L’esperienza dell’Italia on the road in ape calessino è terminata ieri e, come ogni viaggio, ha lasciato un velo di malinconia e nostalgia. Anzi, forse anche più di altri viaggi. È stato un viaggio insolito, diverso, folle, con il vento tra i capelli che mi ha fatto sentire libera e viva allo stesso tempo. La mia compagna di viaggio, Roberta Isceri di Italia Terapia, ha detto che sono folle, e forse un po’ lo sono stata. Mi sono divertita a guidare sulle montagne quando il calessino sembrava quasi per abbandonarci e non sapevo se era meglio usare la prima, la seconda o la terza, fare le discese con le curve a gomito a tutta velocità, arrampicarmi sulle balle di fieno graffiandomi tutte le gambe, saltare sulle guglie del castello per fare una foto, posteggiare il calessino in mezzo alla strada bloccando il traffico per immortalarlo tra i monumenti, e poi…i tramonti indimenticabili, i sorrisi della gente che abbiamo incontrato, i clacson degli automobilisti stressati di Torino.
Il passare dal sole cocente ed il caldo asfissiante del Piemonte, al freddo degli Appennini, dalle strade sterrate della pianura Padana quando abbiamo guidato su ciottoli in mezzo a due fiumi con la paura di cadere in acqua, fino alle zanzare tigre del Ticino a Pavia che in 10 minuti ci hanno aggredite lasciandoci le braccia come se avessimo il morbillo. La gioia degli aperitivi e dei tanti blogger ed amici che hanno fatto un tratto di strada per venirci a trovare.
È stato un viaggio pazzesco, indescrivibile, unico! Sono stata felice di condividerlo con Italiaterapia – Il blog di viaggi di Roberta Isceri, una compagna di viaggio perfetta per un viaggio insolito su tre ruote. Grazie anche a The GIRA e Generali Italia per questa esperienza pazzesca!
Ma partiamo dall’inizio.
Sono partita da Napoli il 19 luglio con il volo delle 6,30 del mattino per raggiungere Torino e già lì sono iniziate le prime avventure. I miei sono già in vacanza ed avevo chiesto ad un’amica di accompagnarmi all’aeroporto alle 5,15 del mattino (l’aeroporto di Napoli dista solo 10 minuti di auto da casa mia), ma alle 5,00 la mia amica ancora non mi rispondeva al cellulare. Sono andata nel panico ed ho bussato al mio vicino di casa per chiedere un passaggio. Per fortuna era già sveglio e mi ha accompagnato lui, anche se poi la mia amica mi ha telefonato alle 5,10 per dirmi che era sveglia ma aveva lasciato il cellulare spento!
Arrivata in aeroporto, al banco dei controlli non trovavo più a mia carta d’identità, l’avevo persa al check in…dopo un po’ una voce mi ha chiamata all’altoparlante, ho recuperato il mio documento e sono giunta a Torino sana e salva. Nell’attesa dell’arrivo della mia compagna di viaggio, Roberta, ho fatto un giro per Torino, dato che non la conoscevo per niente.
Sono rimasta incantata dai suoi numerosi palazzi barocchi e dalle sculture dei mascheroni sulle facciate nobiliari alle quali si è ispirata Monya Grana per le sue borse.
Alle 11,30 sono andata a prendere Roberta alla stazione (in arrivo con il treno notturno da Lecce) ed abbiamo recuperato il nostro mezzo di trasporto per questa avventura: l’ape calessino! Un tre ruote della Piaggio da 200 cc di cilindrata, motore benzina, che può portare fino a 3 persone, e arriva alla strabiliante velocità di crociera di 50 mila metri all’ora. In pratica un un “rickshaw”, quello che qualcuno chiama tuk-tuk, che in Sicilia si chiama “lapa” e che commercialmente è un Ape Calessino.
Sono così iniziate le nostre prime avventure in calessino per le strade di Torino dove abbiamo notato che gli automobilisti non erano molto felici della nostra presenza, suonandoci con il clacson in continuazione e sorpassandoci a destra e sinistra facendoci spaventare.
Le mie prime esperienze di guida dell’Ape Calessino non sono state il massimo, dato che non ho mai guidato né una moto né uno scooter né una Vespa in vita mia. Ho avuto quindi difficoltà a coordinare acceleratore, marce e freno, ma poi ho iniziato a spratichirmi e divertirmi un mondo! E’ stato un po’ come fare un assaggio di quel viaggio in moto che ho sempre sognato e che per ora ho solo letto nel libro “Oltre la Strada”, un libro che ho amato, sognato e…regalato, come ogni libro bello che diventa parte di te.
Nel pomeriggio Torinese, siamo state all’Antica Gofreria Piemonteisa a provare un piatto tipico dello street food piemontese: il Gofre, realizzato con farina multi cereali, acqua, lievito di birra e rosmarino e farcito con ingredienti diversi. L’ abbiamo partecipato alle riprese per la puntata del Gambero Rosso Channel in compagnia di Max Mariola, talent trai i più amati di Gambero Rosso Channel.
Successivamente ci aspettava l’aperitivo in rosso organizzato da Generali Italia al One Apple Concept Bar di Torino, momento in cui è possibile entrare in contatto con la professionalità degli Agenti di Generali Italia, degustare un aperitivo tipico , farsi dei selfie con l’ape calessino e con noi e partecipare al concorso #VIVIAMOPOSITIVO al quale ci si può iscrivere su viviamopositivo.generali.it caricando una foto scattata con il calessino. Il concorso mette in palio buoni carburante ogni giorno e fantastici premi finali, tra cui uno scooter.
All’aperitivo Torinese siamo giunte senza ape, in quanto era stato preso in prestito dai presentatori del gambero Rosso per fare delle riprese, ma ad un certo punto non sapevamo più che fine avessero fatto e li abbiamo cercati per tutta la città. Recuperato l’ape, ci siamo godute l’aperitivo, dove ci ha raggiunto la blogger Sonoinvacanzadaunavita – Blog di viaggi di Rosy Cantarino. A fine aperitivo abbiamo scoperto di essere a secco di benzina ed il calessino non partiva. Stanche morte, sono arrivati in nostro soccorso gli angeli di Generali che ci hanno riempito il serbatoio ma abbiamo scoperto che il galleggiante non segnalava il livello esatto di benzina…il che ha reso il nostro viaggio ancora più adrenalinico, con la paura di rimanere a secco senza accorgercene! Per fortuna, a parte il primo giorno, non è successo perché tendevamo a mettere sempre il pieno.
Il giorno dopo siamo partite da Torino direzione Voghera in ritardo rispetto alla tabella di marcia perché ci avevano bloccato il calessino nel parcheggio parcheggiando in Ducato in seconda fila. Nell’uscire da Torino ci siamo piuttosto spaventate perché le auto ci sorpassavano a destra e sinistra suonandoci in continuazione. Abbiamo scoperto che i torinesi non amano il calessino!
Abbiamo fatto una piccola sosta fotografica lungo il Po e poi ci siamo incamminate lungo delle strade sterrate della Pianura Padana lungo le quali il calessino sbandava per i ciottoli e c’erano fiumi d’acqua a destra e sinistra nei quali temevamo di cadere!
Ci siamo poi dirette a Casale Monferrato dove ci siamo fermate per pranzo a mangiare un risotto al radicchio e poi abbiamo cambiato la nostra destinazione finale. Abbiamo scoperto che il paese di Voghera, in bassa Lombardia, era a lutto per la morte di due cittadini nell’attentato di Nizza e l’aperitivo è stato annullato. Siamo quindi andate a Pavia.
Lungo la strada però abbiamo avuto un po’ di problemi per il caldo: il nostro calessino ha deciso che voleva riposarsi un po’ e si è fermato davanti ad una chiesa dove c’era un lumino con stampato il volto di Papa Francesco (forse ci voleva dare la sua benedizione per il viaggio, chissà).
Arrivate in hotel, aperte le valigie, ho trovato il mio beauty case completamente inzuppato! Ho pensato che si fosse aperta qualche boccetta di sapone, ma invece il caldo aveva fatto evaporare tutti i liquidi delle mie preziose creme corpo e viso! Per fortuna di fronte l’Hotel c’era un negozio di articoli beauty dove ci siamo fermate a fare shopping. In serata siamo state nel centro di Pavia. Il tramonto sul Ticino è stato molto emozionante, peccato solo per le zanzare tigre che ci hanno massacrate: si attaccavano al braccio e non si staccavano: mi sono ritrovata le braccia e le gambe a pois come se avessi il morbillo!
A Pavia ci ha raggiunto un amico di Roberta ed abbiamo provato le “tigelle”, delle focaccine tipiche, preparate con un impasto a base di farina, strutto, lievito e acqua accompagnate da “gnocco fritto”, salumi locali e salsine varie.
Il giorno seguente ci siamo svegliate a Pavia con la pioggia. Per fortuna poi ha smesso di piovere, ma il calessino era tutto bagnato all’Interno e non voleva saperne di partire. Abbiamo provato a spingerlo ed alla fine si è finalmente messo in moto. E poi direzione Chiavari attraverso le montagne.
Se il giorno prima abbiamo patito il caldo ed il sole, nel tratto Pavia-Chiavari in alcuni tratti abbiamo addirittura sentito freddo. Abbiamo fatto km e km sulle montagne tra curve a gomito ed auto che ci sorpassavano fino ad arrivare finalmente a Chiavari. Attraversando il piccolo borgo di Serravalle Scrivia la gente ci fermava e per chiederci informazioni sull’ape calessino dicendoci di non averne mai visto uno simile prima e chiedendoci informazioni sul nostro viaggio!
Abbiamo portato il calessino tra le montagne di Pietrabissara il primo paese della Liguria ai confini con il Piemonte dove abbiamo incontrato un’altra apina guidata da un simpatico vecchietto e non poteva mancare un selfie. All’altezza di Bargagli, mentre aspettavamo degli amici di Genova che venivano a salutarci in moto, il proprietario di una locanda alla quale ci siamo fermate per rifocillarci, pensava che sponsorizzassimo le pompe funebri Generali, molto famose a Genova! Oh my God! Fatti i dovuti scongiuri e salutati i nostri amici, siamo finalmente giunte a Chiavari, in Liguria per un nuovo apertivo Generali Asscurazioni in centro storico.
Per raggiungere la zona dell’aperitivo abbiamo dovuto attraversare la zona pedonale. Ovviamente avevamo i dovuti permessi, ma la gente ci guardava stranita come se fossimo delle pazze!
Ho trovato il borgo di Chiavari molto carino ed ho scoperto che la città ha dato i natali ai padri di Nino Bixio, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi; quest’ultimo divenne cittadino chiavarese dopo la cessione di Nizza alla Francia.
Lì però, gli agenti Generali hanno iniziato a scambiarci per le Hostess (scena che poi si è ripetuta anche negli aperitivo successivi): eravamo forse troppo fashion per essere due che stavano facendo un viaggio avventuroso on the road attraverso l’Italia?
Per farsi le foto con il calessino, però, sono salito con i piedi sui sedili ed a fine aperitivo c’è toccato pulirli! Proprio delle Cenerentole!
Fatto sta che, da Chiavari in poi, io e Roberta a bordo del nostro calessino rosso siamo diventate il “Team le Hostess” ed in hotel hanno anche scambiato le nostre carte d’identità dicendo che ci assomigliamo!
Chiavari ha un lungomare stupendo, ma siamo riuscite vederlo solo al tramonto. Il tramonto è quel momento della giornata in cui esce fuori il lato più romantico di ognuno di noi ed io riesco ad emozionarmi ogni giorni di fronte ad un tramonto. Del resto, nonostante il mio carattere spigoloso, in fondo in fondo sono una romanticona!
Il tratto da Chiavari a Viareggio è stato piuttosto impegnativo. Abbiamo attraversato le montagne del Passo del Bracco con lunghe salite in cui temevano che il calessino ci abbandonasse e più lunghe discese a gomito tanto adrenaliniche quanto pericolose! I km non erano molti ma la paura delle curve in calessino, un tre ruote che viene spostato dal vento ogni volta che incontra un mezzo pesante ha reso il tratto più impegnativo del previsto.
Arrivate sull’Aurelia e superata la paura, è prevalsa la fame ma tutti i ristoranti sull’Aurelia erano chiusi! Alla fine ci siamo fermate a mangiare una scaloppina da Gigetto per poi proseguire per Viareggio dove, una volta arrivate, anziché goderci il mare, siamo crollate prima del l’intervista in radio e poi aperitivo con Generali al caffè New York sul lungomare.
A Viareggio c’è un tramonto sul mare meraviglioso e non potevamo fare una piccola sosta sulla spiaggia…a piedi nudi per godere del dolce suono melodioso del mare!
In serata ci sono venuti a trovare i nostri amici blogger di Finestre sull’Arte ed abbiamo passeggiato per il centro. Il giorno successivo, dato che Prato non era troppo lontana e non avevamo vincoli di orario in quanto non c’era l’aperitivo, volevamo finalmente goderci un po’ di mare ma… ci siamo svegliate con la pioggia!
Alla fine, “ogni intoppo è giovamento” ed è stata la giornata più divertente!
Partire da Viareggio con la pioggia, ci siamo dirette a Lucca. Abbiamo attraversato altre montagne dove ci siamo praticamente congelate per il vento e la pioggia, nonostante il giacchino.
Ci siamo fermate in un bar nei pressi di Pescia per riscaldarci per un caffè e, dopo essere di fatti dei selfie con noi, ci hanno indicato una zona di campagna molto bella per fare delle foto con calessino con balle di fieno e vista mozzafiato su Lucca, anche se per raggiungerla abbiamo deviato un po’ il nostro percorso.
Arrampicarsi sulle balle di fieno è stato impegnativo (mi sono sbucciata tutte le ginocchia) ma divertentissimo: mi sono sentita una bambina alle giostre, con il sole che mi baciava la pelle, il vento tra i capelli ed il paesaggio incantevole di Lucca alle mie spalle!!
Nel frattempo è uscito anche il sole ed abbiamo iniziato a sentire caldo. Ci siamo poi fermate in una trattoria per mangiare un pranzo tipico toscano a base di ragù di carne e, quando siamo uscite, abbiamo trovato un simpatico bigliettino con numero di telefono sul cruscotto.
Abbiamo riso e temporeggiato per lanciare degli snap e si sono avvicinati altri uomini (piuttosto viscidi) tenendo che non partisse il calessino, hanno fatto avances e si sono scattati foto con noi. Ci siamo poi dirette verso Prato passando per Lucca e Pistoia, patendo il caldo ed il sole.
A Lucca abbiamo fatto un po’ le vandale salendo con il calessino sul marciapiede pur di fotografarlo tra le mura: ci hanno guardato tutti straniti!!!
Poi sosta a Pistoia, ma giusto il tempo di scattare qualche foto che siamo subito ripartite!
Arrivate a Prato siamo praticamente crollate solo che poi c’è toccato andare in stazione per comprare i biglietti del treno per il giorno successivo… Ci siamo perse tra i sensi vietati! Abbiamo concluso la giornata con una cena con due blogger amici (Girandolina e suo marito Alessio) che sono venuti a trovarci e ci hanno fatto degustare le prelibatezze toscane.
L’ultimo giorno, prima di salutare il nostro amato calessino, compagno di tante avventure, abbiamo visitato un po’ il centro storico di Prato ed ho scoperto una Prato che non mi aspettavo: un piccolo borgo medievale ricco di chiese, palazzi signorili e con l’unico castello di Federico II del centro nord Italia. Poco conosciuta per la vicinanza a Firenze ma grazie a The GIRA e Generali Italia ho avuto l’opportunità di ricredermi di questo piccolo borgo d’Italia in compagnia di Italiaterapia – Il blog di viaggi di Roberta Isceri.
Dopo 5 giorni di avventura ed oltre 1000 km percorsi, il Team #lehostess (calessino 18) partito da Torino ha lasciato il calessino a Prato…. In questi giorni Roberta si è chiesta come abbia fatto ad arrivare viva a 35 anni 😂😂😂 ci siamo divertite un mondo e lasciare il calessino ci è dispiaciuto molto…. Vi lancio una domanda: se ripetessimo l’esperienza in altre città, ci seguireste????
Per rivivere con me l’esperienza del tour, ecco il video: