Berlino è una di quelle città che ho visitato anni prima di aprire il blog e di cui non ne ho mai parlato. Eppure è una città che mi è rimasta nel cuore per i sui contrasti ed i suoi ossimori.
Una città che profuma di storia e di passato ma che allo stesso tempo è così moderna, pur mantenendo intatti i ricordi della seconda guerra mondiale.
Il monumento che più di tutti mi ha colpita è stata la chiesa bombardata, la Gedächtniskirche, o chiesa della commemorazione Kaiser Wilhelm, rimasta con i buchi delle pallottole e ricostruita in stile ultra moderno al suo fianco, a rappresentare ancora oggi il centro simbolico di Berlino ovest divenendo, oltre che una chiesa, un monumento che celebra la pace e la riconciliazione.
O ancora il museo ebraico, il più grande museo ebraico d’Europa, progettato in due edifici dall’architetto Daniel Libeskind, uno dei quali è un ampliamento appositamente progettato, una collezione permanente e svariate esposizioni temporanee raccontano due millenni di storia degli ebrei in Germania in un modo del tutto interattivo. Dopo la parte iniziale ricoperta da fotografie degli ebrei deportati durante la seconda guerra mondiale, attraverso varie stanze è possibile riviere le emozioni di paura e terrore che vissero gli ebrei durante quegli anni.
Per non parlare poi del Checkpoint Charlie, uno dei simboli finali della Guerra Fredda, che venne ad incarnare la separazione tra Berlino Est e Berlino Ovest.
Ma uno dei simboli più belli di Berlino è sicuramente la sua street art, riscoperta lungo i pezzi del muro abbattuto nel 1989.
Proprio per questo suo spirito tormentato negli anni Berlino ha attirato artisti da tutto il mondo, tra cui anche il grande David Bowie, che negli anni ’70 si trasferì a Berlino Ovest con l’amico Iggy Pop.
L’ho scoperto per caso leggendo un articolo su Euromaster Life, il blog di Euromaster, azienda di vendita pneumatici del gruppo Michelin, che racconta i viaggi attraverso aneddoti, storie, musica ed arte.
Così mi è venuta voglia di ritornare a Berlino. Ritornare per andare alla scoperta degli itinerari insoliti e tormentati lungo la street art raccontata da Bowie nei suoi brani.
Bowie ha passato giorni alla scoperta degli artisti tedeschi più stimolanti, come ad esempio il musicista e compositore Kurt Weill, ha visitato il Brücke-Museum, dove ha ammirato la collezione del gruppo espressionista “Die Brücke” e le creazioni di Otto Mueller, ma ha visitato anche il palazzo dello sport dove Goebbels pronunciò il suo terribile discorso sulla “guerra totale” e il bunker antiaereo di Pallasstrasse, riportando tutto nelle sue opere e mettendo in luce nel suo lato oscuro le suggestioni dell’estetica nazista, che è possibile comprendere appieno solo visitando Berlino.