La Sicilia è una regione con una grandissima varietà artistica, storica, culturali e naturale.
Un viaggio in Sicilia richiede inevitabilmente un on the road, anche se per girarla tutta in modo approfondito ci vorrebbe almeno un mese.
Se quindi si ha a disposizione una settimana o poco più, consiglio di concentrarsi su piccole zone, ma ricche di attività da fare e da scoprire.
Una delle zone che ho approfondito durante uno dei miei ultimi viaggi in Sicilia è stata la Val di Noto, culla barocca dell’isola nella zona sud-orientale della Sicilia, individuata tra la provincia di Ragusa, di Siracusa e parte delle province di Catania, di Enna e di Caltanissetta.
Le otto città che fanno parte della Val di Noto sono Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli, oggi tutte Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Tutte queste cittadine furono ricostruite dopo il terribile terremoto del 1693, che rase letteralmente al suolo interi centri abitati, devastando completamente la memoria urbanistica della zona. Ciò che vediamo attualmente è quindi il risultato di una ricostruzione di città pensate come opere d’arte, capolavori dell’architettura tardo barocca del 17° secolo.
Come raggiungere la Val di Noto
Per raggiungerla è consigliabile noleggiare un’auto. Io l’ho fatto attraverso il sito web Discover Cars, un portale di comparatore prezzi che confronta le offerte proposte da diverse imprese di noleggio auto per aiutarti a scegliere l’auto perfetta per il tuo viaggio.
Tutti i prezzi che si trovano su Discover Cars includono già tutti i supplementi, le tasse e gli extra obbligatori e, qualora si voglia, c’è la possibilità di acquistare la copertura totale in caso di furti o incidenti, in modo tale da non avere sorprese al tuo arrivo.
Io ho noleggiato un’auto a Catania e da lì mi sono spostata verso la Val di Noto, che dista circa un’ora di macchina. La strada per raggiungere la Val di Noto da Catania è piuttosto semplice ed è quasi interamente tutta autostrada a due corsie senza pedaggio.
Ho impostato il navigatore incorporato nell’auto e via direzione Noto.
Cosa vedere nella Val di Noto
Catania
Il mio itinerario è partito proprio da Catania, dove ho noleggiato l’auto. Qui mi sono fermata a vedere il Duomo nella bellissima Piazza Duomo, dove si trova anche la statua dell’elefante.
Il centro storico di Catania inizia da Piazza del Duomo che si trova dove sorgeva un tempo la Platea Magna. È questo il centro, sia reale che simbolico, della città di Catania, oggi è anche un’isola pedonale dove ci sono le principali e alcune delle più importanti vie della città come via Etnea, Via Garibaldi, Via Vittorio Emanuele e via Crociferi.
Via Etnea fu realizzata agli inizi del XVIII secolo, veniva chiamata anticamente via Sacra, perché prende il nome dai padri crociferi della Chiesa di San Camillo. È una delle vie più belle d’Italia con un panorama mozzafiato direttamente verso l’Etna.
Al centro di piazza Duomo si trova l’imponente fontana dell’Elefante, legata al mistero e alla leggenda del mago Eliodoro.
Andando invece alle spalle della Piazza, troviamo la “pescaria” di Catania, il famoso mercato del pesce molto folkloristico che da sempre attira catanesi e turisti.
La visita a Catania è stata breve perché poi mi sono diretta verso Noto, ma vi consiglio di dedicarci almeno due giorni.
Noto
Seconda tappa del mio on the road della Sicilia è stata la città di Noto. Arrivarci da Catania è stato piuttosto semplice, nonostante non conoscessi le strade. Ho avuto un po’ di difficoltà solo nell’uscire da Catania città ed imboccare l’autostrada.
Noto è un piccolo capolavoro del barocco siciliano, un paesino arroccato su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro.
Veniva chiamata anticamente Neas dai siculi, Neaton dai greci e Netum dai romani, furono gli arabi a darle il nome definitivo. Il termine in arabo che ha equivalente significato in italiano, voleva essere un omaggio alla bellezza e all’importanza della città.
Importante centro siculo, romano, bizantino e poi arabo, fu distrutto nel pieno del suo splendore dal terremoto avvenuto nel 1693, ma grazie alla ricostruzione, Noto è divenuta una magnifica città d’arte, patrimonio Unesco assieme a Caltagirone, Militello, Catania, Modica, Palazzolo, Ragusa e Scicli.
La straordinaria bellezza di Noto, e delle altre città ricostruite dopo il terremoto, caratterizza tutta la Val di Noto.
Simbolo della città è sicuramente il Duomo barocco e tutta la Piazza Duomo, dove è impossibile non fermarsi a scattare delle foto.
Arrivarci in auto è stato piuttosto semplice, così come parcheggiare. Ci sono molti parcheggi a strisce bianche gratuite per strada nei pressi del centro storico, dove ho lasciato l’auto durante la mia visita di una giornata.
Marzamemi
A soli 15 minuti di auto da Noto, troviamo il bellissimo e caratteristico borgo di pescatori di Marzamemi, che nasce e si sviluppa completamente sul mare e dove il tempo sembra essersi fermato.
Questo borgo nacque intorno all’anno mille, quando gli Arabi costruirono la Tonnara, che per molti secoli fu la principale di tutta la Sicilia Orientale.
Questo magnifico e strabiliante Borgo Marinaro risale al ‘700 quando la Famiglia Villadorata, modificò la Tonnara ampliandone gli spazi, costruendo la chiesa di San Francesco di Paola, e le case dei pescatori.
Ci sono molti parcheggi a pagamento tutto intorno al borgo dove è possibile lasciare l’auto per l’intera giornata a soli € 4,00. Vi consiglio di dirigervi nel tardo pomeriggio, fare una passeggiate e poi fermarvi per cena in uno dei gustosi ristorantini di pesce fresco del borgo.
Ragusa Ibla
Immancabile poi una tappa nel cuore del barocco di Ragusa Ibla, una città citata dalle fonti antiche. Nel centro indigeno, odierna Ragusa Ibla, si sapeva ci fossero delle necropoli sin dai secoli scorsi. La collina di Ibla è vero e proprio sbarramento, una roccaforte naturale nei pressi del fiume Irminio.
Sono stati ricavati dei gruppi sepolcrali con tombe indigene a grotticella artificiale, scavate dall’uomo nella roccia, riconducibili a oltre 3.000 anni fa.
Alcuni scavi nel centro storico di Ragusa lbla, hanno rispolverato resti di una capanna, due case di età ellenistica, del periodo in cui Hybla fu visitata dai messi delfici in occasione del loro viaggio siciliano.
Vennero trovate anche 8 carreggiate che attraversavano la roccia. Tutto questo rappresenta una chiara testimonianza del fatto che esistesse un grosso nucleo abitato e l’importanza in età ellenistica.
Qui il barocco lo si nota ad ogni angolo, a partire dai mascheroni che campeggiano da balconi e finestre quasi a voler spaventare i visitatori.
Assolutamente da vedere è la Cattedrale di San Giorgio, antica chiesa madre della città di prima del 1693, che sorgeva all’estremità est dell’abitato, nei pressi dell’attuale Giardino ibleo, dove si trova ancora il grande portale quattrocentesco, di stile gotico-catalano, unica vestigia rimasta dell’antico tempio.
Riserva di Vendicari
La Riserva di Vendicari si trova a metà strada tra Noto e Marzamemi sulla strada provinciale che collega le due. E’ un’oasi tra le più belle d’Europa e comprende un’area di 15000 ettari di terreno e 13 chilometri di costa incontaminata dove è possibile passeggiare tra ginepri, cactus, lentischi e salicornia, tra vecchi reperti bizantini ed osservare i fenicotteri rosa nel loro habitat naturale! Partendo da Marzamemi con l’auto, bisogna deviare in direzione Vendicari e poi proseguire lungo la strada sterrata che porta quasi fino alla riserva.
Poco prima dell’ingresso c’è un grande parcheggio all’aperto dove, con soli € 3,00 è possibile parcheggiare l’auto per tutto il girono all’ombra di una pianta e ricevere una bottiglina d’acqua per la visita.
L’ingresso alla riserva costa € 5,00 ed una volta entrati è possibile trascorrere l’intera giornata. Qui ci sono molti sentieri naturalistici, i resti dell’antica tonnara, una bellissima spiaggia di sabbia bianca dove fermarsi a fare il bagno ed una passeggiata naturalistica immersi nel verde davvero bella e rigenerante.
Consiglio di portare il pranzo a sacco e trascorrere l’intera giornata.
Scicli
Scicli, anch’essa Patrimonio UNESCO, ha origini che risalgono all’età del rame, e fu fondata dai Sicel, da cui prende il suo nome.
Fu poi conquistata dagli arabi e successivamente dai normanni.
Questa città ebbe un importante ruolo anche alla dominazione angioina nei Vespri siciliani, a cui decise di ribellarsi.
Nel 1693 ci fu un tragico terremoto che rase al suolo la città, per questo motivo fu ricostruita in stile barocco siciliano, che è ciò che porta ogni anno da ogni parte del mondo moltissimi turisti a visitarla.
La città è famosa per le processioni religiose, come il “Presepe” che viene recitato all’interno delle grotte di Chiarafura che fanno da cornice alla città. Queste grotte sono grotte di tufo che negli anni ’50 erano abitate da alcuni poveri.
A Pasqua è caratteristica la sfilata di “Uomo Vivo”, composta da una lunga processione che percorre tutta la città.
Si festeggia anche l’apparizione della Madonna, in sella ad un cavallo bianco che afferra una spada.
E’ una cittadina molto viva piena di ristorantini e localini e dove è possibile ammirare tutto il barocco siciliano, a partire dai mascheroni che si trovano alle facciate delle porte e dei balconi, proprio come a Ragusa.
Caltagirone
In un tour nella Val di Noto non può mancare una visita a Caltagirone, la città famosa per le sue ceramiche. Questa città, sede viscovile dal 1816, è conosciuta per la produzione della ceramica, oltre che importante centro agricolo. Il centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2002.
Il nome di Caltagirone proviene sicuramente dall’arabo qalʾat che significa castello, fortezza o rocca, così come accade per molti altri comuni siciliani e al-ḡīrāni cioè “castello delle grotte”, per via delle numerose grotte disseminate sul territorio.
La città è ubicata tra i monti Erei e gli Iblei, ed è attraversata dalla Strada statale 417, che la collega a Catania e a Gela.
Qui è assolutamente da vedere la cattedrale di san Giuliano, ricostruita più volte, dopo i terremoti del 1542 e del 1693, il Museo regionale della ceramica, il museo dei presepi e la famosa scalinata di Santa Maria del Monte del 1606 di 142 scalini che nei secoli è divenuta per i cittadini uno dei simboli di Caltagirone. Il il 24 e il 25 luglio di ogni anno la scalinata di Caltagirone viene illuminata da ragazzi e adulti, che con le luci danno forma a un disegno sempre diverso.
Modica
Nel tour della Val di Noto non può mancare una visita a Modica, anch’essa patrimonio Unesco, famosa per la produzione del noto cioccolato di Modica di derivazione Azteca.
Si tratta di una città di origine neolitica, capitale di un’antica e potente Contea, che vanta un ricco repertorio di specialità gastronomiche, oltre a un grande patrimonio artistico e culturale.
Il centro storico della città è suddiviso in due grandi quartieri: Modica Alta e Modica Bassa, dove si trovano numerosi palazzi tardobarocchi, chiese con maestose gradinate e grandi capolavori.
Assolutamente da vedere il Castello dei Conti, una fortificazione costruita in cima ad una rupe rocciosa con mura a strapiombo, ha rappresentato per tanti secoli la sede del potere politico e amministrativo di quella che fu la Contea di Modica.
Portopalo di Capo Passero
Ultima tappa del tour è Portopalo di Capo Passero, il borgo più a sud d’Italia, ben 80 km più a sud di Tunisi, dove si incontrano Mar Ionio e Mar Mediterraneo.
Si trova in provincia di Siracusa, ed è un borgo mozzafiato, per la bellezza del suo mare e per la sua natura incontaminata.
Capo Passero è l’estrema punta sud-orientale dell’isola di Sicilia, e fa da spartiacque tra Mar Ionio e Mar Mediterraneo.
Nel borgo troviamo l’affascinante Castello Tafuri, costruito in stile Liberty dal marchese Bruno di Belmonte. L’opera venne realizzata nel 1935 e venne passata dalla famiglia Belmonte a Fabrizio Tafuri di Pachino.
La fortezza fu anche un locale per sale da ballo, poi un hotel, fino a rimanere completamente abbandonato. Oggi è un luxury resort sul mare. Nei pressi del castello ci sono ancora i resti della tonnara, che rappresentano un monumento di archeologia industriale perché illustra la storia di quella che era la principale attività di sostentamento per gli abitanti.