Giovedi scorso, nella bellissima cornice di Villa Diamante a Napoli, lo stilista partenopeo Luciano Esposito del brand “Vicoli Santi”, ha presentato la sua nuova collezione di Alta Moda femminile autunno/inverno 2016, di chiara ispirazione agli anni ’50 ed allo stile bon ton di Audrey Helpburn ed all’eleganza intramontabile ed inimitabile di Grace Kelly.
Lo stilista, passando dal prêt-à-porter all’Haute Couture, ha sfilata con una collezione di 23 capi, tutti curati nei dettagli e nei particolari, dove spicca il pregio delle stoffe e delle rifiniture.
Un’inversione di tendenza che, pur assicurando portabilità dei modelli, ne cura ancor più gusto e dettagli. Mantiene l’approccio artigianale e cresce l’attenzione sartoriale, cui il marchio “Vicoli Santi” ha abituato già da tempo il suo pubblico.
Esposito ha immaginato una donna con una propensione al prezioso, ma mai al barocco.
E’ partito da una linea minimalista nelle linee e nelle geometrie nelle cromie del black&white con qualche tono di rosso, si è poi passato a colori più accesi e materiali stampati vivaci che virano dal più ortodosso optical (black&white) al rosso e al viola, secondo un pentagramma cromatico volutamente circoscritto. L’intento è di creare ‘dissonanze’ tramite abbinamenti tra il più pulito bianco e nero e l’esplosione di nuance purpuree e violacee. Lo stesso dicasi per gli accostamenti studiatamente antiteci dei tessuti: pied de poule su base di duchesse in seta optical o stampata con motivi a fiori stilizzati nei rossi e viola brillanti; jacquard tono su tono (nero), panno misto cachemire.
Gonne larghe al ginocchio o lunghe fino alla caviglia, rigorosamente strette in vita a segnare e valorizzare curve muliebri, con su camicette col fiocco o top fantasia pied de poule in bianco e nero o con fiori stampati in rosso e viola. Seguono pantaloni a zampetta in duchesse in seta, pantaloni palazzo in microtulle ricamato, con ricami effetto tatoo, come vuole la tendenza delle passerelle per il 2016,tessuto usato anche per abiti e bluse che sotto prevedono corpetti in pied de poule. In jacquard nero tono su tono, invece, fanno la loro comparsa abiti lunghi, per occasioni più impegnative, con rifiniture gioiello. Unici accessori sono lunghi guanti di raso e cinture alte e larghe (a sottolineare il punto vita, s’intende) in duchesse in seta. Altri abiti da sera riprendono la caratteristica linea anni ’50 con il bustier aderente e la gonna a campana o fantasia pied de poule con inserti di fiori nella fascia inferiore oppure a crepe con sotto pizzo. Particolare inedito qui è la presenza delle tasche, soffio di modernità ed emancipazione. In jacquard anche sensualissimi bustier scortati da pantaloni a zampetta in duchesse in seta con fantasia o a pied de poule o a fiori stampati.
Come soprabiti ampie cappe di panno misto cachemire in bordeaux con grandi foulard che riprendono i disegni che informano di sé tutta la collezione e, a chiudere, cappotti in velour (misto cachemire) avvitati sopra e che scendono morbidi nella parte inferiore, tutti stampati a fiori.
E poi quel tocco di estro e creatività che rendono la collezione unica e di classe, proprio come il guardaroba delle dive anni ’50, all’indomani della fine della II Guerra Mondiale, in piena ripresa economica, ma ben prima delle turbolenze di fine anni ’60 e ’70, che hanno poi portato a radicali cambiamenti nel mondo della moda.