Che amo lo sport ormai lo sapete da tempo, così come è da tempo che volevo provare un’esperienza di canyoning, ma per farla, ovviamente c’è bisogno di montagne belle alte, come solo le Alpi possono essere.
Dopo un mese esatto dalla mia ultima visita sono così ritornata in Friuli Venezia Giulia sulle Dolomiti Friulane, patrimonio nazionale dell’Unesco, per un’emozionantissima esperienza di canyoning a Clauzetto, in provincia di Pordenone, lungo il torrente Cosa.
Un’esperienza avvincente ed emozionante che mi ha lasciata adrenalinica e senza fiato per giorni!
Per la prima volta in vita mia ho guadato un torrente, scalato montagne in costume completamente bagnata, ma soprattutto, mi sono lanciata nel vuoto appesa solo ad una fune! Si, esatto, avete letto bene!
E l’ho fatto non una, ma ben due volte. Beh, alla seconda mi era venuto un pò il panico, ma poi mi è passato quasi subito. L’emozione di lanciarsi lungo la roccia ripida e di atterrare nell’acqua gelida è indescrivibile. La sera sono tornata in hotel stanca ma felice, e questo stato di felicità, misto ad eccitazione ed adrenalina è durato per giorni, al punto che non vi nego di soffrire di un pò di depressione nostalgica e non vedo l’ora di partire per un nuovo viaggio.
Ma perchè è così emozionante questo canyoning?
Il canyoning o torrentismo è uno sport in parte acquatico ed in parte alpinistico che consiste nel seguire il percorso dell’acqua che scende dalle montagne discendendo il loro percorso attraverso alte pareti di roccia. Con tecniche specifiche e gli strumenti adatti, seguiti da una guida alpina esperta, si superano gli ostacoli che si incontrano: cascatelle, marmitte dei giganti scavate dall’acqua nella roccia, toboga (scivoli naturali levigati dall’erosione) e salti.
Noi siamo partiti da Clauzetto, in provincia di Pordenone, dall’altezza del ristorante/bar il Furbetto, dove c’è la più alta concentrazione di forre d’Europa, attraversando le grotte e l’Orrido di Pradis, un complesso di cavità carsiche tra le più affascinanti del Friuli Venezia Giulia.
Le forre anche chiamate gole, sono delle valli profonde con pareti molto ripide, generatesi in seguito all’erosione provocata dall’acqua, di cui le montagne di questa zona sono particolarmente ricche.
Questa attività viene concepita come una vera e propria terapia dal gestore del centro Play and Life, Svend Liimakka Laue, un danese che si è innamorato di questa zona d’Italia e infatti dal sito afferma che la paura dell’altezza o la claustrofobia possono essere vinte con l’ausilio dell’EFT (un metodo energetico basato sui principi dell’agopuntura) e il supporto di un terapista.
Per quanto riguarda l’equipaggiamento, ci hanno fornito loro una muta in neoprene di 5 mm, caschetto, imbragatura e zaino stagno. Sono consigliati gli scarponcini da trekking o simili che possono essere bagnati, costume da bagno da mettere sotto la muta, una tshirt sintetica perchè si bagnerà; scarpe ed abbigliamento di ricambio per il dopo.
Vi renderete conto che, dopo aver attraversato gran parte del torrente, la fame era pazzesca. Quindi ci siamo fermati a rinfocillarci da Il Furbetto dove ci hanno servito degli ottimi piatti Friulani, di cui vi parlerò in un articolo dedicato.
Per ora, vi lascio il video dell’avvincente avventura. Non viene voglia anche a voi di tuffarvi?? 😉