategica del nuovo castello gli diede le caratteristiche di residenza reale, ma anche di fortezza.
Sin da subito fu chiamato “Castrum Novum” per distinguerlo dai più antichi castelli dell’Ovo e Capuano.
Alla fine dell’Ottocento, i sudditi decisero di chiamarlo Maschio Angioino, per rimarcare la potenza delle sue torri (maschio, ovvero torrione), e l’incisività che la casata dei D’Angiò ebbe nel tessuto politico e culturale napoletano, soprattutto per aver raccolto presso la residenza pensatori e artisti di prim’ordine del panorama italiano.
Anche in questo castello non mancano i misteri, legati soprattutto ai suoi sotterranei, dove venivano segregati e torturati i prigionieri. Uno dei misteri più fitti era legato alla famosa Cella del Coccodrillo, detta anche del miglio, dove, secondo una leggenda, avvenivano frequenti e misteriose sparizioni dei prigionieri che crearono timore nel popolo e nella corte stessa. Si scoprì, però, che queste scomparse avvenivano a causa di un coccodrillo che penetrava da un’apertura nel sotterraneo e trascinava in mare i detenuti per una gamba dopo averli azzannati. Per ammazzare il coccodrillo si utilizzò come esca una grande coscia di cavallo avvelenata e, una volta morto, venne impagliato ed agganciato sulla porta d’ingresso del castello.
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Il Castel Sant’Elmo
Il Castel Sant’Elmo invece è una fortezza medievale dalla forma a stella che, con la sua altezza e imponenza, sovrasta la città dall’alto della collina del Vomero.
Il castello ebbe un ruolo molto importante durante la Rivoluzione Napoletana del 1799 durante la quale fu teatro di molti scontri scatenati da quelli che erano i nuovi ideali della Rivoluzione Francese.
Però non fu quella la sua fine, con tanta forza e coraggio gli abitanti di Napoli, con l’aiuto degli intellettuali dell’epoca riuscirono a rimpossessarsi del castello, che successivamente divenne un carcere, uno dei più importanti durante la rivoluzione, che ospito personaggi di storia importanti come ad esempio Eleonora Pimentel De Fonseca, Francesco Pignatelli, Giustino Fortunato e Domenico Cirillo.
Oggi il Castel Sant’Elmo è un museo in cui si trovano opere d’arte e storia.
Castel Capuano
Castel Capuano fu costruito da Guglielmo I detto il Malo nel 1150 sopra un fortilizio bizantino che già esisteva, nell’attuale Piazza Enrico De Nicola, a Napoli.
Sorge in una posizione strategica, a difesa di Porta Capuana, che conduceva all’antica Capua, da cui il castello prende il nome.
È il secondo castello più antico di Napoli dopo Castel dell’Ovo.
Vennero apportate davvero tantissime modifiche a questo castello proprio per la lunga storia che ha accolto tra le sue mura.
L’ultima restaurazione e modifica avvenne tra il 1857 e il 1858, in cui venne eliminato e cancellato del tutto l’aspetto che aveva il castello in origine. Durante questi lavori si scoprirono cose curiose, come ad esempio una necropoli, che si rivelò successivamente la più vasta della città, in cui sono stati ritrovati molti resti collocati in epoca greca e romana.
Dopo l’unità d’Italia, sulla facciata del castello affissero lo stemma di Casa Savoia.
Il Castello del Carmine
Il Castello del Carmine nasce nel 1382 per mano di Carlo III di Durazzo.
Venne costruito con lo scopo di baluardo difensivo, quindi aveva a differenza di tutti gli altri castelli una funzione militare, e si trova in Piazza Mercato a Napoli.
Ebbe una storia davvero molto travagliata, vide una guerra tra il popolo e gli spagnoli durante la rivolta di Masaniello, che morì e affidò il baluardo al suo successore che si chiamava Gennaro Annese.
Dopo pressioni, alleanze e confusioni, perché in molti si volevano aggiudicare il controllo di Napoli, venne pronunciato l’ultimo della Rivoluzione napoletana.
Il cardinale Ascanio Filomarino ebbe la meglio e riuscì dopo tanti sforzi a catturare Gennaro Annese che non fece per niente una bella fine, venne trasferito al castello Capuano per essere processato e per essere condannato a morte.
L stessa cosa successe anche durante la rivoluzione napoletana nel 1799, mentre nel 1864 una buona parte del castello fu abbattuta perché portava via troppo spazio che serviva per la costruzione della nuova Via Marina.
Il Castello di Nisida
Il Castello di Nisida fu costruito proprio sull’isola di Nisida, che è una piccolissima isola che fa parte dell’arcipelago delle isole Flegree.
Costruito per mano di Giovanni Piccolomini, nipote di Giovanna d’Aragona.
Piccolomini decise di costruire il castello sul punto più alto dell’isola.
Successivamente venne anche costruita la Torre di Guardia, adibita alla caccia.
Subì una restaurazione che lo trasformò in una fortezza difensiva dagli attacchi del pirata Barbarossa, che saccheggiava sulle coste di Napoli e Ischia.
Divenne poi un carcere per prigionieri politici, mentre dopo l’Unità d’Italia, accolse gli ex-funzionari del Regno delle Due Sicilie.
Al giorno d’oggi ospita un carcere minorile.
La Fortezza Vigliena
In fine abbiamo la Fortezza Vigliena, che nasce nel 1706 grazie a Giovanni di Zuniga, conte di Villena, una cittadina vicino Valencia, che fu uno degli ultimi viceré di Napoli.
Ciò che salta all’occhio e che è una delle sue caratteristiche principali, è la sua altezza.
È alto solamente 6 metri, e venne costruito così apposta per non essere notato da coloro che si trovavano in mare, in modo tale da non essere bombardato e attaccato.
Vide scontrarsi coloro che sostenevano la Repubblica Partenopea con il Cardinale Ruffo che riuscì a radere al suolo gran parte del forte.
Successivamente venne abbandonato.
Si parlò poi di raderlo al suolo completamente ma alcuni uomini protestarono e riuscirono a fermare la demolizione del forte, ma una volta morti il forte venne estinto completamente.