Ed eccoci con la seconda tappa del
tour della Ciociaria. Siamo partiti dall’Abbazia di Montecassino, dove nella mattinata del 30 magio si è celebrata l’inaugurazione ufficiale del
Cammino di San Benedetto, un percorso tra fede, storia, cultura e natura ripercorrendo il viaggio che il santo intraprese nel 529 tra Abbazie, Certose, Paesi Bandiere Arancioni del Touring Club Italia e Borghi tra i più belli d’Italia, alla presenza delle autorità.
Si è partiti dall’Abbazia di Montecassino, dove l’Abbate, insieme al Sindaco, hanno ufficialmente dato il via al percorso. Ognuno l’ha intrapreso come meglio credeva: chi a piedi, chi a cavallo, chi in bicicletta. Noi blogger, invece, in autobus 😀
Dopo la presentazione iniziale, che è stata molto interessante, ed il primo selfone della storia con l’Abbate di Montecassino, abbiamo lasciato i pellegrini nel loro percorso ed abbiamo visitato l’Abbazia, con la nostra fidatissima guida.
L’Abbazia fu fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia che, sull’Acropoli della Casinum pagana, edificò il primo cenobio dove fu scritta la storica “Regola” riassunta nel motto “Ora et Labora”. Il monastero fu devastato ben quattro volte dai Longobardi (577), dai Saraceni (883), da un catastrofico terremoto (1349) e completamente raso al suolo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale (1944), ma ogni volta ricostruito con ostinata fedeltà. Non a caso, il simbolo dell’Abbazia è la fenice, che rinasce dalle sue ceneri, proprio perchè il Monastero è sempre rinato più bello e splendente di prima!
Attraversati tre grandi chiostri, in uno dei quali si trovano le statue di San Benedetto e di sua sorella Scolastica (le cui reliquie sono custodite sotto l’altare), si accede alla Basilica a tre navate, decorata da fastosi stucchi dorati e marmi policromi, affrescata da Pietro Annigoni (che si è voluto raffigurare nel dipinto all’interno dell’Abbazia) e dai suoi allievi, gli stessi artisti delle basiliche di Roma.
Il portale della Chiesta è dell’anno 1000 ed ha incisa la storia di tutti i comuni intorno a Cassino per un totale di 30 comuni, tutti fondati dai monaci benedettini. Infatti, ognuno di questi borghi è intitolato ad un santo e proprio per questo motivo la zona viene chiamata “Terra Sancte Benedicti”.
Dopo l’intensa mattinata all’Abbazia di Montecassino, siamo andati a pranzare a Veroli al ristorante
Domus Ernica. Lì abbiamo degustato alcuni piatti davvero eccezionali, altri, invece, nella variante senza lattosio ne hanno perso in gusto e sapore. Ho trovato ottimo l’antipasto di vol au vent di polenta con i funghi porcini e le tagliatelle con il tartufo nero. Molto buono anche il secondo piatto. La pera william con gelato, invece, nella variante senza gelato non è stata di mio gradimento! 😀
Siamo poi passati alla visita del centro storico di Veroli, città d’arte, arroccata in una posizione strategica tra le Valli del Sacco e del Liri. Circondata da mura in parte poligonali ed in parte medioevali rafforzate da torri, l’inespugnabile quartiere di San Leucio ospitò nella Rocca Ludovico II re d’Italia e Alessandro III in fuga da Roma dopo l’assedio di Federico Barbarossa.
In posizione strategica si erge la Basilica di Santa Salome, all’interno della quale troviamo la Scala Santa, meta Giubilare di Giovanni Paolo II, che và percorsa in ginocchio per la purificazione dei peccati, che è la terza scala Santa del mondo dopo quella di Gerusalemme e del Vaticano. davanti all’altara, invece, troviamo le reliquie di Santa Salome, madre degli apostoli Giacomo e Giovanni.
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Scala Santa |
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Reliquie di Santa Salome |
Nel cortile di Casa Reali, sono esposti i Fasti Verulani, raro calendario romano del I sec. d.C.
Successivamente la nostra tappa è stata l’Abbazia di Casamari, sempre a Veroli, caposaldo stilistico dell’architetturaa romanico borgognona, una delle più suggestive e meglio conservate Abbazie Medioevali d’Italia. Eretta sulle rovine dell’antico municipio romano di Cereatae Marianae, così denominato in onore della Dea Cerere, ci il luogo era consacrato e del valoroso generale romano Caio Mario che vi nacque. Il primo monastero sorse nel 1005 per iniziativa di una comunità benedettina e nel 1152 passò ai Cistercensi. Questi nel 1203 intrapresero una radicale ricostruzione del complesso monastico secondo la planimetria tipica dell’Ordine. In ambito religioso l’Abbazia di casamari riveste un ruolo molto importante: è la casa madre di una congregazione di varie chiese situate in diverse parti del mondo.
Si raggiunge il monastero varcando i grandi archi d’ingresso della Foresteria, elegantemente sormontata da un loggiato con quattro bifore geminate a tutto sesto. Sia l’interno che l’esterno sono molto sobri, senza fronzoli per non distrarre la preghiera. Lo sguardo è rivolto verso l’alto per il legame con Dio. Solo l’altare è in marmo decorato perchè fu trasferito nel 1700 dalla Basilica dei Santissimi Apostoli a Roma.
Dal Chiostro, fulcro architettonico dell’intero monastero, si raggiunge il Refettorio, con le possenti colonne cilindriche e la magnifica Sala Capitolare che testimonia, più di ogni altro ambiente, la fama di capolavoro gotico cistercense dell’Abbazia di Casamari.
Anche qui, ovviamente, non poteva mancare il selfone con l’Abbate!
Il nostro tour si è poi concluso a Roccasecca, dove c’erano i festeggiamenti per la conclusione della prima giornata del Cammino di San Benedetto, con concerto di musica dal vivo popolare degli MBL, Musicisti del Basso Lazio (che ci hanno omaggiato anche un loro CD).
Roccasecca è la città natale di San Tommaso D’Aquino ed infatti, lungo la strada che condice alla cittadina, è possibile ammirare una maxi statua del Santo. E’ anche la città natale del noto flautista Severino Gazzelloni, al quale è dedicato il festival di musica classica e lirica ed un concorso flautistico internazionale.
Al termine di questa lunga giornata, ci siamo presentati sul palco ai pellegrini, abbiamo ringraziao in pubblico la Camera di Commercio di Frosinone ed Unindustria Lazio per l’ospitalità e poi siamo ritornati nel nostro hotel di Fiuggi a riposarci per affrontare al meglio la terza giornata di tour.
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