Reggio Emilia
Dove dormire
Pietra di Bismantova
A pochi km da Reggio Emilia, dirigetevi verso l’Appennino, lì dove c’è la famosa Pietra di Bismantova narrata da Dante Alighieri nella Divina Commedia e raffigurata come il Purgatorio. Sembra un castello incantato, ma in realtà è una montagna fatta al rovescio, larga in cima e stretta alla base composta in alto da arenaria e in basso da marma. Un luogo davvero molto suggestivo dal quale c’è una veduta pazzesca su tutta l’Emilia!
Da qui partono numerosi sentieri naturalistici dove è possibile osservare anche una Carbonaia con legno di faggio per fare il carbone vegetale e fare clymbing con la magnesite dalla zona del pilone giallo.
Castelnovo ne’ Monti
Castello di Torrechiara
Sapevate che questo castello era stato regalato dal conte Pier Maria Rossi alla sua amante Bianca Pellegrini e non alla moglie? Per amore di questa donna lasció la moglie e 10 figli per trascorrere il resto della sua vita con la sua amata Bianca, ritratta in più scene in questo castello.
Forse proprio per questa storia così romantica, questo castello ha un fascino così particolare.
Pier Maria Rossi, signore di Parma, detto Il Magnifico era un grande condottiero, e di battè contro la Repubblica di Venezia per riconquistare tutti i castelli tolti al Ducato di Parma. Durante una visita alla duchessa Visconti di Milano, conobbe Bianca Pellegrini, che all’epoca era la dama di compagnia della duchessa e se ne innamorò perdutamente nonostante fossero entrambi già sposati.
Ma ciò non fu di ostacolo al loro amore e Pier Maria portò Bianca a Parma e per lei fece costruire il Castello di Torrechiara, e affrescare ogni stanza del castello per lei, come simbolo del loro amore. Passeggiando per le numerose stanze non è difficile notare scene in cui sono ritratti i due amanti, fino alla più bella di tutte,la camera d’oro risalente al 1462, con opere del pittore Benedetto Bembo, che era la loro camera da letto. . Il loro doveva essere proprio un grande amore, di quelli difficili da trovare ancora oggi ed entrambi sono sepolti nell’oratorio del Castello.
Schia e i Parchi del Ducato
Siamo poi giunti a Schia, dove ci sono alcune stazioni sciistiche ed alcuni rifugi di cucina casereccia molto carini (come il Rifugio di Bonfanti Franco o Camping Schia) dove fermarsi a mangiare prima o dopo delle piacevoli passeggiate nella natura dei parchi del Ducato e dei parchi dei 100 laghi.
In questa parte dell’Appennino è possibile osservare la pecora cornigliese, una particolare pecora senza corna dal manto bianco maculato che deve il suo nome a Corniglio, un piccolo comune dell’alto Appennino parmense in cui è allevata da diversi secoli sin dalla metà del ‘700 quando i Borboni – allora duchi di Parma e Piacenza – ordinarono di far incrociare pecore della zona di Parma con animali di razza merinos, dalla Spagna, per ottenere capi in grado di produrre lana pregiata. All’inizio del ‘900 è stata incrociata con arieti bergamaschi per migliorare l’attitudine alla produzione di carne ed oggi è presidio slow food per la qualità della sua carne.
I loro cuccioli erano dolcissimi, quando mi fanno vista mi sono saltati addosso in cerca di coccole. Abbiamo conosciuto Sara, la pastora, che ha deciso di dedicare la sua vita all’allevamento delle pecore che tratta come figli.
Abbiamo poi assistito alla stagionatura del Prosciutto di Parma DOP e culatta di Lagrimone dell’azienda Vescovi Renato che produce 40 mila prosciutti e 8 mila culacce.
Dopo 12 mesi puó essere considerato prosciutto di Parma e marchiato da un esperto del consorzio di tutela, se conforme al disciplinare DOP
Dove dormire
Qui potete fermarvi a dormire alla Locanda della Pieve, un tre stelle molto ben curato con una vista pazzesca su tutta la vallata!
Borgo medievale di Vigoleno
Arrivando a Vigoleno sembrerà di essere stati teletrasportati in una fiaba, con il suo castello dalle mura difensive con i bordi merlati. Un borgo molto molto romantico che sembra essere stato fondato prima dell’anno 1000, dove si insediò un gruppo di guerrieri longobardi con le famiglie, ed ancora oggi è abitato!
È uno dei pochi castelli in cui è possibile vedere perfettamente il il mastio quadrangolaree ed il rivellino, una trappola usata per i nemici che li richiudeva tra due portoni per tenerli in trappola e proteggere in questo modo il vero portone d’ingresso. In tutti gli altri è andato distrutto. Le stanze interne sono private ma ho avuto comunque l’opportunità di vederle ed ammirare la l’iro bellezza. Furono fatte decorare nella prima metà del novecento dalla Duchessa Maria Ruspoli de Gramont che lo trasformò in un vero e proprio salotto culturale dandogli nuova vita. Tra i bellissimi salotti pieni di quadri e oggetti antichi, all’interno del castello si trova anche il teatro più piccolo d’Europa. E poi… che meraviglia il panorama dalle Guglie sulla Val Stirone! In giorni di non c’è foschia si riescono a vedere persino le Alpi!
In questo borgo, si trova dia un albergo diffuso 5 stelle che vi permette di vivere come se fosse tornato nel medio evo, ma in pieno confort, sia il museo degli Orsanti, gli artisti di strada che partirono proprio da qui con orsi ammaestrati verso l’Europa in cerca di fortuna. In questo museo, voluto dall’eclettica arrista Maria Teresa Alpi, sono raccolti tutti gli accessori, i giocattoli e gli utensili caratteristici della loro vita. Troverete quindi burattini antichissimi, un carrettino dei gelati e utensili che ricordano quelli delle nostre nonne.
Castell’Arquato
Cosa mi è piaciuto della provincia di Piacenza? I numerosi borghi medievali con castelli, fortini e guglie che sembravano portarti indietro nel tempo! Mi sono innamorata della veduta su tutta la Cal D’Arda e la pianura Padana dalla Rocca Viscontea di Castell’Arquato eretta sulla roccia, di cui oggi rimangono la struttura perimetrale e le torri difensive e che domina la Val D’Arda da 224 metri d’altezza! Fu eretta da Luchino Visconti tra il 1342 e il 1349 sulle fondamenta di una preesistente struttura romana ed è stata protagonista di molti film storici, tra cui i Borgia e LadyHawke.
Non perdetevi una visita anche alla chiesa della collegiata di Santa Maria Assunta, al cui interno si trovano oltre alle bellissime cappelle affrescate, anche un crocifisso ligneo del ‘300 e la fonte battesimale in pietra risalente al VII secolo, che in alcuni casi viene usata ancora oggi.
Uscendo dalla chiesa, notate i fossili di conchiglie sulla parete di fronte, resterete a bocca aperta, perché il mare non è certo vicino!
Eppure un tempo tuttavia pianura padana era sommersa dal mare: incredibile vero?
Qui ci siamo fermati a mangiare l’ottima cucina piacentina alla Locanda del Verro dove abbiamo provato i Pisarei con faso.
Piacenza
Potete chiudere il tour nella bellissima cittadina di Piacenza, ai confini con la Lombardia, collegata con quest’ultima da 4 ponti sul fiume Po.
Forse molti non sanno che è ance soprannominata la Primogenita perché nel 1848 fu la prima città italiana a votare con un plebiscito l’annessione al Regno di Sardegna. Fu fondata nel 218 a.C., fu la prima colonia romana nell’Italia settentrionale, insieme a Cremona, come importante avamposto militare contro Annibale che muoveva dalla Spagna per giungere in Italia e portarvi devastazione conquistando i territori del Ticino e della Trebbia.
La si visita tranquillamente in una giornata, ma vi consiglio di rilassarvi al tramonto sulla terrazza dell’Hotel Grande Albergo Roma, degustando un ottimo aperitivo. Io , essendoci andata la sera della festa della donna, ho bevuto un cocktail mimosa realizzato apposta per l’occasione.
Fermatevi anche a mangiare al ristorante dell’albergo degli ottimi piatti locali rivisitati in chiave moderna.