Qualche anno fa sono stata in Umbria per il periodo di Natale e ne sono rimasta davvero affascinata.
Noi andammo per l’Epifania, ma è un’ottima soluzione anche per il Capodanno alla scoperta dei borghi più caratteristici d’Italia: Perugia, Corciano, Assisi e Gubbio.
Abbiamo pernottato all’Hotel Brufani Palace, 5 stelle lusso situato nel punto più alto di Perugia, con una vista mozzafiato su tutta la vallata Umbra ed il cuore della città medievale.
Hotel storico di Perugia che nel lontano 1884 ha ospitato ospiti illustri quali la Regina Madre, Alberto di Monaco, solo per citarne alcuni a scoprire le meraviglie archeologiche che regalano ad un luogo speciale una magica atmosfera. 94 camere lussuose e comode come quelle di un re e poi, una bellissima Spa con piscina, sauna, bagno turco ed attrezzi fitness, realizzata sui resti di un insediamento etrusco, protetti da un pavimento trasparente, per rilassarsi a fine giornata dopo un tour itinerante per la città.
Perugia è una città ricca d’arte, di storia e di monumenti, fondata dagli antichi Etruschi nei secoli XI e X a.C. Ancora oggi è molto suggestivo il paesino medievale racchiuso dalle cinta murarie. Il centro storico si sviluppa intorno al punto più alto (Porta Sole, dove è situato il nostro hotel) e sul crinale dei colli che da esso dipartono, formando un’acropoli e cinque borghi medievali prolungati su cinque porte. All’originaria cinta delle mura etrusche, lunga 3 km, si aggiunse nel Duecento e nel Trecento una nuova e definitiva murazione lunga 9 km, quasi del tutto integra e che delimita una superficie di 120 ettari.
L’acropoli perugina sembra costruita su una sola collina ma in realtà sono due: il colle del Sole e il colle Landone.
La Fontana Maggiore è uno dei principali monumenti della città e di tutta la scultura medievale. È costituita da due vasche marmoree poligonali concentriche decorate a bassorilievi finemente scolpiti da Nicola e Giovanni Pisano, sormontate da una tazza bronzea, in cui sono rappresentati i simboli e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, i mesi dell’anno con i segni zodiacali e le arti liberali, la bibbia e la storia di Roma, personaggi biblici e mitologici.
L’Arco Etrusco è la più grande e monumentale delle porte di accesso alla città vecchia, parte della cinta muraria etrusca orientata verso nord, guarnita di poderosi bastioni laterali realizzati in blocchi megalitici di travertino (dimensione media cm 100×60 in facciata). Il contrafforte sinistro è sormontato da elegante loggia rinascimentale e ornato alla base di fonte seicentesca, a sua volta sormontata da due tipici falli etruschi. Nell’arco a tutto sesto è incisa la scritta “Augusta Perusia”.
Abbiamo visitato poi il Pozzo etrusco che risale alla seconda metà del III secolo a.C. ed è stato in antichità la principale fonte di approvvigionamento idrico della città. Profondo circa 40 m, ha svolto anche la funzione di cisterna, e si trova in piazza Danti.
Elemento caratteristico di Perugia sono i Sotterranei del Museo del Duomo, che fungono anche da sottopassaggio per raggiungere la città vecchia dalla nuova, con all’interno scale mobili ed ascensori.
Perugia è piccina e si visita tranquillamente in uno/due giorni. Noi ne abbiamo quindi approfittato per visitare anche i paesini limitrofi: Corciano, Assisi e Gubbio.
Corciano, a soli 12 km da Perugia, è anch’esso un paesino medioevale, classificato tra i borghi più belli d’Italia. Visitato, poi, nel periodo natalizio, è ancora più bello! Quando siamo stati noi, nel periodo dell’Epifania, c’era un bellissimo e suggestivo presepe vivente itinerante per tutto il paese. Abbiamo così percorso tutte le stradine e le scalinate del paese accompagnati da testi e personaggi Biblici.
Se si va in Umbria, non può mancare, poi, una visita alla bellissima Assisi, conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono san Francesco, patrono d’Italia, e santa Chiara.
Non può, quindi, assolutamente mancare una visita alla basilica di San Francesco ad Assisi, il luogo che dal 1230 conserva e custodisce le spoglie mortali del santo serafico, voluta da Papa Gregorio IX.
Secondo la tradizione fu lo stesso Francesco ad indicare il luogo in cui voleva essere sepolto. Si tratta della collina inferiore della città dove, abitualmente, venivano sepolti i “senza legge”, i condannati dalla giustizia (forse anche per questo era chiamata Collis inferni). Fu ribattezzato Collis paradisi e su di esso fu edificata la nuova basilica, al margine nord-occidentale della città murata.
Davvero mozzafiato la decorazione della chiesa inferire, dipinta dai più illustri artisti del tempo da Giotto a Cimabue a Simone Martini, di cui non ho foto perché erano vietate, ma che sicuramente voi tutti avrete visto e studiato nei libri di Storia dell’Arte a partire dalle scuole Medie. Io sarei rimasta ore ed ore ad ammirare quei dipinti, visti finalmente dal vivo, dopo averli studiati per anni!
Sempre nella basilica inferiore è situato un locale che ospita le reliquie di san Francesco, un piccolo ma significativo insieme di oggetti appartenuti al santo.
La chiesa superiore presenta una facciata semplice a “capanna”. La parte alta è decorata con un rosone centrale, con ai lati i simboli degli Evangelisti in rilievo. La parte bassa è arricchita dal maestoso portale strombato. Nel guardino laterale, era collocato un piccolo presepe a misura d’uomo.
Ultima tappa del viaggio in Umbria è stato il borgo medioevale di Gubbio, famoso per il suo albero di Natale più grande del mondo, che è possibile ammirare in lontananza man mano che ci si avvicina o ci si allontana dal borgo medioevale. Acceso per la prima volta nel 1981 (anno in cui sono nata io), coinvolge tutta la collina di Gubbio. Alto 650 metri, per oltre 8.500 metri di lunghezza di cavi, realizzato con 200 luci per formare la stella, 260 per disegnare l’albero. L’albero viene acceso il 7 dicembre di ogni anno, nel corso di una manifestazione pubblica.
Appena oltre le mura romane, si trova il teatro romano, risalente al I secolo a.C. Costruito tra il 55 e il 27 a.C., una lapide qui ritrovata menziona una serie di lavori fatti in epoca augustea da Gneo Satrio Rufo, quattuorviro di Gubbio.