Come sapete sono appena rientrata da un viaggio di 20 giorni in India. Un viaggio no way back che mi ha davvero cambiato la vita è il modo di vedere e approcciarmi a tante cose.
Sono stata 15 giorni in Kerala insieme a altri 30 travel blogger internazionali e, confrontarsi con altre persone che fanno il tuo stesso lavoro, ma in altre parti del mondo è sempre molto stimolante.
C’erano blogger provenienti da Australia, Nuova Zelanda, California, Indonesia, Malesia, Argentina, Cile, Brasile, Austria, Turchia, Sud Africa… insomma, davvero tutto il mondo!
Confrontandomi con loro, mi sono resa conto che questa tendenza a considerare principalmente Instagram a discapito dei blog di viaggio è solo tutta italiana,
Molti di loro avevano non più di 10k followers su Instagram, ma blog fortissimi e lavorano tanto e solo con il blog.
Eh già, perché all’estero conoscono meglio di noi il valore di un articolo sul blog rispetto ad un reel su Instagram, sopratutto quando si parla di viaggi, che prevedono un acquisto pensato e ragionato in seguito a studi e tu cerche sul web, rispetto all’acquisto di un vestito o un accessorio che può avvenire anche d’impulso ed in quel caso i social aiutano tanto a spingere la vendita.
Certo, i social aiutano a stimolare il desiderio di partire per quella meta piuttosto che per un’altra, ma poi in realtà la ricerca e la pianificazione del viaggio avviene su google attraverso i blog di viaggio.
Perché vi dico ciò?
Perché negli ultimi anni, ogni volta che andavo alle fiere del turismo in Italia (Rimini e Milano) e mi presentavo come travel blogger ad alcune agenzie italiane di alcuni enti del turismo, la prima domanda che mi facevano era: “quanti followers hai su Instagram” o ancora “noi laboriamo solo con blogger dai 100mila followers in su”, come se ci fosse un legame diretto tra Instagram e il blog.
Ma è proprio così? Assolutamente no, non c’è nessun legame tra blog e Instagram. Sono due piattaforme diverse e separate tra loro, con regole, modi e fruizioni diverse.
Instagram e blog non sono la stessa cosa
Eppure noi travel blogger italiani siamo caduti tutti in questo errore pensando che se non avessimo avuto abbastanza followers su Instagram non avremmo lavorato, mettendo da parte il blog.
E così, tanti travel blogger hanno abbandonato il loro blog a favore di Instagram investendo tutto il loro tempo ed energie su questo social, che cambia continuamente rendendoci schisavi dell’algoritmo.
Ammetto di essermi fatta influenzare anche io da ciò e dal fatto che in Italia, se non hai almeno 100k followers su Instagram non sei nessuno.
Ho così iniziato a investire tanto, tantissimo, troppo tempo ed energie su questo social, a discapito del blog, fino ad arrivare anche io ai tanti agognati 100mila followers. Ma che fatica!
Eh si, perché i social richiedono tempo, tempo che va tolto al blog, ed è il motivo per cui tanti hanno abbandonato il loro blog di viaggio.
Io però non l’ho fatto. Si, è vero, ho iniziato a gestirlo di meno, ma non l’ho mai abbandonato.
Se prima al ritorno da un viaggio scrivevo anche 3 o 4 articoli, ora riesco a scriverne solo uno, massimo due. Perché poi ci sono i reel Instagram da preparare, e per ogni reel fatto bene ci vogliono almeno 3 ore di lavoro.
E quindi i blog sono morti?
Ti darò una risposta che non ti aspetti. No, non sono morti, ma sono vivi e vegeti e ti fanno fatturare anche più di Instagram!
Se continui a gestire il tuo blog con costanza e professionalità, continuerà ad avere tanti lettori e di conseguenza la possibilità di guadagnare con i link di affiliazione inseriti all’interno degli articoli.
E credetemi, non c’è niente di più bello dell’essere dall’altro lato del mondo facendo un trekking, una visita culturale o semplicemente rilassandoti in spiaggia e ricevere un’email di notifica che hai appena effettuato una vendita con il tuo link di affiliazione, grazie al lavoro fatto mesi prima.
Ma non è tutto.
Negli ultimi mesi mi avete visto in viaggio in posti bellissimi: Sri Lanka, Malesia, Kerala, Bahamas…
Pensate ci sia andata grazie al mio profilo Instagram?
Forse in parte, perché io Instagram lo considero un po’ una sorta di portfolio, ma in realtà mi hanno invitata per il mio blog.
Per partecipare ho dovuto mandare tutti gli screen shot degli analytics del mio blog ed i vari KPI (DA, PA, ZA).
E quindi i blog sono morti? No, non sono morti, ma con un blog di viaggio puoi ancora lavorare e tanto.
E poi ricorda, il blog è di tua proprietà e sei tu a decidere quando aprirlo, quando chiuderlo e le sue sorti. Con i social sei sempre soggetto all’algoritmo e potrebbero chiudere dall’oggi al domani (come è successo con Google+ o Snapchat) rendendo vano il tuo lavoro.
Lo sapevi? Raccontami la tua esperienza.
Anna