Ci sono luoghi che hanno un fascino incredibile dove la bellezza del paesaggio è intrisa di secolo di storia, misteri e segreti e Matera è uno di questi.
Matera è una città dal fascino tutto suo. Non si può non restare ammaliati dalla sua bellezza. Unica nel suo genere, ricca di storia e cultura, designata Capitale della Cultura 2019 e Patrimonio Unesco.
E’ uno dei primi centri abitati umani, che sembra risalire già dal neolitico, per anni rimasta abbandonata a se stessa e derisa dal resto d’Italia per la sua arretratezza culturale (se ci pensate, fino agli anni ’60 gli abitanti di Matera vivevano ancora nelle grotte) e poi oggi diventata uno dei centri turistici più importanti del mondo.
E’ una città interamente scolpita nella roccia. Le case sono tutte in un calcare friabile tenerissimo che con poco si poteva scarpellare ed impermeabilizzate in coccio pesto, una miscela che già i romani conoscevano, utile sia ad evitare che l’acqua piovana si sporcasse sia che la stessa roccia, essendo notevolmente porosa, andasse ad assorbire una determinata quantità di acqua, che si andava invece a raccogliere in diverse cisterne un po’ diverse per forma e per capienza, che servivano da approvvigionamento agli abitanti del luogo.
Negli scavi di riqualificazione urbana, sono stati trovati dei bacini di raccolta di acqua davvero unici e imponenti, come ad esempio il Palombaro Lungo, sotto la Piazza Vittorio Veneto, la piazza più grande di Matera che nasconde tanti misteri sotto la sua superficie e dalla quale c’è uno dei punti panoramici più belli della città, che offre una veduta pazzesca su tutti i sassi, creando subito un impatto da wow e meraviglia ai turisti.
Piazza Vittorio Veneto, il punto panoramico e la città dei sassi
Ed è proprio da Piazza Vittorio Veneto che è iniziato il nostro tour. Dopo aver ammirato e scattato alcune foto dal punto panoramico con veduta mozzafiato sulla città dei sassi, ci simo diretti a visitare la cisterna del Palombaro Lungo, una cisterna imponente realizzata nel Rinascimento con un ampliamento successivo datato alla prima metà del 1800, un’opera d’ingegneria idraulica unica nel suo genere e davvero sorprendente, seconda per grandezza solo a quella di Istanbul. E’ profonda 16 metri e presenta un tunnel interamente sotterraneo che può raccogliere come capacità massima fino a 5 milioni di litri di acqua. Nonostante la sua maestosità, è stata scoperta solo di recente, nel 1991 quando in occasione dei lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto si sono imbattuti in tutta una serie di opere davvero eccezionali: il fondaco di mezzo (termine arabo che vuol dire casa magazzino e comprende tutta una serie di tunnel sotterranei, cisterne e cantine per la conservazione del vino) e tutto il complesso degli ipogei sotto la piazza.
Quello che si può vedere sotto la Piazza Vittorio Veneto allo stato attuale è solo una piccola parte degli ipogei e di ciò che potrebbe esserci, lasciando Matera ancora avvolta nel mistero.
Passeggiare per le sue strade ed immaginare i secoli di storia di cui è stata avvolta e tutto ciò che potrebbe esserci sotto i nostri piedi, rende la passeggiata davvero incredibile.
I sassi sono ormai famosi nel mondo. Quartieri, aree urbane, fatti di cose quasi interamente ipogee. Ciò che però ha dell’incredibile è che i meravigliosi sassi che vediamo oggi, di grande bellezza e suggestione che affascinano turisti da tutto il mondo, sono solo una piccolissima percentuale di una città quasi interamente sotterranea. L’uomo si è adattato all’ambiente, l’ha fatto proprio e 7 milioni di anni fa ha trasformato un antico fondale marino in un intero paesaggio urbano fatto di case, chiese e botteghe artigiane, in alcune delle quali ci sono ancora tracce di fossili inglobati nelle varie strutture.
Pensate che sono oltre 156 le chiese rupestri mappate, ma si suppone ce ne siano molte di più.
In alcune cavità troviamo magazzini, forni di quartiere, silos granari, aree funerarie…insomma, una città quasi interamente scalpellata nella roccia.
I sassi sono il risultato di un continuo processo di ampliamento urbano. Tutto nasce nel punto di altura dove oggi è collocata la Cattedrale, in quanto nel medio evo c’era la scelta strategica di abitare i siti più alti per meglio difendersi e controllare il territorio. Ed è proprio nell’epoca alto medievale che viene eretto il primo borgo con le sue mura poderose, le sue torri di guarda, le torri urriche di accesso alla città.
Troneggia sulla collina la facciata del Duomo, visibile molto bene dal punto panoramico in piazza, ed a poca distanza dalla cattedrale il Castrum antico nonché esistente. Poi crescendo la comunità nel borgo, è nata la necessità di superare le mura ed iniziare a costruire al di fuori di esse. Vedendolo dal drone si vedrebbe la forma a spirale. Come diceva Carlo Levi “a Matera i sassi come due grossi imbuti”.
La roccia è stata scavata per terrazzamenti in orizzontale e verticale fino a creare un unico grandioso borgo fatto per l’80% di cose scavate e la restante parte di cose costruite, che nascondono tutto un mondo sotterraneo, fatto oggi da alberghi a 5 stelle con spa o gallerie d’arte sotterranee nelle chiese rupestri.
Quasi tutti i livelli stradali sono anche in parte le coperture naturali di tutto ciò che è scavato sotto. E’ un po’ come camminare nel vuoto.
Cisterna del Palombaro Lungo
Questa cisterna, situata proprio sotto Piazza Vittorio Veneto, nasce nel Rinascimento quando la città man mano si estende ed aumentava la necessità di bacini di raccolta di acqua per riempire la zona del piano, oggi attuale centro storico della città.
Si scavava con pochi attrezzi, picconi, cunei di legno bagnati e poi con scarpello, martello e piccozza si rifiniva tutto. Le pareti sono così levigate e lisce perché è stato inserito il coccio pesto, una miscela fatta di malta idraulica e povere di laterizi cotti e frantumati.
La popolazione dall’alto della piazza attingeva l’acqua con i secchi fino a qualche anno fa quando negli ’30 è subentrato l’acquedotto lucano a rifornire acqua alla città di Matera.
E’ un’opera davvero imponente che vi consiglio di visitare. Ad oggi è la più grande cisterna di raccolta di acqua piovana mai scoperta. E’ stata svuotata quasi del tutto per renderla accessibile ai visitatori.
Raggiunge il limite dell’attuale sede della biblioteca provinciale, il Palazzo dell’Annunziata con il convento del 1700, fino quasi a toccare la Torre Aragonese.
Il Municipio di Piazza Sedile
Addentrandosi nella città di Matera, si arriva a Piazza Sedile dove il Palazzo Sedile è il primissimo municipio della città dalla facciata neoclassica. All’inizio c’era solo la parte in basso, mentre la parte in alto è un arricchimento barocco settecentesco.
La parte superiore accoglie due statue dei due Santi Patroni della città di Matera.
Nonostante le trasformazioni del Medio Evo ci sono degli indizi in grado di aiutare gli studiosi a ricostruire la prima città fortezza materana.
La Cattedrale di Matera
Lungo la strada che porta alla cattedrale di Matera ci siamo imbattuti in resti di fossili e conchiglie incastonate nelle pareti delle case e poi abbiamo attraversato Porta De Susio, una delle porte di accesso alla città antica di fronte alla quale erge maestosa la bellissima cattedrale di Matera.
Ci sono voluti più di 10 anni di restauro delle facciate esterne e dei decori delle navate.
L’esterno palesa un gusto raffinato e romanico pugliese, in stile sobrio ed elegante con il motivo vegetale, con foglie e pigne, grifi alati, sfingi, aquila, che nel medio evo era un modo per comunicare la fede al popolo.
A Matera hanno tante influenze culturali dalla Puglia. Oggi accenti e gastronomia, mentre un tempo anche i gusti architettonici e figurativi.
Se dall’esterno può sembrare una chiesa sobria e raffinata,
L’interno è completamente diverso: prevale il barocco in oro e con stucchi bianchi e dorati.
Le ultime due cappelle di pietra sono invece rinascimentali.
L’artigianato locale: Il Bottegaccio materano di Daddiego Mario
Molto importante ed assolutamente da vedere anche l’artigianato materano. Noi siamo stati da Il Bottegaccio materano di Daddiego Mario, una bottega artigiana in una grotta naturale nel Rione Sassi dove è possibile trovare l’artigianato tipico di Matera ed ascoltare la sua storia dal simpatico Mario che saprà mimarla nel modo giusto, raccontando curiosità ed aneddoti davvero simpatici sugli oggetti di artigianato tipici del posto: la pupa, il sole ed il cucù.
La riconoscete facilmente dal cucù gigante posto al suo ingresso.
La Pupa, è una bambola colorata di terracotta tipica di Matera che inizialmente era fatta in caciocavallo ed era nel colore bianco. Si vendeva nei giorni di festa ma si regalava ai bambini nell’età dello svezzamento quando i bimbi si staccano dal latte materno per far spuntare i dentini. La saliva ammorbidiva la bambola e diventava un ciucciotto al sapore di formaggio.
Il colore delle bambole viene abbinato ai colori dei costumi tipici Arbresh degli Albanesi che passarono di qui nel 1300. Uno dei costumi Arbresh più noti è quello della marca dell’Amaro Lucano.
Poi c’è una raffigurazione che può sembrare un sole, ma in realtà è un simbolo scolpito sulla cripta di una chiesa rupestre, l’unica di culto pagano. I pallini erano i chicchi del grano ed i raggi le sue spighe. In quella chiesa gli agricoltori pregavano affinchè il raccolto fosse buono.
Poi c’è il giocattolo più diffuso a livello commerciale, il cucù, un giocattolo magno greco del quarto secolo a. C. Lo importarono gli Achei ma veniva dalla Grecia. A forma di gallo perché è il primo che canta quando vede la luce, quindi portava bene perché annunciava la luce. Per questo motivo lo chiamavano schiaccia guai, oggi porta fortuna, che è la stessa cosa.
La luce era uno dei culti più diffusi che esistono e che viene ancora festeggiato nel giorno di Santa Lucia.
Le grotte ed il cimitero di Matera
Poi ci sono le grotte, dal fascino incredibile, dove sono stati girati numerosi film sulla nascita e morte di Cristo.
Gli abitanti di Matera vivevano nelle grotte fino al ’62 quando è stato fatto poi un decreto che li ha visti abbandonarle.
Molte grotte ad oggi sono abbandonate e nel progetto di Matera 2019 c’è la creazione di un museo a cielo aperto, un po’ come il Museo di Goreme in Cappadocia.
Se vi trovare ad attraversare il parco delle Grotte e Chiese rupestri, potete entrare e vedere ancora oggi come vivevano gli abitanti di Matera fino agli anni ’60 e capire tante cose di “Cristo si è fermato ad Eboli” di Primo Levi.
La città di Matera presenta una stratificazione urbana davvero unica.
Matera è una città dove i vivi camminano sui morti ed i morti sui vivi. Perché negli anni avevano delle tecniche di sepoltura uno sugli altri ed oggi, andando a vedere da vicino le grotte, ci ritroviamo a camminare su quello che un tempo era il loro cimitero.
Chiesa rupestre della Madonna delle virtù e San Nicola dei Greci
Ci siamo poi diretti a visitare la Chiesa rupestre della Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci nel Rione Sassi dove ogni anno ormai da 30 anni, dal 29 giugno al 14 ottobre il Circolo La Scaletta organizza delle mostre d’arte nell’ambito della rassegna “Grandi Mostre nei Sassi“. Quest’anno c’è la mostra “Dimore del Mito” di Girolamo Ciulla siciliano di Caltanissetta che continua a lavorare il travertino per una questione sentimentale. Ciulla ci riporta al mito della Magna Grecia e la sua opera più significativa è il mito di Demetra che si basa in particolar modo sul rapimento di sua figlia Core che avvenne nella valle di Enna, distante da Caltanissetta dove era originario Ciulla solo 37,7 km.
Questa chiesa rupestre è una delle più caratteristiche dal punto di vista dell’architettura dove scavando c’erano degli spazi liturgici con affreschi del 16esimo secolo.
Da metà del 600 fino a tutto il 700 nel periodo del boom economico di Lecce i monaci sono usciti dalle caverne e si sono trasferiti nei conventi urbani lasciando le chiese rupestri abbandonate. Alcune ad oggi sono ancora abbandonate, altre sono state restaurate e rimesse in vita con mostre come questa.
Non a caso, l’istituto del restauro ha aperto da 3 anni la sua sezione a Matera.
Cena al ristorante l’Abbondanza Lucana nel Rione Sasso Caveoso
Siamo poi rimasti a cena al Ristorante l’Abbondanza Lucana nel Rione Sasso Caveoso, dove abbiamo degustato la cucina tipica locale in un ristorante scavato nella roccia all’interno della città dei sassi.
A Matera è particolarmente famoso il pane. pensate che fino a qualche anno fa c’era un unico forno per tutto il quartiere ma ogni massaia preparava la sua massa (la pasta) a casa e faceva 5 pagnotte da 8 kg l’una.
Ma anche la cucina lucana merita assolutamente.
Prima di ripartire per Castelmezzano (dove ho pernottato), un ultimo sguardo alla città di notte, che sembra davvero un presepe ed una promessa a e stessa: ritornarci per almeno un week end per visitarla con calma e vedere tutto ciò che ancora mi manca di questa città così incredibilmente affascinante!