Partita iva per blogger e influencer
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Ma i blogger e gli influencer le pagano le tasse? Se lo chiedono in tanti pensando che siano degli scrocconi che vanno in giro in cambio di hotel, pranzi e cene gratis. Ma in realtà, non si tratta di un gioco, ne’ di avere un hotel o viaggio gratis, ma di un lavoro vero e proprio che richiede, oltre all’ospitalità e/o al prodotto omaggio (che può essere un vestito, un sevizio, un accessorio o un oggetto di arredamento), anche una retribuzione.

E questa viene fatturata con partita iva!

Per quanto in tanti ancora oggi pensino che non si tratti di un vero lavoro, bisogna considerare la realtà dei fatti: quelli di blogger e di influencer sono ormai entrati a tutti gli effetti tra le nuove professioni della comunicazione, tra i servizi di promozione pubblicitaria.
Se ci pensate, prima i grandi brand erano soliti farsi pubblicità in radio, tv e sulle grandi testate giornalistiche cartacee.
Ora con l’avvento del web e del metaverdo, soprattutto le generazioni più giovani, non guardano più la tv e non leggono i giornali, motivo per cui gli investimenti pubblicitari hanno iniziato a diversificare e puntare anche sul digital, coinvolgendo blogger e influencer per far conoscere i propri prodotti.

Chi sono i blogger e gli influencer e che lavoro fanno?

Partiamo innanzitutto dalla distinzione che, per quanto spesso vengano assimilati, quelli di blogger e di influencer sono due lavori diversi, nonostante alcuni siano entrambe le cose.
Ci sono infatti dei blogger che sono anche influencer e degli influencer che non sono necessariamente anche blogger.

Chi è il blogger e cosa fa

Il blogger, come dice stesso il nome, presuppone l’avere un blog, ossia un sito sul web sul quale scrivere contenuti (proprio come questo).
Si differenzia dai giornalisti perché non è necessariamente iscritto a un ordine professionale e non ha una testata registrata al tribunale, ma un sito aperiodico che aggiorna da solo o con amici non necessariamente tutti i giorni.
I blogger possono scrivere di viaggi, moda, beauty, lifestyle, automotive, ecc. ed essere specializzati in un settore ben preciso.

Chi è l’influencer e cosa fa 

L’influencer invece è un personaggio pubblico, conosciuto principalmente sui social che deve la sua notorietà ai contenuti che condivide principalmente su Instagram e tiktok sotto forma di: fotografie, reel, post, video, stories.

Il termine influencer è molto “giovane”, legata alla diffusione enorme del web e dei social network, specialmente tra i giovanissimi, avvenuta nel corso degli ultimi anni.

Spesso, quando si parla di influencer, si pensa a grandi nomi come Chiara Ferragni o Kim Kardashian, ma in realtà loro sono delle vere e proprie celebrities.

Anche gli influencer, come i blogger, possono essere specializzati in un settore o format specifico: intrattenimento, viaggi, moda, beauty, ecc.

Come guadagnano blogger e influencer?

Molti erroneamente pensano che dopo un certo numero di followers basti pubblicare una foto su Instagram o un video su Tik Tok per guadagnare, ma in realtà non è così.

Tik Tok paga gli influencer dopo un certo numero di followers, vero, ma si tratta di cifre irrisorie.

Dopo un certo numero di follower (orientativamente 10.000) si raggiunge una certa “popolarità” e, di conseguenza una certa influenza sul pubblico – da qui il termine influencer – e sono le aziende stesse a contattare questi personaggi per promuovere prodotti di vario genere.

Si crea un progetto a tempo di promozione pubblicitaria, si stila un brief con le indicazioni sulla promozione dei contenuti, si stabilisce un budget, si stila un contratto e l’influencer promuoverà il prodotto sui suoi social seguendo delle direttive aziendali pur mantenendo il suo stile, in cambio di una remunerazione.

Di conseguenza, non appena l’influencer si afferma nel “giro”, i guadagni possono diventare molto, molto elevati: basti pensare che, per una foto pubblicata sui social, le aziende sono disposte a pagare anche migliaia di euro.

Questa remunerazione non avviene sotto forna di regalo, ma che viene formalmente contestualizzata.

Basti pensare che a lavorare con gli influencer non sono solo i piccoli negozi di paese, ma anche e soprattutto le grandi multinazionali, che devono “giustificare” in contabilità tutte le entrare e le uscite.

Diventa quindi necessario aprire la partita iva.

Apertura partita iva per blogger e influencer

Quando si inizia a guadagnare in modo regolare e a ottenere collaborazioni fisse diventa quasi obbligatorio dover aprire la Partita IVA e pagare le tasse!

Eh già: nonostante sia possibile effettuare collaborazioni occasionali – ovvero limitate nel tempo, per un massimo di 30 giorni per ciascun committente – tramite ritenuta d’acconto, chi svolge un’attività regolare, a prescindere dal fatturato, deve necessariamente aprire la Partita IVA, versare le tasse e i contributi.

Non puoi pensare di lavorare con il web senza aprire partita iva!
Io ho aperto la mia nel 2014 facendomi seguire subito da professionisti del settore, in questo modo io devo preoccuparmi solo della profusione dei contenuti e pubbliche relazioni con i brand, e loro della parte fiscale!

Codice Ateco per blogger e influencer

Ogni attività o settore economico prevede l’assegnazione di un Codice ATECO. Tuttavia, per le nuove professioni, sorgono alcune difficoltà: l’influencer, come il blogger,  il copywriter o il social media manager, è una figura nata di recente, per cui non esiste ancora un codice identificativo univoco (come accade, ad esempio, per il giornalista).

Per ovviare al problema, dunque, potrai scegliere quindi uno dei seguenti codici Ateco:

  • 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari.
  • 73.11.01 – Ideazione di campagne pubblicitarie.
  • 74.90.99 – Altre attività professionali nca.

Il regime fiscale

Molto importante poi la scelta del regime fiscale.

Allo stato attuale, la soluzione più vantaggiosa consiste nel regime forfettario, il regime agevolato per i freelance che guadagnano fino a 65.000 euro all’anno. La principale agevolazione consiste nel versamento di una sola imposta sostitutiva, con aliquota fissa al 5% per i primi cinque anni (se possiedi i requisiti per l’aliquota start-up) o al 15%  per sempre, sul reddito imponibile, vale a dire sul fatturato annuo, meno una percentuale per le spese del 22%.

Altri vantaggi, per chi si avvale del regime forfettario, sono:

  • franchigia IVA, che permette di offrire tariffe non maggiorate dell’Imposta sul Valore Aggiunto, dunque più basse e competitive rispetto ai concorrenti che si avvalgono del regime ordinario;
  • esonero da studi di settore, esterometro, fatturazione elettronica, ecc.;
  • contabilità semplificata, con semplice conservazione e numerazione delle fatture (senza registrazione).

Per accedere al regime forfettario, oltre a non superare la soglia massima di reddito di 65.000 euro, occorre essere residenti in Italia (o in un Paese che abbia stretto accordi economici con il nostro, purché si produca il 75% del fatturato su territorio italiano). Inoltre, sono esclusi tutti coloro che possiedono quote di partecipazione a società o che svolgono ruoli di controllo presso S.R.L. appartenenti al medesimo settore.

Iscrizione alla Gestione Separata INPS

Bisogna poi iscriversi alla cassa di previdenza  per versare i propri contributi previdenziali. L’influencer, come altri professionisti che svolgono attività innovative (il webmaster, il social media manager, il copywriter e tante altre figure non ancora regolamentate), non ha una specifica cassa di riferimento, né un ordine o un albo (ad esempio, l’ordine dei giornalisti che ha l’INPGI). Pertanto, dovrà completare l’iscrizione alla cosiddetta Gestione Separata INPS, nella sezione riservata ai liberi professionisti.

La scelta del commercialista

Ultimo passaggio, ma non certo il più semplice, è la scelta del commercialista. 
Può sembrare una banalità, ma in realtà molto commercialisti sono ancora “vecchio stampo” e non preparati sulla fatturazione delle nuove professioni del web.
Io ne ho cambiati vari prima di trovare quello giusto, pagando anche numerose more per calcolo errato delle tasse.
Se anche tu vuoi fare il mio lavoro ma hai paura di aprire la partita iva, ti consiglio di rivolgerti a Fiscozen, i professionisti della fatturazione online che ti supporteranno nell’apertura e nella gestione della tua partita iva con un consulente a te dedicato disponibile sempre in orario lavorativo, anche quando sei dall’altro lato del mondo!

La gestione della Partita IVA può diventare difficoltosa, specialmente per chi si sposta spesso per lavoro.

L’influencer appartiene, nella maggior parte dei casi, alla categoria dei “nomadi digitali“: giovani che lavorano tramite il computer, da casa o senza una sede fissa, e che viaggiano a seconda delle collaborazioni intraprese.

In questo caso, stare dietro a tutti gli adempimenti è difficile, se non impossibile. Come recarsi dal proprio commercialista, quando ci si trova per un mese a Fuerteventura o alla Fashion Week di New York?

Per fortuna, esiste Fiscozen! Il servizio online che ti permette di gestire obblighi e scadenze tramite una comoda piattaforma digitale. Un team di consulenti esperti si occuperà dei vari adempimenti mentre tu dovrai dedicarti solo alla realizzazione dei tuoi contenuti web.

I professionisti di Fiscozen ti aiuteranno ad aprire gratuitamente la tua partita iva, gestire quella che già hai e ti supporteranno nel calcolo delle tasse e nella gestione di tutte le incombenze fiscali.

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Cosa aspetti?