A Napoli ci sono dei luoghi magici e ricchi di mistero che non tutti conoscono. Uno di questi è l’Atelier di Lello Esposito nelle Scuderie di Palazzo San Severo, in Piazza San Domenico Maggiore.
Una location davvero molto suggestiva dove il Santo patrono di Napoli, San Gennaro appunto, la fa da padrone.
Entrando al suo interno è possibile vedere la bottega di un artigiano in opera. La prima cosa che risalta all’occhio la statua di San Gennaro: grande, immensa, possente, con gli occhi che parlano da soli.
Poi, proseguendo lungo i corridoi stretti, tante altre statue, dipinti e sculture hanno attirato la mia attenzione.
Ed è proprio in questa location così suggestiva, l’officina di un artigiano, che è stata presentata Natavot, la bionda di KBirr la prima birra napoletana fatta con metodo artigianale, non filtrata e non pastorizzata. La scelta del luogo non è casuale: il ventre della città, le scuderie del Palazzo del principe di Sansevero che oggi sono la fucina creativa dell’artista Lello Esposito, spazio emblematico e denso di suggestioni. Non poteva esserci luogo migliore per il battesimo di Natavot, la bionda artigianale nata dalla passione di un napoletano, che in etichetta porta l’immagine stilizzata di San Gennaro e che nel nome rimanda al miracolo che si rinnova ogni anno, un’altra volta (natavot). Tra enormi tele, gigantesche sculture di San Gennaro ed altre opere, la degustazione di Natavot è stata accompagnata dagli assaggi napoletani degli chef stellati Marianna Vitale di Sud Ristorante che ha presentato delle ostriche con friarielli e Lino Scarallo di Palazzo Petrucci che ha presentato una parmigiana di melanzane all’interno di una sorta di mozzarella.
Kbirr (da Caspita che birra!) è un progetto tutto napoletano nato da un’idea di Fabio Ditto, imprenditore e fine conoscitore dell’universo birra, general manager di Loco for Drink, azienda leader in Campania nel settore della distribuzione e importazione della birra di alta gamma.
Dopo un attento studio e varie “cotte” condotte con il maestro birraio Achille Certezza del micro birrificio Chiari Sas, Ditto trova la ricetta perfetta e dà corpo al suo sogno: creare una birra di qualità in Campania rigorosamente artigianale.
In produzione ci sono tre tipologie per un ampio ventaglio gustativo: Lager, Scotch ale, Imperial Stout. Per ciascuna Ditto ha voluto un nome che fosse un’espressione tipica napoletana senza tuttavia incorrere nel dialetto tout court. Dopo la Natavot sarà la volta di Jattura (in etichetta è rappresentato un corno scaramantico) e quindi di Paliat, una Imperial Stout con in etichetta un mastino napoletano.