Se state programmando un weekend nei piccoli borghi d’Italia, ricchi di storia, cultura e tradizioni, date un’occhiata a Campli, piccolo borgo in provincia di Teramo in Abruzzo. Io ci sono stata nel weekend del primo maggio per il secondo Campli Blog Tour ed il Primo raduno Camperisti, insieme ad altri 2 blogger e 4 giornalisti di viaggio e di enogastronomia provenienti da tutta Italia.
Il nome Campli a molti di voi non dirà niente, perchè è un posto poco conosciuto e fino a qualche mese fa nemmeno io ne avevo mai sentito parlare, eppure, nonostante la sua piccola dimensione, è un luogo ricco di storia e di tradizioni, con un vasto patrimonio artistico e culturale, quali ad esempio gli affreschi di Giotto, la Scala Santa, il Museo Archeologico ed i resti dei Cavalieri di Malta, giusto per citarne alcuni. Perdetevi tra le sue viuzze ed andate alla scoperta dei suoi segreti.
Tantissima storia e cultura racchiusa in un borgo piccolissimo, ma di origini antichissime. Campli ha avuto, sin dalla preistoria, civiltà ed insediamenti propri, come testimoniano diversi reperti archeologici trovati quali strumenti di selce (raschiatoi, coltelli, asce, punte di lance e frecce, ecc.) ritrovate all’epoca della realizzazione del campo di calcio di Battaglia, i resti di un villaggio di agricoltori e allevatori del XIV-XIII secolo a.C. a Coccioli, la necropoli italica di Campovalano con tombe risalenti dal XII al II secolo a.C. oltre ai numerosi reperti romani quali templi, acquedotti, strade, domus, statue, ecc.
Da uno studio di ricercatori reatini, è emerso che anche Annibale ha transitato per il comune di Campli quando ha attraversato il passo tra le Montagne Gemelle (di Campli e dei Fiori).
A Campli ci sono inoltre tracce dei Cavalieri di Malta nell’antica chiesa di S. Pietro in Campovalano in due incisi in pietra ai due lati del portone d’ingresso che recano incisa la croce simbolo dei Cavalieri di Malta. Lo stesso simbolo lo si trova anche sullo stemma della corporazione locale della casa Trecentesca dei Lanaioli oltre che in alcuni stemmi ed architravi nel quartiere di Nocella.
Insomma, un comune ricco di storia che vale la pena visitare, anche solo per un week end.
Dista soli 300 km da Napoli e pochi km da Teramo. facilmente raggiungibile in auto o treno con Frecciarossa fino a Bologna e poi regionale per Giulianova.
Cosa vedere a Campli
La prima cosa che vi risalterà all’occhio appena arrivate a Campli, è il Palazzo del Parlamento detto Farnese, oggi sede del Municipio. E’ l’edificio civico più antico d’Abruzzo, probabilmente costruito intorno al 1286. Originariamente era formato da due piani e fornito di una torre d’avvistamento. I lineamenti architettonici sono in stile gotico, con la tipica disposizione di grandi arcate a pianterreno, salone delle riunioni al piano elevato e passaggio con grande volta di comunicazione tra lo spazio interno e quello esterno dell’edificio. Vi consiglio di fermarvi proprio lì come prima tappa del vostro viaggio, dato che troverete anche l’ufficio turistico nel quale prendere tutte le informazioni che vi servono per visitare al meglio il paese.
Proprio di fronte al municipio, nella pizza principale, troviamo la Chiesa di Santa Maria in Platea, ex cattedrale , eretta a Collegiata nel 1395, più volte restaurata che presenta un campanile del modello introdotto da Antonio da Lodi. L’interno è a tre ampie navate, anche se inizialmente era stata concepita con una sola navata, la centrale, che è la più spettacolare con un soffitto ligneo con storie della vita di S. Pancrazio, dipinte nei primi decenni del sec. XVIII da Teodoro Donati di Chieti.
Ma la vera particolarità della chiesa è la cripta sotto l’altare del XII sec. con un ciclo di affreschi dei primi decenni del Trecento, di scuola Giottesca.
Se si va in visita a Campli, non si può perdere un pellegrinaggio al Santuario della Scala Santa, istituito con un Breve Papale del 21 gennaio 1772 da Clemente XIV, con le stesse indulgenze concesse a quella di Roma. Lo scopo della Scala Santa è quello di seguire la pratica evangelica attraverso la Passione e la Risurrezione del Cristo, mediante la penitenza. La Scala Santa di Campli, al pari di quella di Roma, è concepita come un luogo sacro di sola preghiera, non si celebrno funzioni. E’ costituita da 28 gradini in legno d’ulivo e le pareti che la circondano sono interamente dipinte con scene dell passione di Cristo, mentre nella scalinata di discesa, scene della Resurrezione. Non ci sono scritte per non disturbare il fedele. Ci sono molti angoli bui per concentrare maggiormente la preghiera. Sulla Scala Santa si sale solo in ginocchio e si pronuncia una preghiera su ogni gradino per compiere l’indulgenza, che è un pò come se si venisse battezzati per la seconda volta. Io, lo ammetto, l’ho fatto di prima mattina, da sola, prima di raggiungere il gruppo e mi sono sentita molto meglio. In alcuni periodi dell’anno (terza domenica dopo Pasqua, la Pentecoste, la terza domenica di Settembre ed il giorno di Ognissanti) si può ottenere l’Indulgenza Plenaria, ossia il perdono di tutti i peccati, negli altri giorni, invece, si ottiene l’indulgenza parziale.
Inoltre, all’interno della Scala Santa di Campli sono custodite alcune schegge della croce di Cristo oltre a numerose reliquie conservate in artistici reliquiari di scuola napoletana.
Non può mancare poi una visita al Museo Archeologico di Campli, inaugurato nel 1988 e realizzato nell’ex convento di S. Francesco a cura della Soprintendenza Archeologica di Chieti del Ministero dei Beni e Attività Culturali.
Il museo, concepito in forma moderna ed allestito con un percorso didattico che ne facilita la riconoscibiità dei temi trattati, espone la ricca serie di reperti provenienti dalla necropoli di Campovalano ed illustra le peculiarità della civiltà Picena o “Medio adriatica”.
Ai piedi della montagna di Campli, a pochi più di 500 metri sul livello del mare, a poca distanza dalla città farnese, circondata da suggestive colline e selvatici fossi, si trova la Necropoli di Campovalano, oggi Museo Parco Archeologico che ha ospitato per circa mille anni (dal XII sec. a.C. al II d.C.9 un cimitero di Italici. Si tratta di un’Area archeologica completamente indagata. A parte la via sacra, è tutta una ricostruzione. Il paesaggio ha un aspetto come nel 12esimo sec a.C.
Non era solo una via sacra ma una via commerciale. Si hanno informazioni di questa area archeologia già dalla fine dell’800 quando dei contadini raccontavano di vasi d’oro ed oggetti trovati nei campi e che venivano poi venduti senza rivelarne la provenienza. Con l’avvento degli aratri meccanici sono tornati alla luce in maniera massiccia tanti reperti. Solo dal 1967 la Soprintendenza per i beni Archeologici per l’Abruzzo di Chieti si è interessata ufficialmente alla necropoli di Campovalano.
Tutto ciò che è stato trovato è stato portato al Museo. Oggi è possibile visitare una ricostruzione di com’era all’epoca ed è possibile entrare nel Tumulo (tomba) più grande.
Le tombe a tumo sono tutte nella strada superiore dove veniva seppellirà la classe aristocratica. Non tutti potevano permettersi questo tipo di sepolture anche se di trovano negli etruschi.
Quella visitabile é la tomba più grande (25 metri di diametro). Prima della sepoltura non ci si era reso conto dell’importanza del sito. Le tombe più antiche 13 esimo secolo. Qui dall’11esimo al sesto.
Qui abitavano i petruzi, i cugini dei piceni, antecedenti ai romani. Con l’arrivo dei romani, Campovalano smette di essere usata.
A poca distanza dalla Necropoli di Campovalano, si trova la Chiesa di San Pietro in Campovalano, considerata la più antica nella provincia aprutina, con i resti dell’annesso convento.
Archi a tutto sesto nell’altare e sesto acuto nell’ingresso.
Nel centro storico di Campli, poi vanno menzionate anche la Chiesa di San Francesco, che però abbiamo trovato chiusa ma sul cui portone si vedono scolpiti animali capovolti come segno di sottomissione, che richiamano i riti pagani ed alcune case nobiliari molto belle.
Lungo il corso principale, ad esempio, ci sono case porticate molto belle come la casa del farmacista, con delizioso loggiato cinquecentesco e la Casa del Medico di fine cinquecento con doppio loggiato in pietra su sili colonnine e facciata con finestre architravate su cui sono incisi motti e sentenze in latino.
Dove dormire a Campli
Campli, come vi ho già detto, è un borgo molto piccolo e non ha alberghi o hotel, ha però numerosi agriturismi in cui è possibile pernottare o semplicemente fermarsi a mangiare.
Io ho pernottato in una delle camere della Misericordia, ex ospedale adiacente alla chiesa omonima nel quale furono ricoverati i malati della peste del 1348.
Le camere sono umili e semplici, ma la comodità è di essere al centro, proprio alle spalle del Municipio e con vista panoramica sulla collina di Campli. Il soffitto è tutto in legno architravato e nel piano inferiore c’è una birreria belga che fa anche da ristorante.
Alternative sono dormire in uno degli agriturismi o casali nelle campagne adiacenti. sarete immersi nel verde e nella natura per una vacanza detox.
Dove mangiare
A Campli ci sono alcuni posti in cui si mangia olto bene.
Uno di questi è la Trattoria Pizzeria Affittacamere “La Grotta Farnese” dove abbiamo mangiato a pranzo il primo giorno. Locale rustico ma accogliente ed il titolare è una persona molto simpatica e socievole. Ci avrebbe fatto provare il suo intero menu se non avessimo avuto una visita guidata anche il pomeriggio. Prodotti genuini e qualitativamente buoni, cucina tipica Camplese. A me è piaciuto molto e ve lo consiglio. E’ poco fuori dal centro, sulla strada che dal borgo medievale porta a Campovalano.
Altro ristorante in cui abbiamo mangiato benissimo è il Ristorante e Pizzeria “Tunnel” adiacente alla piazza principale di Campli. Qui abbiamo mangiato il primo maggio ed abbiamo provato la loro ricetta segreta delle “virtù”, minestra maritata tipica di Campli.
Piatti tipici
Il territorio Camplese si affaccia sulla catena montuosa del Gran Sasso e, come gran parte dei paesi dell’Abruzzo, ha una cucina genuina e casereccia.
Tra i piatti tipici che abbiamo provato nel week end a Campli troviamo:
le virtù: un piatto della cucina teramana, caratteristico del primo di maggio, preparata con aglio, maggiorana, sedano cipolla insalata fagioli, fave, piselli, fagiolini, ceci e polpettine. La preparazione dura 6 oree la pasta va’ cucinata a parte ed aggiunta dopo. Questa è quella preparata dal Tunnel. Si tratta di un cibo molto antico che rispetta rigorosamente “le scadenze calendariali e i ritmi stagionali”, scrive Giuseppe Di Domenicantonio in un suo studio, un cibo che se ormai è ufficialmente “adottato” come proprio dal popolo teramano, si ritrova, sia pure con altre denominazioni e caratterizzato da numerose varianti, in molti paesi d’Abruzzo.
le mazzarelle: Le mazzarelle sono involtini di interiora d’agnello avvolti su foglie di lattuga, caratteristici della provincia di teramo.
Le Scrippelle: Le scrippelle si presentano come sottili “frittatine” preparate con farina , uova e acqua. La loro versione “mbussa”, ossia bagnate con brodo, è una ricetta tipica.
Trofie al porcino:
Spaghetti alla chitarra:
Formaggio fritto: