Durante il mio tour in Slovenia, sono rimasta molto affascinata anche dal piccolo paesino di Celje, per dimensione la terza città della Slovenia che, con la sua immagine non invadente e benevola, unisce l’eredità antica e medievale con l’ambiente urbano moderno. Le stradette lastricate dei tempi dei Romani, gli imponenti edifici del castello ed i resti delle mura medievali nel centro storico cittadino sono testimoni della sua ricca storia che trae le sue origini dai tempi dei Celti e dei Romani, Trecento anni avanti Cristo vi si insediarono i Celti e vi costruirono una possente postazione denominata Keleia.
Dopo i Celti subentrarono i Romani. Al tempo dell’imperatore Claudio (41 – 54) Keleia divenne un municipio: Municipium Claudium Celeia. La città, chiamata anche Troia Secunda, divenne un importante punto d’incontro stradale e commerciale.
Ancora oggi è possibile vedere il bellissimo castello medioevale, che sovrasta imponente tutta la città.
La nostra visita è iniziata proprio da lì, tra le guglie del vecchio castello di Celje, romantico, seducente, imponente, tenebroso, terrificante…oggi location scelta per l’organizzazione di eventi e matrimoni.
Il maestoso castello con le mura di cinta, che già da secoli sovrasta la città dal colle vi lascerà, appena lo vedrete, senza parole e dopo averlo visitato rimarrà per sempre nella vostra memoria. E’ proprio il classico castello che noi tutti, sin da bambini, abbiamo visto in film e cartoni animati ed abbiamo identificato come “il castello” per eccellenza. Appena l’ho visto, mi sono tornati alla mente gli anni di studio al liceo quando, studiando il medio Evo, si parlava di signorotti e vassalli.
Ecco, il castello di Celje è proprio così: immenso, maestoso e ricco di storia!
Fu costruito dai Vovbržani nella seconda metà del 12. secolo. Dopo l’estinzione della discendenza il castello passò nelle mani della signoria dei Žovnešk. Questi, dopo essersi trasferiti nella città situata alla confluenza dei fiumi Savinja e Voglajna, cambiarono il loro nome in Signori di Celje e fecero rinnovare il castello, che divenne la loro residenza.
Al tempo di Herman II di Celje, che fu il più potente ed il più influente regnante della stirpe di Celje, le contee raggiunsero l’apice della loro gloria.
Nel 14esimo secolo i Conti di Celje fecero costruire su una altura naturale il così chiamato »bergfrid«. La torre fortificata, con delle mura dello spessore di quasi 3 metri, che serviva da rifugio dagli attaccanti. Al primo piano della torre alta 23 metri vi era una segreta, sopra la quale si trovavano degli ambienti, che servivano da magazzino per le armi ed altro equipaggiamento. Allo stato originale tutto il piano superiore della torre era percorso da un corridoio di protezione.
La torre ha preso il nome dal conte Friderik II, il primogenito di Herman II. Il padre, che non approvava il matrimonio con Veronika Deseniška, lo fece rinchiudere nella segreta della torre fortificata e condannò a morte la sua mancata sposa. Avrà avuto origine da ciò la storia di Raperonzolo?
Dopo la gloria dei Conti di Celje l’aspetto esteriore e lo scopo del castello fu trasformato molte volte. Le pietre del castello furono usate anche per costruire gli edifici adiacenti. Oggi, dopo il rinnovo, il castello è divenuto un punto turistico di grande attrazione ed offre una magnifica veduta della città e dei suoi dintorni.
Dal castello, infatti, è possibile vedere l’intera Valle del Vipava ed il fiume Savinja che scorre attraverso la città, che nel Medio Evo fungeva da importante via di trasporto fluviale del legno verso sud. Sulla collina di fronte si trova la chiesa di S. Nicolò, patrono degli zatterieri, mentre le Alpi di Kamnik Savinja chiudono l’inquadratura da occidente. Una veduta meravigliosa che ho cercato di racchiudere in questi scatti e nel video che trovate in calce all’articolo.
Una piccola curiosità: la leggenda narra che il vecchio castello sulla sponda sinistra della Savinja ed il contrapposto monte di Miklavz, sul quale si trova la chiesetta di S. Nicolò, durante il periodo dei cavalieri erano collegati da un ponte in pelle. Ancora nel secolo scorso la gente indicava l’anello conficcato nella roccia alla quale era fissato il ponte.
Dopo la visita al castello, ci siamo fermati a bere una cioccolata calda nel bar dello steso e poi dritti a visitare la cittadina.
Strette viuzze lastricate presso le mura medievali nel centro storico, imponenti facciate di antichi edifici e amene piazzette. Una cittadina davvero a misura d’uomo.
Abbiamo attraversato il quartiere dei writers, l’unica zona del paese in cui i writers possono dare libero sfogo alla loro creatività per poi giungere al quartiere d’arte, ricco di loft di artisti di tutti i tipi.
Siamo entrati a fare visita ad alcuni di loro.
Ci siamo trovati prima in un appartamento di un collezionista, pieno zeppo di libri ed oggetti di antiquariato, poi siamo entrati nelle botteghe di due pittori d è stato molto bello ed emozionante vederli all’opera.
Uno degli edifici più importanti è l’edificio a due piani della stazione ferroviaria che fu costruito nel 1846, quando a Celje arrivò il primo treno, che collegava Celje a Vienna e Trieste.
Davanti alla stazione ferroviaria, nel bel mezzo della strada, si erge il più grande platano della Slovenia di ben 109 anni, che nel 2006 fu proclamato ‘Albero dell’anno’.
C’è poi il magnifico palazzo di stile neo rinascimentale, che ospita la ospita la Cassa di risparmio della città di Celje e che vanta una facciata ricca di dettagli, fu costruito nel 1887 ad immagine del palazzo di Henrik a Vienna e la Casa tedesca d’un tempo, situata in piazza Krek, di stile neogotico.
Le stradine del centro di Celje sono piene di statue.
Mi ha colpita in particolare la statua dedicata ad Alma M. Karlin, una scrittrice, poliglotta, teosofista e viaggiatrice. Nacque nel 1889 a Celje, viaggiò da sola per tutto il mondo e poi ritornò a Celje. Morì nel 1950 in una piccola casetta a Pečovnik dove si può ammirare la mostra della sua vita. Il museo regionale di Celje ospita in suo onore una mostra permanente, che espone la sua vita ed i suoi viaggi intorno al mondo.
Altra statua importante, che è possibile vedere per le strade cittadine, quella dedicata a Josip Pelikan, un fotografo di Celje di nazionalità ceca, nato nel 1885 a Tarvisio. Il museo della storia recente di Celje conserva in sua memoria lo studio fotografico nel quale è esposto il suo equipaggiamento fotografico originale con incluso il salone in vetro.
Da vedere poi la CHIESA DELL’ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA nella piazza centrale di Celje, che fu costruita nel 13. secolo in stile romano e faceva parte del convento minorita. Il suo aspetto originale non si è conservato perchè fu varie volte vittima di incendi dei quali, il più distruttivo, avvenuto nel 1798, distrusse anche gran parte della città di Celje.
Da notare la statua della Madonna in oro sul piedistallo che fu posta sul luogo, dove nel tempo passato giustiziarono un feroce assassino – con l’intento di salvaguardare i cittadini da simili crimini. A lato vi sono le statue barocche del 19. secolo di S. Rocco, S. Floriano e di S. Giuseppe.
Bellissima e futuristica la biblioteca centrale di Celje che si trova in una delle più belle ubicazioni della Città dei Conti – lungo il fiume Savinja. Nel gennaio del 2010 si sono aperte le porte di 4700 metri quadrati di aree dedicate all’ispirazione, allo studio ed alla creatività. La biblioteca è aperta ogni giorno. Tramite i servizi che offre ai cittadini, contribuisce al miglioramento della qualità di vita di tutta la comunità sia con gli avvenimenti, sia con le rappresentazioni e offre rilassamento e svago ed a tutti i visitatori offre libero accesso ad internet. Allo stesso tempo – ed innanzi tutto nel vecchio nucleo cittadino – promuove e stimola un vivace scambio culturale e sociale. Con i suoi 16.000 soci attivi, con le sue 370.000 unità cartacee e con 1.000.000 di visite all’anno è l’istituzione culturale più visitata di Celje e la terza più grande biblioteca in Slovenia. Della biblioteca fanno parte anche la caffetteria e la pasticceria Miško Knjižko, dove potete ammirare le più belle vedute della città.
Da non perdere, poi, la torre fortificata, che forma l’angolo sud meridionale delle antiche mura della città, è anche chiamata la torre dell’ospizio. Fu costruita nella prima metà del 15. secolo e rappresenta una delle quattro torri fortificate ancora conservate. La piastra, con la scritta e con l’indice steso, che indica il punto fin dove giunse l’acqua durante l’inondazione del 1672, è senz’altro una curiosità da non perdere di vista.
Celje è una città attenta alle famiglie – quasi ogni angolino della città, sia un negozio, sia un piccolo locale alberghiero oppure un parco è provvisto di strumenti da gioco, libri e giocattoli che rallegrano i bambini. A Celje l’atmosfera è particolarmente vivace quando si svolgono numerose rappresentazioni, che durano tutto l’anno e sono molto seguite sia dai bambini che dagli adulti.