Che tu sia napoletano o turista, almeno una volta nella vita devi scalare il Vesuvio ed arrivare fin su’ al cratere. Tranquillo, non vedrai nessuna gola profonda, ma semplicemente il tappo che ormai lo chiude da anni, rendendolo un vulcano “che dorme” dall’ultima eruzione del 1944. Da li sù, però, c’è una vista mozzafiato su tutto il Golfo di Napoli, potrai godere di un tramonto da brivido e, se sei fortunato, poter assistere anche ad un evento unico e meraviglioso con quello a cui ho preso parte domenica: un concerto jazz lungo la bocca del Vesuvio in occasione della serata conclusiva del Pomigliano Jazz Festival.
Un evento riproposto per il terzo anno consecutivo, che trasmette un mix tra mistico, magico e sognante in una location davvero unica.
Scalare il grande cono, passeggiare per i fiumi di lava, percorrere uno dei 9 sentieri o semplicemente respirare l’aria del Vesuvio è una esperienza irrinunciabile per chi decide di visitare Napoli e la Campania. Il Parco Nazionale del complesso vulcanico Somma – Vesuvio, istituito nel 1995, interessa una vasta area di 8.482 ettari, 13 comuni, un’area riserva di biosfera dell’Unesco e una riserva forestale nazionale e passeggiare al suo interno è davvero emozionante.
L’ascesa al Gran Cono del Vesuvio o Cratere del Vesuvio è uno dei 9 sentieri che si possono praticare e parte dal Piazzale di quota 1000 sito nel comune di Ercolano. Nel primo tratto da una serie di tornanti estremamente panoramici si ammira l’antico vulcano del Monte Somma separato dal Vesuvio dalla Valle del Gigante, che ad ovest prende il nome di Atrio del Cavallo, e si riconosce il Colle Umberto sede dell’Osservatorio Vulcanologico Vesuviano, il primo in Italia fondato nel 1841. Raggiunta la Casetta del Presidio Permanente Vulcano Vesuvio, pagato il pedaggio, si prosegue per un viottolo che presenta ripetuti affacci sulla bocca del cratere. Si raggiunge la Capannuccia che è la meta ravvicinata.
Ed è proprio lì che si è tenuto il concerto jazz “Vesuvio in maggiore” di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura, un duo empatico, concepito nel segno di una focosa mediterraneità, che fa del nobile senso estetico e narrativo la sua brillante prerogativa.
Tromba e fisarmonica al tramonto, immersi nel Parco nazionale del Vesuvio è stata magia pura, è stato come sognare ad occhi aperti, lasciandosi cullare dalla dolce melodia dei due jazzisti.
Da un lato la vista del cratere, dall’altro la veduta mozzafiato del mare, immerso nei suoni, nei rumori e nei colori della natura. Il cono del Vesuvio spaventa e affascina in ugual misura. La scalata del grande cono, una passeggiata per i fiumi di lava, il percorso di uno dei nove sentieri o il solo fatto di respirare l’aria dello stesso Vesuvio è un’esperienza veramente sensazionale, densa di pathos. Un altro singolare e caratterizzante aspetto del concerto al Cratere del Vesuvio è legato alla modalità d’ascolto. Il pubblico si riversa nella location assistendo alla performance seduto per terra, su dei cuscini, e gli applausi, consentiti solo in forma visiva, sono banditi per evitare di disturbare la fauna naturale. Il live sul Cratere del Vesuvio è un’esperienza dall’impatto emozionale devastante, quasi irripetibile, sia per la magia della musica che per la straordinaria suggestività del posto.
Tromba e fisarmonica al tramonto in mezzo alla natura del gigante buono è stata magia pura!