Sono una travel blogger di professione. Ho iniziato a fare questo lavoro 10 anni fa, quando nemmeno si pensava potesse essere considerato un lavoro.
Ho avuto la fortuna di aver attraversato tutte le fasi del lavoro di travel blogger dalla nascita fino ai giorni nostri con l’avvento dei travel influencer e vivere in prima persona tutti i cambiamenti di comunicazione che ci sono stati negli ultimi anni, cercando di restare sempre sul pezzo per mantenermi a galla.
Il travel blogging 10 anni fa: le live su twitter
All’inizio lavoravo principalmente con il blog. Alla fine di ogni viaggio scrivevo li i miei reportage e itinerari di viaggio, corredandoli di fotografie scattate in prima persona, tutte rigorosamente in formato orizzontale.
I social, invece, erano solo uno strumento per portare traffico al blog.
Usavo principalmente Facebook, Twitter, Pinterest e Instagram, ma più come portfolio fotografico.
Quando partivo per un viaggio, che fosse da sola o con altri blogger, era Twitter il nostro social preferito su cui condividevamo live ogni singolo momento dell’itinerario con foto corredate da un breve testo e un hashtag di riferimento, attraverso il quale era possibile poi seguire tutto il viaggio, anche a posteriori.
Bastava fare la ricerca per hashtag, anche a mesi di distanza, e poter vedere tappa dopo tappa tutto l’itinerario del viaggio live e le persone che avevano partecipato.
L’avvento delle instagram stories
Fino a quando non sono arrivate le stories Instagram. Da allora c’è stato un cambio epocale nel mondo del travel blogging.
All’inizio ho continuato a usare i due social in contemporanea, ma poi, sempre più brand e aziende hanno iniziato a chiedere le stories Instagram per il racconto live dei viaggi.
Bastava pubblicare qualche video e il lettore/spettatore veniva proiettato direttamente nel luogo in cui mi trovassi, coinvolgendolo maggiormente rispetto alla pubblicazione di sole foto.
Con i video poteva e può vedere live i colori, i suoni, e avere un’idea più veritiera di com’è una destinazione in tempo reale.
Certo, le stories hanno il limite delle 24 ore ed è il motivo per cui, soprattutto nei primi anni, nonostante l’avvento delle Instagram stories, molti enti del turismo hanno continuato a prediligere e richiedere Twitter per il racconto live di un viaggio o di un evento istituzionale.
I Tweet, una volta lanciati, restavano li ed erano più facilmente misurabili.
Le stories, invece, se non riuscivi a vederle entro 24 ore andavano perse. Senza contare che, per sapere effettivamente che copertura avessero avuto bisognava richiedere gli screen shot, poiché non era possibile risalire al loro engagement attraverso tools esterni, come invece avviene per post e contenuti pubblici.
Il cambio epocale: da twitter a instagram
Poi però Instagram ha inserito la possibilità di salvare le stories in evidenza negli highlights dando la possibilità ai lettori di poterle vedere anche a distanza di settimane, mesi e anni. E da allora Twitter è stato completamente accantonato.
Nessuno ha iniziato più a richiederlo per il racconto live dei viaggi ed un po’ alla volta anche noi travel blogger abbiamo smesso di usarlo.
E ammetto che un po’ mi è dispiaciuto.
Nonostante non abbia tantissimi followers, su Twitter ero riuscita a crearmi una bella community e conoscere persone interessanti che dal virtuale sono diventati poi anche amici / colleghi / business partner reali.
Avevamo creato la nostra community di “Twitter lovers” dove interagivamo e ci supportavamo a vicenda, creando anche sinergie lavorative e partnership aziendali. Persone che ovviamente continuo a vedere e sentire anche ora, nonostante abbia un po’ accantonato questo social.
Twitter per anni è stato un ottimo strumento di lavoro. Oggi lo ammetto, mi collego forse una volta al mese.
Credo che Twitter continui a funzionare per il giornalismo e la politica, ma ahimè, il mondo dei viaggi e dell’influencer marketing ormai si è spostato su Instagram per primo e su Tik Tok di recente.
E tu lo sapevi che all’inizio i travel blogger raccontavano live i loro viaggi su Twitter?
Trovi un intero capitolo dedicato a Twitter anche sul mio libro “Manuale per aspiranti blogger” la guida completa per aprire un blog da zero e trasformarlo in uno strumento di lavoro a tutti gli effetti.