La Puglia non è solo mare, vigneti e spiagge caraibiche, ma è una regione anche ricca di borghi affascinanti ricchi di storia da raccontare.
Per gli amanti dei viaggi culturali e dei borghi d’Italia, in Puglia troviamo ben 13 borghi bandiera arancione.
Abbiamo selezionato per voi i 7 più belli (secondo il nostro parere) assolutamente da visitare.
La bandiera arancione è un riconoscimento che viene assegnato di tipo turistico-ambientale dal Touring Club Italiano (TCI) a tutti quei piccoli comuni italiani che hanno un massimo di 15 mila abitanti e offrono bellezze uniche oltre che calorosa accoglienza.
Attualmente il riconoscimento è inserito su scala nazionale, e comprende località meritevoli in ogni regione d’Italia contando circa 228 borghi.
Alberobello
Alberobello è uno dei borghi pugliesi più caratteristici, oltre ad offrire paesaggi e viste mozzafiato racconta e conserva moltissime tradizioni cardini della regione in cui si trova.
Partiamo innanzitutto con il “Rione Monti”, un quartiere di trulli che si trova a sud della città, oltre ad essere un quartiere molto affascinante è inoltre il luogo che offre una panoramica più caratteristica e unica della città.
Fa parte del centro storico insieme al quartiere di trulli anche il Rione “Aia piccola”, insieme sono stati considerati sin dagli anni venti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Passiamo poi alla Chiesa di Sant’Antonio, una chiesa a croce greca che si trova al rione Monti, ed è fatta completamente a trulli.
È stata costruita nel 1927 grazie al parroco locale che voleva offrire una chiesa ai religiosi del quartiere povero di Alberobello.
Il trullo nei primi anni del ‘900 rappresentava povertà e arretratezza, questa concezione persistette per molto tempo, infatti successivamente vennero abbattuti moltissimi trulli per essere rimpiazzati da edifici “moderni”.
Casa D’amore rappresenta invece il passaggio da edifici stabili a edifici in pietra a secco.
Da quel momento si inizia ad usare ufficialmente la malta, un composto di calce e di una terra locale dal colore rossastro.
Impossibile parlare di Alberobello e non citare la processione dei conti, che ebbe luogo ad Alberobello per la prima volta il 27 settembre 1636.
È senza dubbio un evento attrattivo e grandioso.
Consiste in un grande pellegrinaggio di fedeli a piedi da paesi limitrofi ad Alberobello per recarsi alla prima messa delle 4:00 del 27 Settembre.
Poi vengono fatte due processioni con le statue di San Cosmo percorrendo le vie di Alberobello, trasportano le statue i “Cavalieri dei Santi Medici”, i membri di una confraternita di devoti.
Leggi anche:”Week end in Puglia: Castellana, Alberobello e Fasano”
Troia
Il borgo di Troia ha origini davvero molto antiche, la leggenda dice che nacque tra il dodicesimo e undicesimo secolo a.C., quando Diomede e Ulisse conquistarono la città di Troia.
Il borgo che ammiriamo al giorno d’oggi però è stato fondato nel 1019.
Il nome della località invece è legato alla storia che racconta, nello stemma originale della città di Troia era raffigurata una scrofa, che stava allattando sette piccoli porcellini, ma venne poi sostituito nel 1536 da Carlo V con un’anfora d’oro con una corona, sono anche presenti cinque serpenti che simboleggiano l’astuzia e la furbizia degli abitanti della cittadina.
Ciò che più caratterizza questo borgo senza dubbio è Cattedrale, il Museo Diocesano e i suoi Exultet, il Palazzo d’Avalos, abitato dal fantasma del Marchese, e la Chiesa di San Basilio.
Per gli appassionati di trekking, sono presenti moltissimi itinerari per escursioni e passeggiate molto interessanti che hanno molto da raccontare, tanto quanto ne ha il borgo.
Alla fine del sesto secolo Iniziarono i pellegrinaggi che attraversavano anche la città di Troia, uno dei percorsi più conosciuti dai pellegrini e non era la Via Francigena, che prese il nome proprio da Gualtiero Francigena, il vescovo di Troia, lo stesso che diede il via alla costruzione della Chiesa di Santa Maria, l’attuale Cattedrale.
Ma attenzione, non è solo la storia a costituire la storia e il paese, ma lo è anche il cibo.
Infatti, se vi recate a Troia dovete assolutamente assaggiare gli scaldatelli o taralli, che sono tipici pugliesi.
Vi consiglio anche il Pancotto, una minestra contadina, proveniente da una cucina povera. A Troia lo fanno ad esempio con pane raffermo, patate, verdure di stagione, aglio, alloro e peperoncino, tutto condito con olio extravergine di oliva locale. Poi c’è la Cotta Cotta, una zuppa di trippa, e infine il Nero di Troia, un vitigno autoctono con i profumi di liquirizia e mora.
Leggi anche:
“Settimana Santa: i Riti di Pasqua a Troia in Puglia “
e “Alla scoperta di Troia e dei Monti Dauni: itinerario di 5 giorni in Puglia”
Cisternino
Cisternino è caratterizzato da colline ricoperte di uliveti e vigneti, e dove sorgono anche i tipici trulli.
Questo posto non vanta solo di essere il Borgo più bello d’Italia, ma anche Città slow, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Bandiera Verde e Città per la pace.
Passeggiando per le piccole vie verrete avvolti ed inebriati dal profumo della carne grigliata accompagnato dalla vista di masserie storiche e i tetti dei trulli, i ‘cummerse’, creando un’atmosfera unica e inimitabile, magica.
Se vi interessa visitare un po’ il borgo vi consiglio di partire da Piazza Garibaldi, dove si erge la Torre Grande, anticamente usata come punto di avvistamento, oggi invece è sfruttata come punto panoramico, per godere della vista mozzafiato.
Poi c’è la Chiesa Madre, un capolavoro rinascimentale che raffigura la Madonna con Bambino scolpita in pietra nel 1517.
Parlando invece di gastronomia vi consiglio di assaggiare le salsicce, le tipiche bombette e i gnumeredd, spiedini di agnello. Come dimenticarsi delle friselle, pane raffermo a forma di ciambella da accompagnare con pomodorini freschi, poi le fave e le orecchiette. Non sottovalutate l’olio, un prodotto semplice che se buono fa la differenza e quello pugliese lo è.
Se vi interessano le usanze e le tradizioni di questo luogo non potete mancare durante Pasqueredde, festività che si celebra il lunedì dopo Pasqua al Santuario della Madonna di Ibernia, in processione portando il dolce tipico, “u churrüchele”, questo dovrebbe portare prosperità e fecondità.
Un’altra festa molto caratteristica è quella dei Santi patroni Quirico e Giulitta dove si fanno processioni, concerti e fuochi d’artificio, il paese è completamente ricoperto di decorazioni luminose.
Leggi anche: “Viaggio in Puglia: Cisternino una piccola bomboniera pugliese”
Alberona
Alberona è un borgo che si trova nel Dauno, un Subappennino, e che conserva le tradizioni popolari di un piccolo borgo.
Il centro storico deve la sua bellezza sicuramente ai Templari, che costruirono innanzitutto la Chiesa Matrice, la torre militare e la torre del Gran Priore.
Da questo meraviglioso borgo si può godere di una vista stupefacente in cui il protagonista è il Gargano.
Nel 1312 ci fu la soppressione dell’ordine dei cavalieri templari, sostituita dall’ordine dei Cavalieri Ospitalieri.
Una volta soppresso anche il secondo ordine ci fu il fenomeno del brigantaggio.
Gli edifici che più caratterizzano Alberona sono le case in sassi, pietra bianca o in muratura.
Il simbolo del borgo invece è senza dubbio la Torre del Priore, in antichità in possesso dei Cavalieri templari poi residenza del Gran Priore dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, non dimentichiamo però un altro simbolo di questo magnifico borgo, che sono le fontane, che offrono acqua sorgiva, le più importanti sono la Fontana Muta, i Pisciarelli, Tumareddhè, la Pilozza e la Fontanella.
Altri monumenti importanti di questa cittadina da citare sono la chiesa di San Rocco, la chiesa Madre, l’Antiquarium Comunale, l’Arco Calabrese, l’arco dei Mille e ovviamente osservare tutto ciò che trovate di caratteristico percorrendo i vicoli del centro storico.
Per chi è interessato anche al trekking e ama passeggiare Alberona ha in serbo per voi anche moltissime opzioni di sentieri.
Non dimentichiamoci come al solito le pietanze tipiche del luogo: l’acqua sala, i cavatelli al sugo di cinghiale, la coteca con fagioli, il cinghiale, i torcinelli, la salsiccia, la soppressata, le pettole, cartellate, i funghi, il tartufo, gli asparagi e l’origano.
Leggi anche: “Vacanza naturalistica in Puglia tra i Monti Dauni, borghi secolari, parchi avventura e casette sull’albero”
Corigliano d’Otranto
Corigliano d’Otranto è un luogo molto particolare, una delle sue caratteristiche è che appartiene alla Grecia salentina e quindi si parla un dialetto che ha come radici il greco, infatti si chiama Griko.
Si trova a 26 chilometri circa da Lecce.
Fu la famiglia dei De Monti che fece costruire le mura che incorniciano tutto il borgo oltre che il castello De Monti, costruito esattamente nel 1465, caratterizzato dal suo fossato.
Poi abbiamo l’Arco dei Lucchetti, realizzato nel 1497, Palazzo Comi, un palazzo in pieno stile barocco.
Se vi piace farvi affascinare dovete assolutamente vedere la Chiesa matrice dedicata a S. Nicola, un trionfo di bellezza. La sua realizzazione risale al 1573, ha una struttura composta da tre navate, anche questa chiesa ha impronte di stile barocco, guardate anche il pavimento, è inspirato al mosaico della cattedrale di Otranto.
Vi piacerà sicuramente anche la maestosa torre campanaria tardo-gotica, datata nel 1465, rimasta incompiuta e con inciso inscrizioni di origine araba, la Cappella San Leonardo, la Chiesa di San Luigi, e la Chiesa Madonna degli Angeli.
Per tutti coloro che amano la storia e le testimonianze che possediamo del passato, proprio a Corigliano d’Otranto ne troverete, neolitiche. Se siete curiosi di scoprire in che cosa consistono ve lo dico subito, sono i grandi dolmen, Caroppo 1 e Caroppo 2.
Caroppo 1 e Caroppo 2 sono nello specifico due dei dolmen più famosi perché meglio conservati.
Locorotondo
Proprio come dice il suo nome che deriva dal latino Locus Rotundus, luogo rotondo, è un borgo racchiuso nelle sue mura e prende una forma circolare.
Locorotondo è noto per aver partecipato anche se per poco nel 1799 agli inizi della Rivoluzione Napoletana.
Questo luogo offre una terrazza e un belvedere da cui si può ammirare tantissimi piccoli vigneti che insieme compongono un quadro pittoresco, uliveti e ovviamente tanti trulli.
Questo brogo è caratterizzato dalla calce bianca degli edifici e dei muretti, che si sposa con le pietre locali barocche, un mix che ha creato un suggestivo angolo di paradiso.
Nel borgo non è presente qualche monumento o edificio che spicca rispetto agli altri, tutte le costruzioni rispettano un rigore logico e ordinato, però ciò che dovete assolutamente vedere è senza dubbio, l’antica Porta Napoli, il palazzetto del Comune, attuale biblioteca Comunale, il palazzo Morelli, in stile barocco e la chiesa Madre.
Poi ancora, una chiesa dedicata a San Giorgio e come dimenticare la piccola e graziosa chiesa dell’Annunziata, con all’interno statue di legno e cartapesta, la chiesa della Madonna della Greca, strutturata in tre navate con i capitelli delle colonne in stile medievali, la chiesa di San Nicola del 1660 e infine la chiesetta dell’Ospedale.
Bovino
Bovino è diventato Bandiera Arancione nel 2013, ma già apparteneva alla lista dei Borghi più belli d’Italia, dista 30 chilometri da Foggia.
Innanzitutto partiamo con il dire che questo meraviglioso borgo ha origini medioevali, questo è visibile soprattutto nella parte più antica del centro storico di Bovino che comprende vicoli lastricati in pietra, i palazzi nobiliari e portali di pietra.
In questo luogo suggestivo troviamo in totale 7 chiese e la possente e maestosa fortezza del duca, Castello Ducale, dove si trova il magnifico dipinto del “Martirio di San Sebastiano”.
Il simbolo religioso per eccellenza per quanto riguarda Bovino è senza ombra di dubbio la Basilica Concattedrale, con facciata romanica e dettagli bizantini.
Poi troviamo la Basilica dedicata all’Assunta, dichiarata monumento nazionale nel 1890 e concattedrale nel 1986.
La basilica custodisce la nota statua devozionale di Santa Maria di Valleverde oltre che le reliquie di San Marco di Eca, patrono di Bovino.
All’interno della basilica è inglobata una chiesa denominata Cappellone di San Marco di Eca, la particolarità dell’altare è che viene raffigurato il borgo medievale di Bovino, oltre che custodite le spoglie di San Marco.