Torremaggiore

Siete mai stati in Puglia? E’ una regione bellissima e ricca di storia, che dal Gargano a Gallipoli offre un’alternanza di paesaggi e borghi pittoreschi davvero caratteristici.

Molti non sanno che nella parte alta della Puglia, ai confini con la Campania e il Molise, si trova la più vasta pianura dell’Italia centro-meridionale, il cosiddetto Tavoliere delle Puglie, racchiuso tra l’Appennino di Capitanata a ovest, il Gargano e il Mar Adriatico a est e le Murge a sud, baluardo di Federico II  e della famiglia Di Sangro, i duchi di Torremaggiore, trasferitisi poi a Napoli fondando la famosa cappella Sansevero in cui è custodito il Cristo Velato.

La parte alta del Tavoliere, il cosiddetto Alto Tavoliere della Puglia, situato  tra i monti Dauni e la provincia di Foggia, è una terra ricca di storia e tradizioni affascinanti.

I borghi dell’Alto Tavoliere della Puglia, come Torremaggiore, San Severo, Apricena, Chieuti e Castelfiorentino, sono tesori nascosti che raccontano una storia affascinante e un legame speciale con la famiglia Di Sangro e Federico II. Attraverso le rovine medievali, i palazzi nobiliari e le opere d’arte, questi borghi ci trasportano indietro nel tempo, permettendoci di vivere l’eredità storica e culturale di questa regione. Visitare questi luoghi significa immergersi in una dimensione di fascino e bellezza che racchiude secoli di storia e tradizioni, lasciando un’impronta duratura nella mente e nel cuore dei visitatori.

Quindi, se siete appassionati di storia e borghi medievali, vi consiglio assolutamente di uscire fuori dai soliti itinerari turistici e dirigervi in questi piccoli borghi dei Monti Dauni, ricchi di storia e tradizioni, per un turismo più lento e consapevole.

Ma vediamoli nel dettaglio, cercando di capire qual è il loro legame con Federico II  di Svevia e la famiglia di Sangro, alla luce di un itinerario di 2 giorni proprio nei luoghi in cui vissero i Di Sangro.

Torremaggiore: Il Baluardo di Federico II

Partiamo da Torremaggiore, che con le sue antiche mura e torri, è un borgo che risale al periodo normanno-svevo. Questa città fortificata ebbe un ruolo importante nelle difese del regno di Federico II di Svevia. Il sovrano, noto per il suo amore per l’architettura e la scienza, visitò spesso Torremaggiore e contribuì a migliorare le sue strutture difensive. Oggi, è possibile ammirare le rovine del castello federiciano e immergersi nell’atmosfera medievale di questa affascinante località.

Torremaggiore

Nel Castello di Torremaggiore visse la famiglia Di Sangro, nota come i duchi di Torremaggiore, e si dice che sia qui che Raimondo Di Sangro, abbia avuto l’ispirazione per commissionare la realizzazione del Cristo Velato.

Infatti, nella chiesa della Madonna del Rosario di Torremaggiore, è possibile ammirare “il Cristo Bruciato” in legno, identico al Cristo Velato, che molto probabilmente Raimondo Di Sangro avrà visto più volte durante la sua infanzia.

San Severo: La Dimora dei Di Sangro

Ma è a San Severo, che si trovano ancora molte tracce della famiglia aristocratica Di Sangro. Questa nobile famiglia, che raggiunse il suo apice nel XVIII secolo, lasciò un’impronta indelebile sulla città. Il Palazzo Ducale dei Di Sangro, con le sue eleganti facciate e i sontuosi interni, è uno dei principali punti di interesse di San Severo. I Di Sangro furono anche mecenati delle arti e delle scienze, e il loro patrocinio contribuì alla crescita culturale della regione.

Qui, a parte i bellissimi campanili delle chiese tutti decorati, che rendono il borgo davvero unico, da non perdere è la chiesa della Madonna del Soccorso, nella quale si trova la veneratissima Madonna nera di origine bizantina.

Ogni anno, nel mese di maggio, a San Severo si svolga la Festa del Soccorso.

È una delle più antiche e solenni manifestazioni di devozione mariana nella regione di Puglia.

Durante la festa, la città si anima di celebrazioni religiose, processioni e tradizioni popolari. Il momento centrale della festa è la processione della statua della Madonna del Soccorso, patrona di San Severo. La statua viene portata in processione per le strade della città, accompagnata da una folla di fedeli che recitano preghiere e inni mariani.

C’è poi il momento del lancio dei petardi, sotto i quali alcuni devoti devono fuggire, a simboleggiare il voler fuggire dalle negatività.

Le strade sono decorate con fiori, bandiere e illuminazioni, creando un’atmosfera festosa. Durante la processione, si possono vedere i “lazzari”, persone vestite con abiti tradizionali bianchi e con una corona di spine sulla testa, che si immergono nella folla per esprimere il loro voto di devozione o ringraziamento.

Oltre alle processioni, la festa del Soccorso a San Severo comprende anche altri eventi come spettacoli musicali, concerti, mostre d’arte, eventi sportivi e mercati di prodotti locali.

Apricena: La Città della Pietra

Apricena è famosa per le sue cave di pietra pregiata, utilizzata per la costruzione di opere d’arte e edifici di pregio sin dall’antichità. La famiglia Di Sangro, essendo anche proprietaria di cave di pietra, ebbe un ruolo significativo nello sviluppo dell’industria estrattiva del marmo ad Apricena. Le opere realizzate con la pietra di Apricena, come la splendida Cattedrale di San Basso, testimoniano la maestria degli artigiani locali e l’influenza della famiglia Di Sangro sulla regione.

Ad oggi, oltre a visitare le cave, è possibile vedere un bellissimo museo a cielo aperto lungo la via principale del borgo, caratterizzato da quattro sculture realizzate dai principali scultori della nostra epoca, tra cui Francesco Granito, proprio originario del posto.

Chieuti: Alla Ricerca delle Radici Medievali

C’è poi Chieuti, un affascinante borgo medievale situato su una collina panoramica, che offre una vista mozzafiato sulla campagna circostante. Qui si possono ancora ammirare gli antichi resti delle mura medievali e delle torri di difesa. La famiglia Di Sangro, che ebbe una presenza significativa in questa regione, contribuì alla costruzione di chiese e monasteri che ancora oggi caratterizzano il paesaggio di Chieuti. La Chiesa di San Michele Arcangelo, ad esempio, è un esempio di architettura religiosa medievale, arricchita dalle opere d’arte commissionate dalla famiglia Di Sangro. Questo borgo offre un’esperienza autentica di immersione nel passato, dove è possibile perdersi tra le strette stradine e scoprire le tracce della storia. Una volta all’anno, poi, si svolge la caratteristica corsa dei buoi, che è un evento davvero da non perdere.

Castelfiorentino: il luogo dove si spense Federico II

A pochi km da Torremaggiore, c’è la città di Fiorentino, nota ai più per essere stato il luogo ove il 13 dicembre 1250 si è spento l’Imperatore Federico II, nel suo Castello.

In questi ultimi anni è stata al centro dell’attenzione di archeologi e storici. Infatti, i resti dell’antico abitato di Fiorentino si trovano in agro di Torremaggiore, a 9 km a sud di questa Città, sull’estremo versante ovest di una collina detta dello Sterparone: uno sperone interfluviale delimitato a nord dal Canale della Bùfola (o Bufala o Bùffala) e a sud da un piccolo corso d’acqua detto il Canaletto.

I recenti scavi archeologici (1982-1992), condotti dall’Università di Bari e dall’Ecole française di Roma, hanno evidenziato elementi che fanno pensare a Fiorentino come una sede importante, una vera e propria cittadella con una cattedrale, una zona urbana e, nella parte ovest, il “Palatium” dell’Imperatore. Fiorentino vanta un’origine in comune con altre “città di frontiera” volute dai Bizantini: infatti, agli albori dell’XI secolo gli imperatori bizantini tentarono di consolidare i loro possedimenti in Italia meridionale continuamente minacciati dai Longobardi a nord e dagli arabi a sud. Per attuare tale piano, i Catapani inviati da Bisanzio si lanciano alla conquista della Daunia, al fine di spostare i malsicuri confini del Thema di Longobardia (suddivisione amministrativa dell’epoca), segnati dal fiume Ofanto, verso quelli meglio difendibili delimitati dal corso del Fortore.
Fiorentino fu infatti baluardo dei Bizantini nell’XI secolo, contea Normanna nell’XII, nel XIII secolo, con gli Svevi, entrò a far parte del demanio, mentre gli Angioini la diedero in feudo, e merita sicuramente una visita.

Tradizione gastronomica e culinaria

L’Alto Tavoliere è conosciuto anche per la sua ricca tradizione gastronomica. La cucina dell’Alto Tavoliere combina sapientemente ingredienti semplici ma di alta qualità, tipici della cucina pugliese, per creare piatti deliziosi e genuini, che invogliano spesso ad un turismo gastronomico e culinario.

Io ho avuto modo di scoprirli in occasione dell’evento “Divini Sapori”, volto proprio a creare un legame tra la gastronomia del luogo e la sua storia.

Tra i piatti tipici, che ho avuto modo di provare durante il mio soggiorno in Puglia, troviamo:

  1. Torcinelli: I torcinelli, chiamati anche “torciglioni” o “strangulapreti” in alcuni luoghi, sono una specialità tipica dell’Alto Tavoliere e di altre zone della Puglia, e sono una prelibatezza unica che combina sapori intensi e texture croccanti. Si tratta di involtini di interiora di agnello, solitamente fegato, polmone e cuore, avvolti in una rete di interiora di agnello o montone. Questi involtini vengono poi cotti alla brace o fritti fino a quando diventano croccanti. I torcinelli sono molto saporiti e spesso vengono serviti come antipasto o come secondo piatto.
  2. Pancotto: Il pancotto è un piatto povero ma gustoso della tradizionale cucina contadina pugliese. È una sorta di zuppa preparata con pane raffermo, olio d’oliva, aglio, pomodori o passata di pomodoro e verdure come bietole, cicorie o cime di rapa. Il pane viene ammorbidito nella miscela di olio d’oliva e pomodoro, creando una consistenza morbida e cremosa. Il pancotto può essere arricchito con l’aggiunta di uova o acciughe. È un piatto molto confortante e apprezzato, soprattutto durante i periodi più freddi dell’anno.
  3. Orecchiette: Questa pasta a forma di orecchia è uno dei piatti più iconici della Puglia e dell’Alto Tavoliere. Viene spesso condita con sugo di pomodoro fresco, cime di rapa e pecorino.
  4. Cavatelli: Un’altra pasta tradizionale molto amata è il cavatelli, che ha una forma simile a un piccolo guscio. Viene spesso servita con sugo di pomodoro, ragù di carne o salsa di pesce.
  5. Patate e peperoni o fagiolini: Un piatto semplice ma delizioso dell’Alto Tavoliere è composto da patate e peperoni rosolati insieme in olio d’oliva e aromatizzati con aglio e prezzemolo. È un contorno molto apprezzato.
  6. Pecora alla callara: Questo è un piatto tradizionale a base di carne di pecora cotta in una pentola chiamata “callara”. Viene solitamente condito con olio d’oliva, aglio, prezzemolo e spezie locali. La carne diventa tenera e succulenta grazie alla cottura lenta.
  7. Zuppa di ceci: La zuppa di ceci è un piatto confortante e nutriente preparato con ceci, verdure e spezie. È spesso servito con pane locale e olio d’oliva extravergine.
  8. Focaccia pugliese: La focaccia pugliese è una specialità molto amata in tutta la regione. Ha una consistenza morbida e spugnosa, ed è spesso condita con pomodorini, olive, rosmarino e olio d’oliva.
  9. Burrata: Questo famoso formaggio pugliese è un’opera d’arte culinaria. Si tratta di un formaggio fresco a pasta filata ripieno di panna. La consistenza cremosa e il sapore delicato ne fanno un piacere da gustare da solo o accompagnato con pane fresco e pomodorini.
  10. Taralli: I taralli sono degli snack salati simili a piccoli biscotti. Sono croccanti e spesso aromatizzati con semi di finocchio, pepe nero o peperoncino. Sono perfetti da gustare con un bicchiere di vino locale.

E tantissimi altri piatti della tradizione, a base di verdure, pesce e carne.

E voi ci siete mai stati?