Sognavo da una vita di andare in Thailandia e poi all’improvviso, quasi come per magia, mi sono ritrovata nel nord del paese, tra foreste pluviali, templi e monaci buddhisti, ad assaporare tutta la storia dell’antico Siam. Perchè se le isole e le coste della Thailandia sono meravigliose, il nord conserva una storia millenaria tutta da scoprire. Ed è così che durante il mio viaggio in Thailandia del Nord, ho trascorso due bellissime giornate a Sukhothai, a circa 450 km a nord di Bangkok e a 350 km a sud di Chiang Mai.
La visita a Sukhothai è stata molto interessante in quanto fu il primo regno dei thai e diventò la loro capitale nel 1238, dopo che le forze armate cacciarono i khmer fuori dalla città che fino a quel momento era stata un importante luogo di frontiera dell’Impero.
Sukhothai, costruita come estremo avamposto dell’Impero Khmer secondo criteri architettonici tipici di quella civiltà, molto simili a quelli già sperimentati ad Angkor Wat, ed in lingua thailandese vuol dire Alba della Felicità.
Venne fondata, secondo la leggenda, nel 500 d.C. dal Figlio del Lampo, ovvero Phra Ruang, il re che nacque da una relazione tra un uomo e una mitica principessa Naya. Ma la storia, senza dubbi o incertezza, stabilisce che nel 1238 Khun Bang Klang Thao, capo di una tribù di Thai, riuscì a rendersi indipendente dall’Impero Khmer e stabilì a Sukhothai il primo grande regno siamese. Il nuovo re prese il nome di Sri Indraditya ed iniziò la dinastia del Regno di Sukhothai.
Un posto magico, un susseguirsi di templi costruiti per rispettare l’antico ordine religioso e mantenere il contatto con Nma, Naga e Meru, l’acqua, il serpente e la montagna sacra. Un luogo suggestivo che l’UNESCO ha voluto dichiarare Patrimonio dell’Umanità e che straordinarie architetture rendono senza dubbio il sito archeologico più affascinante di tutta la Thailandia dove è possibile ammirare i templi del XIII secolo immersi nella natura.
Il miglior modo per visitare il Sukhothai Historical Park, è in bicicletta. Si noleggiano proprio fuori al parco a soli 30 Bath (circa €0,80) ed è possibile trascorrere l’intera giornata tra i monumenti storici del parco ed il verde dei giardini che li circondano, rilassarsi lungo il lago e assaporare cultura ed archeologia divertendosi, proprio come abbiamo fatto noi! Davvero un’esperienza indimenticabile.
Attraversando il parco archeologico è possibile notare come gli urbanisti circondavano i templi con stagni di forma rettangolare che richiamavano il motivo khmer del mare infinito, ma davano vita anche a una nuova simbologia, quella della barca della redenzione che grazie a quelle acque può condurre fino al Nirvana, la libertà dal desiderio.
Esempi di questa concezione si trovano nel Wat Sa Si e il Wat Trapang, che si raggiunge attraversando un piccolo ponte che supera un bacino pieno di fiori di loto. Al di là della significativa e ponderosa storia architettonica e della formidabile importanza culturale, Sukhothai offre straordinarie emozioni puramente estetiche, è un insieme di travolgente bellezza che colloca questo luogo tra i posti che in Thailandia non possono essere trascurati.
I chedi, ossia gli stupa conici dei monumenti, sono a forma di loto o di campana e si rincorrono, uno dopo l’altro, a formare una fuga di svettanti testimonianze della fede che, soprattutto con la luce del pomeriggio e del tramonto, diventano splendidi panorami fotografici. Anche perché, come testimoniano archeologici ed urbanisti, chi ha costruito Sukhothai ha rinunciato alla filosofia dell’opulenza preferendo un’estetica della leggerezza che rende davvero unico questo Parco Archeologico.
Il Parco si trova a 12 km dal centro di Sukhothai sull’autostrada per Tak ed è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 16.30.
Visitando i dintorni del parco archeologico, è possibile scoprire piccole comunità che continuano da secoli a produrre monili in oro ed argento. Particolarmente raffinata è la creazione di ceramiche Sangkalok, la cui tecnica di produzione fu importata dalla Cina dal figlio del primo re, Ramkhamhaeng il Grande, che salì al trono nel 1278 e regnò per quarant’anni trasformando Sukhothai in un regno vasto e potente che si estendeva su molti territori, attualmente appartenenti ad alcune nazioni vicine.
Oltre all’artigianato, l’innovazione più grande apportata dal re Ramkhamhaeng riguarda la creazione di un sistema unificato di scrittura attraverso la fusione dei vari alfabeti khmer.
Un altro parco storico, a pochi km da Sukhothai, è invece il Si Satchanalai Historical Park, anch’esso sito archeologico patrimonio Unesco dal 1991 che comprende le rovine dei templi delle antiche città di Chaliang e Si Satchanalai su una superificie di circa 45km², che vi conisiglio comunque di visitare, se avete tempo.
Data la vastità di entrambi i parchi archeologici, considerate una giornata intera per visitare ognuno dei due parchi.