Come ogni anno il Fuorisalone di Milano è uno degli eventi più belli della città. In occasione del Salone del Mobile, che richiama turisti da tutto il mondo, Milano si riempie di aventi ed installazioni meravigliose, in grado di lasciare a bocca aperta anche in profani.
A differenza della Fashion Week, la Design Week, questo il nome dato alla settimana del Salone del Mobile, gli eventi, che si svolgono in concomitanza in quasi tutti i quartieri della città, sono aperti a tutti e non solo agli addetti ai lavori, riempiendo Milano e gli occhi di tutti i visitatori di bello.
Non ci si smette mai di abituare al bello, e forse proprio per questo amo particolarmente Milano in questa settimana, quando mi dedico a trascorrere le mie giornate alla ricerca delle installazioni più sorprendenti passando da una zona all’altra.
Quest’anno, purtroppo, per mancanza di tempo, ho saltato la zona di Lambrate, nota soprattutto per lo street style, ma sono riuscita a vedere le installazioni di quasi tutti i quartieri di Milano.
Vi racconto com’è andata, mostrandovi alcune mie foto, suddivise quartiere per quartiere.
Piazza Castello
La mia Design Week è iniziata con un giorno di anticipo da Piazza Castello con il tram della sostenibilità, la seconda edizione di Tramway To The Future, l’installazione in Piazza Castello per Inhabits, i talks di F Design Week e di Material Connexion che ha visto per tutta la settimana un intero Tram ATM trasformato in un luogo itinerante di dibattito sui temi della sostenibilità e dell’innovazione in compagnia di ricercatori, sociologi, docenti universitari, istituzioni, aziende e giornalisti.
La settimana di eventi sul tram si è conclusa domenica 22 con la performance artistica itinerante “TRAMe a Colori”, ideata dal Castello di Rivoli: i passeggeri hanno avuto a disposizione una lunga rete da cantiere da tessere e cucire insieme, in un momento di arte condivisa e spontanea. La performance è iniziata sul tram e si è completata in Piazza Castello, dove si trova la seconda grande iniziativa di Progetto CMR: la smart square We feel your energy.
L’installazione, pensata da Massimo Roj, fondatore e AD di Progetto CMR è stata progettata quale parte dell’iniziativa INHABITS – Milano Design City, in Piazza Castello, presentata da DDN. L’installazione di Progetto CMR reinterpreta il simbolo delle nostre città, la piazza: uno spazio proiettato al futuro, dove Uomo e tecnologia si incontrano in un dialogo fortemente dinamico. Tale rappresentazione del concetto di smart square è anche stato ripreso dai video presenti in piazza che descrivevano il progetto The Sign, il nuovo complesso certificato LEED Platinum pensato da Progetto CMR per Beni Stabili che recupera un’area dismessa restituendo alla città un luogo innovativo e aperto alla comunità anche grazie alla presenza della piazza (tra le future del comune di Milano) che avrà tutte le caratteristiche di una smart square.
Tra gli elementi presenti nello spazio ‘We feel your energy’, una scultura di luce, composta da particolari elementi stilizzati, disegnati ad hoc dai designers di Progetto CMR, che così come l’intera piazza si animava al passaggio delle persone.
Il pavimento è stato inoltre rivestito da innovative piastrelle, fornite da Lumentile e presentate in esclusiva in questa occasione, che sono in grado di illuminarsi, comunicare tra loro e rilevare il passaggio delle persone. Nella Smart Square, al passaggio delle persone queste piastrelle produrranno anche una serie di suoni, luce e colori, dando vita quindi alla melodia della piazza.
Brera Design District
Brera, il quartiere più storico della città, anche quest’anno si è animato di numerosi eventi durante tutta la Design Week, rendendolo come sempre il quartiere più vivo e modaiolo di tutta Milano. Si è iniziato anche qui lunedi sera con l’F Design Week Party all’interno della galleria d’arte “Roberta Mirata e Basta”, organizzato da F Magazine (Cairo Editore), e dove era presente un’installazione della nuova Nissan LEAF, l’auto ecologica che rispetta l’ambiente.
In Pinacoteca Brera la scenografica installazione un’installazione scenografica e di grande impatto visivo di Panasonic in occasione dei 100 anni dalla sua fondazione che volge lo sguardo ad un futuro di nuove evoluzioni. L’installazione al Fuorisalone 2018 celebra questo nuovo percorso con il concept “TRANSITIONS”, in rappresentanza della determinazione ad affrontare le trasformazioni e le sfide di un futuro ancora sconosciuto nel rispetto della storia e della tradizione. “Air Inventions” questo il nome dell’installazione, dal diametro di 20 metri, la cui forma ricorda la fonte dell’aria: la goccia d’acqua, sfruttava le tecnologie Panasonic nel condizionamento dell’aria, nell’elaborazione dell’immagine, del suono, dell’illuminazione e perfino nella cura della persona creando un effetto scenografico davvero sorprendente attraverso proiezioni in 4K tramite proiettori laser Panasonic PT-RQ32 ad alta luminosità (da 27.000 lumen) che davano davvero l’idea di trovarsi in un’altra dimensione e che descrivere è davvero difficile.
Sempre in Brera, è stato possibile proiettarsi verso altre culture, ammirando le bellissime installazioni di architetti e designer associati del Brasile con l’evento BeBrasil, un viaggio emozionale nella creatività tropicale accompagnati ogni giorno da firme prestigiose del design brasiliano. Oltre 60 designer e aziende brasiliane, selezionate da Apex-Brasil – l’Agenzia brasiliana per il commercio e l’investimento, in collaborazione con il Consolato Generale del Brasile a Milano – metteranno in evidenza i diversi aspetti del design brasiliano: un percorso di conoscenza di un Paese sostenibile, creativo, competitivo e innovativo, sospeso tra l’evoluzione, lo sviluppo economico e la tradizione. Qui ho scoperto, ad esempio, che le donne sono i principali protagonisti del design brasiliano e che i filtri per il caffè riciclati sono un materiale utilizzato per produrre lampade in Brasile e tanto altro ancora.
In Piazza San Marco, invece, un giardino fiorito proprio di fronte alla chiesa di San Marco, con le installazioni di dOT-design Outdoor Taste e le vasche idromassaggio di Jacuzzi, un’ambientazione di 400 metri dedicata alla natura e alla vita all’aria aperta.
E poi il design associato dei designer portoghesi con “Best of Portugal” che ha presentato un mix, sapientemente curato, di design e innovazione portoghesi contemporanei e di lusso, tra cui mobili, illuminazione e oggetti d’arte davvero molto belli.
Il 19 aprile, poi, presso il negozio Lami Fiori è stato trasformato da Relais & Chateaux in un’arnia dorata portandoci alla scoperta di moltissime varietà di miele con il progetto “Joys od Bees“. Le api sono molto importanti in tutte e 68 le dimore di Relais & Chateaux che possiedono degli alveari dove producono il miele, contribuendo alla conservazione della biodiversità.
All’interno del cortile del liceo Parini per tutta la durata del Fuorisalone, inoltre, è stata allestita una Fod Court: una vera e propria corte del cibo tra street food italiano e internazionale, piatti etnici, design delle sedute e degli spazi funzionale alla convivialità e innovazione sostenibile con una cucina su ruote alimentata elettricamente di eV-Now! con il suo Tesla Destination Tour e la “cucina trainabile” alimentata elettricamente, per raccontare nuovi stili di vita sostenibili; Heineken, ha presentato la sua nuova lager analcolica 0.0; e poi il bellissimo progetto “Il menu della poesia”, che ha visto attori teatrali professionisti servire poesie ai tavoli (a me ad esempio hanno servito un panino recitandomi una delle poesie preferite di Frida Kahlo “ti meriti un amore…” e poi il Cucù Truck, che ha visto alternarsi in cucina cuoche italiane e straniere per scoprire i sapori di diverse tradizioni culinarie.
Come ogni anno, poi, molto bella l’installazione di Missoni per il Fuorisalone quest’anno basata su un gioco di luci e ombre e quella di Melissa Shoes, sull’illuminazione pop.
Alessi, invece, per il Fuorisalone ha presentato la sua prima collezione di home fragrance ispirata alle quattro stagioni dell’anno “The Five Seasons”. Io ho amato in particolar modo quella inerente l’inverno.
Il lusso di Corso Venezia
La zona che mi piace di più del Fuorisalone, dopo Brera, è sicuramente Corso Venezia, dove ogni anno si trovano i brand di lusso.
Ho iniziato il mio giro da Objects Nomades di Louis Vuitton in Palazzo Bocconi. 25 oggetti di design in edizione limitata esposti in una scenografia quasi fiabesca con fiori di pelle nelle sfumature del rosa e del fucsia fluttuanti sul soffitto. Immancabile, come ogni anno, il corridoio degli specchi con lampade di design davvero uniche. Per non parlare poi delle poltrone e collezione da viaggio.
Ho proseguito poi verso Palazzo Bovara per visitare la mostra di Elle Decor “On Life- Millenials at Home” che ha riprodotto una vera e propria casa ad uso e consumo dei Millennials e non vi nego che, essendo una Millennials, mi sono sentita perfettamente a mi agio. Insomma, la mia casa dei sogni!
Il percorso si snoda lungo le sale del primo piano partendo da una Gallery iniziale dove s’incontrano, nei video appositamente realizzati, i quattro cluster generazionali che sono i veri protagonisti dell’allestimento. Sala dopo sala, sfilano i loro scenari abitativi integrati da esperienze digitali e se ne scoprono abitudini e aspirazioni, passando dai 20-25enni, per i quali la casa è il laboratorio personale e ai quali il digitale permette di non avere confini tra lo spazio che abitano e il resto del mondo, ai 25 30enni con il loro primo approccio al lavoro, spesso lontano dal luogo d’origine, coinvolti in situazioni di coworking e cohousing. Per arrivare ai 30-35enni con il desiderio di casa e di famiglia, dove l’ambiente
cucina è il luogo d’aggregazione e trasmissione dei valori, e ai 35-40enni che vivono lo spazio domestico come il loro specchio, palcoscenico privilegiato delle loro passioni.
Fil rouge della narrazione espositiva, il design, sia come scelta di elementi d’arredo, sia raccontato attraverso quegli oggetti che caratterizzano la crescita personale: perché sono memoria della famiglia origine o icone con un valore culturale indiscusso o ancora edizioni di nicchia, che mettono in valore la propria personalità.
Ho concluso il mio giro in Corso Venezia con una visita alla Swarovsky Maison, un palazzo di cristallo davvero fiabesco, dove avevi l’impressione che da un momento all’altro spuntasse la principessa Sissi!
Un palazzo di vetro dove, tra lampadari di cristallo, è stata presentata la nuova collezione casa Swarovsky ispirata e formata da cristalli.
Il Design di Via Tortona e Via Savona
La zona di Via Tortona è sempre un pullulare di idee innovative ed installazioni da gran wow!
Ho iniziato il mio giro dallo showroom di Whirlpool con glie elettrodomestici del futuro penati proprio per le donne in carriera che non hanno tempo, come me. Elettrodomestici che si programmano attraverso un’app sul telefonino e che comunicano tra loro e con te, anche a distanza. Una tecnologia pensata, poi per capire le esigenze dei clienti, creando un identikit ben definito e cercando di soddisfare i bisogni. Insoma, se non l’avete capito me ne sono innamorata.
Ma se di Whirlpool ho amato la tecnologia, in Superstudio ho apprezzato molto le installazioni quasi futuristiche, il salto nei gommoncini di Vans ed il tunnel rosso di Miele che conduce verso la vera novità del brand per il Fuorialone: il Forno Dialogo: un elettrodomestico che adatta le onde elettromagnetiche alla consistenza del cibo in modo intelligente, velocizzando i tempi di cottura fino al 70%. Esternamente, il Forno Dialogo appare identico a un forno convenzionale, ma all’interno va in scena un rivoluzionario metodo di cottura. Se ne capisce subito la portata innovativa se si immagina la preparazione di un filetto di pesce all’interno di un blocco di ghiaccio. Il risultato è un pesce perfettamente cotto e decisamente saporito, ma il ghiaccio non si scioglie.
Molto carina anche la casa di Mini.
Proseguendo su via Tortona sono arrivata alla green house di Vanity Fair tra piante, fiori e prodotti bio. Un’oasi di relax per ristorarsi dalla calura milanese dei giorni del Fuorisalone tra acqua fresca, birre artigianali e panini appena sfornati.
Molto bella anche la zona di Via Savona, dove ho apprezzato molto le installazioni di Sony “Hidden Senses” i cui movimenti erano quasi tutti basati sul movimento ed il calore del corpo. Bastava spostarsi con il corpo per far fiorire un fiore, cambiare colore ad un’installazione, farti seguire dalla luce e così via.
Ho apprezzato molto, poi, il design di Moooi ‘A Life Extraordinary’ che ha messo in mostra un universo di mondi mistici e punti di vista ispirati al straordinaria diversità di vita. Un vero viaggio di scoperta! Megan Grehl, interior design di New York e Concrete Architectural Associates di Amsterdam hanno mostrato i prodotti Moooi in un modo nuovo ed eccitante. Lampade dalla forma di uccelli, parati tropicali, lampade spettacolare e complementi d’arredo davvero meravigliosi. Ho adorato ogni singolo elemento di design!
Imperdibile, come ogni anno, una visita allo showroom Nonsolomarras dello stilista Antonio Marras in Via Cola Di Rienzo 8 che quest’anno ha fatto una partnership con Saba. Abiti ed arredi spettacolari in perfetta simbiosi in uno showroom studiato in ogni singolo dettaglio.
Tour quiz tra le 5 Vie
Quest’anno sono andata poi alla scoperta del distretto di Design delle 5 Vie, che conoscevo davvero poco e l’ho fatto in un modo un pò speciale, attraverso il tour quiz di X Milan Tour, che, esattamente come per il tour del Duomo che avevo già fatto il mese scorso, mi ha permesso di scoprire anche tanti aneddoti e curiosità sulle 5 Vie, come ad esempio il perchè si chiamano così. Perchè nel 1600 queste cinque strade (Via Bocchetto, del Bollo, Santa Marta, Santa Maria Podone e Santa Maria Fulcorina) portavano ciascuna ad una chiesa con convento annesso. Insieme alla mia amica Alessandra, siamo partire da Spazio Ex Meazza, dove c’era la bellissima esposizione di Nanda Vigo le cui opere sono una continua ricerca della quarta dimensione, il tempo; ed OM di Foro Studio che riproduce una grotta adatta per la meditazione.
Molto belle le lampade di Giopato e Coombes in Via Santa Marta e le installazioni Chiaro Scuro in Via Bagnera, il vicolo più stretto della città, teatro di molti crimini.
Un bel contrasto fumettoso verso storico nell’Oratorio della passione di Piazza Sant’Ambrogio nelle opere Play di Markus Benesch.
Bellissima l’installazione di Lexus nel Museo della Scienza in Via Olona, che ha deciso di sfruttare la potenza del designe dell’innovazione affinché chiunque possa risplendere, senza lasciare nessuno nell’ombra, abbattendo le barriere per capire il vero potenziale dell’essere umano.
Il design può trasformare l’ordinario in straordinario, rivelando all’umanità che attraverso il concetto di “CO-”, un prefisso di origine latina utilizzato per dare al vocabolo che segue un significato di partecipazione, le nostre possibilità sono infinite. Un’area progettata per liberare il potenziale nascosto di tutti noi. Una qualsiasi delle innumerevoli corde illuminate rappresentava una metafora dell’individuo, che ha portato i visitatori ad immaginarsi come una ‘presenza individuale’ all’interno di una‘moltitudine’.
Mi ha lasciato senza parole, poi, Palazzo Litta, dove le opere di design erano perfettamente in simbiosi con gli arredi barocchi del palazzo del 1648 della famiglia Litta realizzato dall’architetto Francesco Maria Richini per il conte Bartolomeo Arese che qui organizzava feste e ricevimenti fra i più lussuosi della città.
Bellissimo poi il Diesel Living in via Cesare Correnti.
Le Università: Statale e Triennale
Come ogni anno, non può mancare una visita alle installazioni delle due università più creative di Milano: la Statale e la Triennale.
Nella prima c’erano le installazioni della mostra della rivista Interni.
Con il tema HOUSE IN MOTION, INTERNI pone l’accento della ricerca su due aree di design che sono state profondamente influenzate dall’evoluzione degli stili di vita: residenza e mobilità. Due concetti apparentemente opposti, che le dinamiche della vita di oggi hanno avvicinato, fino al punto di trasformarli in un’unica entità.
Prima di tutto, la casa. Storicamente vista come lo “specchio dell’anima” (The House of Life, Mario Praz), oggi la casa non è più identificata da una successione di spazi in cui oggetti, arredi e ricordi sono stratificati nel tempo. Il concetto contemporaneo di residenza corrisponde a uno spazio trasformabile, in cui arredi e funzioni seguono l’evoluzione degli abitanti, cambiando nel tempo. Una sorta di habitat su misura in grado di stabilire un dialogo con gli abitanti. Ed è per questo che nel giardino dell’Università Statale c’era un mega specchio dove tutti potevano specchiarsi tra spicchi triangolari, anche le lanterne, identiche a quelle dell’Orto Botanico, erano accompagnate da uno specchio che le rendeva infinite.
Inoltre, l’idea della casa è anche diffusa, nomade, transitoria, grazie alla crescente facilità di mobilità e alla conseguente necessità di alloggi temporanei, che vanno di pari passo con nuove opportunità di viaggiare, lavorare, scambiare merci e idee. Da qui i nuovi concetti di capsule di habitat, luoghi di transito e di riposo, ristoro e ospitalità (terminal, stazioni, hotel, musei …), ma anche sistemi prefabbricati, ripari di emergenza, tutti accomunati da caratteristiche di sostenibilità, leggerezza e design modulare.
La Triennale di Milano, epicentro geografico e culturale della design week con le sue esposizioni temporanee e permanenti, quest’anno ha accolto 18 esposizioni con i grandi interpreti del design italiano e internazionale e uno speciale temporary store per il Fuorisalone.
La prima è Atelier Mendini. Le Architetture a cura di Aldo Colonetti (12 aprile–6 maggio), un omaggio di Abet Laminati ai fratelli Alessandro e Francesco Mendini con i quali collabora da quasi mezzo secolo: dalle sperimentazioni di design del gruppo Alchimia, di cui Mendini faceva parte negli Anni 70, ai grandi progetti di architettura come il Museo di Groningen in Olanda, la Triennale di Incheon in Corea e il Polo Natatorio Bruno Bianchi di Trieste.
La seconda è Don’t Need A title. MINI, inspired by origins (13 aprile–27 maggio) una mostra sulla storia della piccola compatta che ha rivoluzionato il mondo dell’automobilismo. Quattro stanze raccontano i valori del brand: le soluzioni salvaspazio, le esplorazioni creative (con un un tributo ad Alec Issigonis, il designer che l’ha inventata), il suo ruolo di icona attraverso i decenni, le possibilità di customizzazione. In mostra per la prima volta, la Concept MINI Vision Next 100 che lancia uno sguardo al futuro del marchio e della mobilità.
Bellissima poi l’installazione di Seiko, per la prima volta alla Design Week milanese. Per parlare dei suoi orologi, il brand Seiko, invece di enfatizzarela sua precisione e le sue caratteristiche tecniche, come hanno fatto fino ad ora, poichè oggigiorno l’orologio da polso dovrebbe adattarsi allo stile di vita
delle persone e possedere valori in grado di attrarre la sensibilità umana, hanno optato per un’installazione che ha trasmesso un’esperienza sensoriale che coinvolge i cinque sensi, la visione del mondo incorporati nel loro brand di orologi, Grand Seiko. Questa installazione artistica esibisce la visione del mondo di Spring Drive, che ha raggiunto una nuova dimensione che vi fa percepire la transitorietà del tempo, avvicinandosi all’essenza del tempo. Nello spazio sono disposti dodici oggetti in acrilico di varia forma, e parte del movimento degli orologi Spring Drive è sigillato al loro interno. Se guarderete all’interno degli oggetti, vedrete piccoli componenti brillanti e scenari incorniciati combinati assieme, così potrete sentire che il movimento dell’orologio si avvicina all’ essenza del tempo. Le piccole luci negli oggetti trasparenti implicano l’esistenza di piccole cariche elettriche generate dai componenti stessi in silenzio. Si tratta di un’installazione artistica guardando attraverso la quale potrete percepire il
concetto intrinseco di Grand Seiko.
Isola Design District
Il mio ultimo giorno di Fuorisalone l’ho dedicato al quartiere Isola. Mi sono limitata però al Palazzo della Regione Lombardia. Mi avevano segnalato di inserirlo nel mio articolo sui 10 posti da fotografare a Milano, ma ammetto di non esserci mai stata prima e, cercando delle foto su internet, non mi era sembrato niente di eccezionale. Invece, quando sono arrivata lì, un grande wow mi ha sommersa! Il palazzo, se dall’esterno sembra un semplice grattacielo dalla forma un pò ondulata, all’interno è davvero meraviglioso. Spettacolari poi le installazioni a tema amore al suo interno di Stefano Rossetti, artista, designer e fondatore di PEPE nymi..
E è con gli occhi a cuore che ho salutato anche questa edizione del Fuorisalone di Milano.
Se non ci siete mai stati, io vi consiglio di andarci, perchè è davvero l’evento più bello della città!