Avevo questo articolo in bozza da un pò, ma poi avevo dimenticato di pubblicarlo.
Se ricordate, quando sono partita per il mio tour per l’Italia in ape calessino, l’avventura è iniziata proprio da Torino, dove, in attesa dell’arrivo della mia compagna di viaggio, ho avuto modo di visitarla in lungo ed in largo, grazie anche ai consigli di un amico torinese.
Consigli che ora voglio condividere con voi, dandovi delle dritte su cosa fare o vedere e avete a disposizione una sola giornata da trascorrere a Torino.
Sono partita all’alba con volo da Napoli ed arrivata a Torino di buon’ora.
Era la prima volta che andavo a Torino e… sono rimasta incantata dai suoi numerosi palazzi barocchi e dalle sculture dei mascheroni sulle facciate nobiliari alle quali si è ispirata Monya Grana per le sue borse.
Torino è una città dalla storia bimillenaria, fu fondata probabilmente come Taurasia nei pressi della posizione attuale attorno al III secolo a.C. dai Taurini, popolazione ligure (o celto-ligure) dell’Italia settentrionale, e trasformata in colonia romana da Augusto col nome di Iulia Augusta Taurinorum nel I secolo a.C.. E passeggiando tra le sue strade si respira proprio tutto il passato che c’è stato.
Nel 1997 parte del centro storico di Torino, unitamente al Castello del Valentino, alla Villa della Regina e agli altri possedimenti del circuito di residenze sabaude in Piemonte, è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’UNESCO col nome di Residences of the Royal House of Savoy.
Una volta arrivata in centro, essendo a piedi e non avendo molto tempo a disposizione, avevo la possibilità di fare due giri diversi: o farmi il lungo Po fino al parco del Valentino, e quindi il Valentino; oppure fare via Po, piazza Castello, via Roma e piazza San Carlo.
Per chi opta per il primo tour, ossia fare a piedi il lungo Po si troverà subito di fronte la Gran Madre – che è una chiesa circolare, tipo il Pantheon di Roma) e le Società Canottieri, due passi al Valentino (ci si entra da un grosso arco) fino al Castello del Valentino, che è bello sia da sotto lungo il Po sia soprattutto dal lato di corso Marconi.
Tornando indietro su corso Vittorio Emanuele II, se si ha ancora voglia di fare due passi, è possibile tagliare in una parte del centro: via dei Mille, piazza Cavour, via Giolitti.
Via Giolitti finisce in piazza San Carlo. Di lì via Roma e piazza Castello.
In piazza Castello, molto bella da vedere e da fotografare, è consigliabile arrivare fin sotto Palazzo Reale (che non è quello in centro, ma è quello tutto bianco sul lato, dietro la cancellata). Quando si è lì sotto, è possibile entrare nella zona romana attraverso un passaggio sotto due fornici.
La zona romana ha qualche rovina, ci sono le porte palatine, c’è soprattutto un ristorantino piemontese buono a poco prezzo. Si chiama Cianci ed è in piazza IV marzo.
Altra zona molto carina è quella attorno a Palazzo Carignano: piazza Carignano, piazzetta Carlo Alberto, piazza Carlo Emanuele (che i torinesi chiamano “piazza Carlina”).
Altri ristoranti buoni a poco prezzo sono 8 e tre quarti (piazza Solferino), l’hamburgheria di Eataly che sono di medio prezzo, l’Arcadia per mangiare veramente bene (Galleria Romana) ma è abbastanza cara, o altrimenti le paninerie e i take away nella zona di via Po. Su tutte, La mangiatoja del Cutre, via Principe Amedeo 38 (paninazzi laidi).
Se invece siete in giro nel pomeriggio e volete prendervi un gelato, le migliori gelaterie sono Mara dei Boschi (zona Valentino), Pepino (per la frutta: piazza Carigano), la gelateria Torre per le granite (corso Regio Parco) e Fiorio in via Po 8 (per le creme).
Io vi consiglio di passare da Fiorio, in quanto i suoi interni sono non solo bellissimi con mobili d’epoca, ma è presente anche ancora il tavolino di Cavour. Altro bar da vedere è Baratti & Milano, in Galleria Romana.
Non potete poi perdervi il bicerin (il migliore è in piazza della Consolata), che è una bevanda fatta di cioccolata, caffè e liquore: non il massimo per le temperature estive, ma è un must.
Immancabile poi il gofre piemontese all’Antica Gofreria Piemonteisa in pieno centro, il locale che rivisitando le antiche ricette del territorio nel 2005 ha fondato lo street food tipico piemontese. Il Gofre è una cialda croccante a nido d’ape spessa poco meno di un centimetro e di 22/23 centimetri di diametro, il caratteristico aroma, la fragranza dell’impasto ed il colore sono il risultato di gesti compiuti con saggezza alpina.
Al palato si percepisce la sua croccantezza esterna e la morbidezza interna. I gofri hanno una tradizione secolare discendente dai ferri belgi del 1700 per fare i gaufres e le crèpes belghe. Essendo l’impasto lievitato e non avendo le uova e il latte delle normali crèpes francesi, ne lo strutto delle piadine romagnole i Gofri, risultano straordinariamente leggeri, digeribili e freschissimi in quanto cotti e farciti sul momento. Farciture dolci e salate. Ottimi per un veloce e frugale pasto di grandissima qualità, con un sapore eccezionale ed un prestigioso valore nutrizionale per via delle farine multicereali usate.
Invece per la serata le zone di movimento sono:
– piazza Vittorio & murazzi (generalista)
– San Salvario (generalmente hipster)
– Vanchiglia (freak)
– Quadrilatero Romano (generalista)