Quante volte vi è capitato di trovare un volo economico per una destinazione che sognavate di vedere da tempo, ma poi, quando siete andati a cercare l’hotel giusto, i prezzi erano decisamente sopra la media?
Questa situazione, purtroppo, capita piuttosto spesso nei periodi di alta stagione a ridosso di ponti e festività.
Trovare un compromesso tra la voglia di viaggiare e pernottare in un posto accogliente senza spendere più di quanto si guadagna, a volte diventa difficile e impegnativo.
Cosa fare in questi casi?
Se siete degli inguaribili viaggiatori e vi piace approfittare di ogni ponte o giorno di festa per visitare un città nuova, una soluzione pratica che potrebbe fare al caso vostro è l’home sharing.
Di cosa si tratta? Di una pratica molto americana che ormai si sta sempre più diffondendo anche in Italia, di mettere a disposizione la propria casa a persone di altri paesi ed essere, alo stesso tempo, ospitati a casa di altri. Un pò come succede nel film natalizio “l’amore non va in vacanza” con Cameron Diaz.
Attraverso questa pratica, in forte via d’espansione, ogni anno un copioso numero di turisti trova facilmente collocazione nella città che desidera visitare, facendo affidamento sull’accoglienza di qualcuno che mette a disposizione la sua casa come alloggio.
L’idea di offrire soggiorno ai viaggiatori si è confermata negli ultimi anni come la più proficua tra quelle dedite alla promozione del turismo, poiché mettere a disposizione una casa ben curata a un costo contenuto risolve una problematica che è solita preoccupare molto i turisti e limitare le possibilità di chi vorrebbe muoversi più spesso ma a basso costo.
Viaggiare attraverso l’homesharing inoltre non è mai stato tanto facile: il web è, già da diversi anni, affollato di piattaforme attraverso cui i turisti e gli ospitanti si mettono in contatto, creando uno spazio di collettività e condivisione completamente dedicato ai viaggi e a tutto quel che ne concerne.
Questo tipo di attività infatti non deve necessariamente essere a senso unico: molti sono i viaggiatori che decidono di scambiarsi casa per una durata di tempo comunamente concordata, un po’ come accadeva per Cameron Diaz e Kate Winslet che in L’amore non va in vacanza prendono la tempestiva decisione di fare a cambio vita per un po’.
L’homesharing infatti andrebbe visto da una prospettiva ben più ampia e articolata: percepirlo solo come un modo come un altro di trovare il giusto alloggio per le vacanze è limitante. Ma se lo si guarda come l’incredibile opportunità di scambio, condivisione e crescita qual è, le possibilità di guadagnarci, in termini di maturazione e costruzione di sé, potrebbero triplicarsi.
Tutti in effetti abbiamo speso energia e denaro nella progettazione di un posto che potesse corrispondere al meglio all’idea di casa che avevamo in mente da bambini: tenerlo solo per noi, se ci pensate, vorrebbe dire sprecare una costruttiva occasione di scambio. Attraverso l’homesharing, infatti, quello stesso appartamento, arredato con cura e tanto amore, potrebbe diventare, oltre che una cospicua fonte di guadagno, un biglietto per una nuova ed entusiasmante avventura.
Non vi resta che chiamare il vostro imbianchino di fiducia, richiedere il costo per un’imbiancatura, tinteggiare le pareti, dare nuova linfa alla casa in cui vivete da sempre e trovare qualcuno a cui cederla per un po’, in cambio di un altro posto nel mondo da esplorare e fare vostro.