Come ultimo articolo dell’anno, ospitiamo un pezzo di Bruno Sodano, giornalista enogastronomico e food consultant che ci racconta la storia e le origini degli struffoli napoletani, il dolce immancabile sulle tavole natalizie di quasi tutti gli italiani, regalandoci anche una ricetta facile e veloce.

Un dolce tanto amato non può che avere origini nobili. Si narra che i famosi “Struffoli” venivano fatti dalle suore dei monasteri napoletani per offrirli in dono ai nobili che si adoperavano in atti di carità nei confronti dei meno fortunati nel periodo di Natale. L’origine di queste gustose palline fritte, addolcite con miele e decorate con canditi e praline di zucchero colorate, sarebbe greca, come testimonierebbe la preparazione “loukoumades”. Infatti anche il nome struffoli deriverebbe dal greco “strongoulos” o “stroggulos” che tradotto è esattamente “di forma tondeggiante”.

struffoli napoletani

L’etimologia non cambia il risultato: gli struffoli sono i dolci più napoletani che esistano. Molti attribuiscono il nome anche al grasso con cui vengono fatti e in cui, un tempo, venivano fritti: lo strutto. Parlando di ricette storiche e ricordando che la Campania e la Sicilia appartenevano al Regno delle due Sicilie gli struffoli li troviamo anche a Palermo ma con qualche piccola variante e la prima sostanziale è la perdita di una f, infatti lì li chiamano gli “strufoli”.

Qualsiasi sia la sua storia una cosa è certa: nel periodo natalizio ovunque si va, si mangiano gli stuffoli e sono decisamente parte immancabile delle festività natalizie: non esiste casa in cui non ci sono loro, i re della tavola di Natale. La cosa bella sapete qual’è? Che a chiunque noi chiediamo quegli struffoli sono gli originali, fatti con un’antica ricetta gelosamente custodita e tramandata dalla mamma, dalla nonna o addirittura dalla monaca di fiducia che, come ho detto all’inizio, li preparava come dono ai Nobili di un tempo. La particolarità di questo dolce sta nella dimensione: le palline devono essere molto piccole. Perche? Perché il vero struffolo dev’essere piccolo? Perché così aumenta la superficie di pasta che entra in contatto col miele. Ed il miele si sa… addolcisce ogni cosa e come natura vuole, da buon antibiotico naturale, fa bene a tutto e fa bene anche agli struffoli che sono uno di quei dolci che non si perdono mai, infatti la loro conservazione è davvero molto lunga.

Mangiare uno struffolo è praticamente un vero atto di amore nei confronti di se stessi. Ma come si faranno mai questi favolosi e famosissimi dolci? Scopriamolo insieme. Anticipo che la mia non è una ricetta tramandata da zie, nonne o mamme dedite ai fornelli, la mia è una ricetta che sta in un’enciclopedia gastronomica storica di mia mamma che, con qualche piccola modifica, mi ha dato una ricetta perfetta.

 

Ingredienti

500 gr di farina

5 uova

1 tuorlo

70 gr Strutto

1 cucchiaio di zucchero

Scorza di un lime grattugiata

Un bicchierino di anice ed uno di limoncello

Un pizzico di sale

1 cucchiaino di lievito per dolci

250 gr di miele

Buccia di 3 arance grattugiata

Frutta candita e confettini

 

Procedimento

Disponiamo la farina a fontana sul piano di lavoro, impastiamo con uova, strutto, zucchero, la scorza grattugiata di un limone, un bicchierino di anice, uno di limoncello, un pizzico di sale ed il lievito. Impastiamo fino ad ottenere un impasto omogeneo. Facciamo riposare mezz’ora. Poi lavoriamola ancora brevemente e adesso vi racconto il mio segreto. Stendo la pasta con un mattarello raggiungendo uno spessore di mezzo centimetro. Con l’aiuto di una rotella taglia per tagliare le pizze tagliamo prima tante strisce verticali e poi tagliando in modo orizzontale andiamo a ricavarci tanti piccoli quadratini. Riempiamo di farina e con l’aiuto delle mani la facciamo assorbire per bene in modo tale da non far azzeccare i quadratini di pasta uno con l’ altro. Con l’aiuto di uno scolapasta eliminiamo tutta la farina in eccesso e friggiamo in abbondante olio per friggere. Come immergiamo gli struffoli nell’ olio giriamo velocemente con una schiumarola e dopo qualche secondo li alziamo. Devono dorarsi senza cuore troppo.
Facciamo sciogliere il miele a bagnomaria in una pentola abbastanza capiente con un po’ di acqua e la buccia delle arance, togliamo dal fuoco e uniamo gli struffoli , rimescolando delicatamente fino a quando non si siano bene impregnati di miele. Versiamo quindi la metà circa dei confettini e della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di nuovo.
Prendiamo un piatto di portata, mettiamoci al centro un barattolo di vetro vuoto, questo serve per  facilitare la formazione del buco centrale, e disponiamo gli struffoli tutt’intorno a questo in modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora caldo, prendiamo i confettini e la frutta candita restanti e decoriamo a piacere. Quando il miele si sarà solidificato, togliamo delicatamente il barattolo dal centro del piatto e buon Natale a tutti.

Bruno Sodano

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