Questo week end a Napoli è tornato il Festival dell’Oriente, una tre giorni per immergersi nelle culture e nelle tradizioni delle culture orientali.
Il fascino del Buddha e dell’Oriente, da sempre attira molti viaggiatori e, per coloro che non possono permettersi un viaggio in Asia, è l’Asia che arriva in Italia con la sua cultura, i suoi colori, i suoi ritmi incalzanti attraverso il Festival dell’Oriente.
Mostre fotografiche, bazar, stand commerciali, gastronomia tipica, cerimonie tradizionali, spettacoli folklorisitici, medicine naturali, concerti, danze e arti marziali si sono alternate nelle numerose aree tematiche dedicate ai vari paesi in un continuo ed avvincente susseguirsi di show, incontri, seminari ed esibizioni per attraversare, da padiglione a padiglione Thailandia, Nepal, Tibet, India, Egitto e Tunisia…
Non vi nego che mi è venuta una grande nostalgia della medina di Tunisi, della sua Kasbaq, ma anche dell’Egitto e di quel viaggio indimenticabile fatto a luglio… ma mi è venuta anche una grande voglia di andare in Thailandia, alla ricerca di risposte a molte domande rimaste in sospeso… Sono stata quasi tentata di acquistare uno degli amuleti del Buddha consacrati in uno dei templi Buddisti, ma poi mi sono fermata e mi sono ripromessa di farlo direttamente a Bangkok. Quando? Presto, sicuramente…
A parte a grande confusione di gente e di bancarelle, molte uguali tra loro, ho trovato davvero interessante il Festival dell’Oriente, un modo simpatico per avvicinare delle terre e culture così lontane anche a chi non può permettersi un viaggio del genere.
C’erano alcune aree con ristoranti di cucina tipica, altre dedicate invece a degli spettacoli folkloristici, meravigliosi direi, come ad esempio lo spettacolo dei tamburi giapponesi, un’esperienza imperdibile molto coinvolgente che richiama le antiche battaglie per intimidire i nemici, o quello della danza del ventre, giusto per citarne alcuni. Tre aree adibite a zona spettacolo per vivere l’emozione dei balli e canti tipici.
L’ultimo padiglione, invece, era dedicato alle arti marziali, con vere e proprie dimostrazioni, performance e seminari di Aikido, Karate, Ju Jitsu, Tai Chi Chuan e tutte le arti marziali Orientali, fino alle discipline Occidentali Kick Boxing o Krav Maga.
Un evento all’insegna della filosofia, della spiritualità e della spettacolarità che affonda le radici nell’antichità.
E, poi, sicuramente la parte più gioiosa di tutto il Festival, che l’ha reso diverso da una classica fiera, è stato l’Holi Festival, la festa del colore, un importante momento d’incontro tra culture diverse che prevedeva il cospargersi di polveri colorate a simboleggiare l’uguaglianza di qualsiasi cultura ed etnia; i colori ci rendono uguali, ci rendono liberi da pregiudizi e sentimenti negativi.
Tutti i partecipanti avevano la possibilità di colorarsi da capo a piedi, adulti e bambini, sconosciuti e amici, in un’unica grande festa di amore verso il prossimo e di uguaglianza sociale e culturale.