Generalmente quando si parla di Sicilia, si pensa subito alle sue belle spiagge e località vacanziere, ma esiste anche un’altra Sicilia, altrettanto bella, che è quella dell’entroterra e dei paesi Etnei.
Paternò, ad esempio, è uno di questi.
Paese poco turistico rispetto alle vicine Catania e Taormina, ma con tante bellezze da scoprire. E’ infatti una zona geologica storica e naturalistica.
Il territorio comunale confina nella parte occidentale con Centuripe, in provincia di Enna,e Biancavilla e nella parte meridionale con i comuni di Castel di Judica e Ramacca, appartenenti al distretto del Calatino. A nord confina con Ragalna, frazione paternese fino al 1985 e S.Maria di Licodia anch’essa ex frazione di Paterno’, ad est confina con Belpasso.
Il centro storico di Paternò si presenta delimitato da nuovi quartieri, tra cui quello “satellite” di ampie dimensioni dell’Ardizzone; il colle, che gli abitanti chiamano “Collina storica”, essendo la parte in cui vi sono concentrati i più importanti monumenti della città, nonché il suo nucleo originale e antico, fa anch’esso parte del centro storico.
Dal punto di vista geomorfologico, il territorio comunale di Paternò è suddiviso in due aree ben definite, con i terreni di origine lavica nelle contrade verso le pendici dell’Etna e i terreni di origine alluvionale lungo la Valle del Simeto e la Piana di Catania.
La città, invece, è racchiusa in una conca delimitata dall’antico vulcano preistorico che fu il luogo dove sorse il primo nucleo abitato. Ubicate nella parte nordoccidentale del territorio comunale, le Salinelle, importante sito di interesse naturalistico.
Tra le bellezze principali del paesino di Paternò vi è il castello arabo-normanno dell’anno 1.072 situato su un vulcano spento. E’ alto 34 m (11 piani) le mura sono di spessore 2,60m. C’era un ponte levatoio che si chiudeva in caso di attacco. Ci sono 4 passaggi segreti che andavano a finire nelle campagne.
Il castello nel tempo fu adibito anche a carcere.
Al primo piano c’è una piccola prigione dove si vede un foro nel muro. La città era tutta recintata da mura e c’erano all’epoca 7 porte. Ora ne sono rimaste 2.
Al primo piano abbiamo la sala d’armi ed al secondo gli appartamenti reali.
30 anni fa il castello venne ristrutturato e consegnato alla regione. È quindi di proprietà della regione e non della città.
Ci hanno vissuto la Regina Bianca di Navarra e Federico II.
Siamo al centro fisicamente della valle del Simeto.
Tanti anni fa l’Etna era un ghiacciaio. Questa reazione chimica interna ha provocato l’amianto nella zona di Biancavilla.
Durante la visita al castello, abbiamo avuto l’occasione di incontrare anche il Sindaco di Paternò il quale ci ha raccontato che il Castello, che per anni è stato chiuso, ha riaperto da novembre 2014 e ne fruiscono l’apertura in orari stabiliti: tutti i giorni dalle 9 alle 12 e 2 pomeriggi tranne un giorno a settimana.
Tutti i monumenti importanti sono di proprietà della regione mentre i comuni hanno la gestione.
Due settimane fa, propio all’interno del castello, hanno fatto un momento di rievocazione medievale con 2 musicisti per rendere vivo il monumento. Non è un museo ma solo un monumento e la strategia é di renderlo luogo di eventi.
Da più di un anno stanno lavorando su progetto di valorizzazione dinamiche. Sono molto vicini a luoghi molto belli. Ogni 2/3 mesi cercano di fare un evento diverso sul tema medioevo. Sulla collina stavano realizzando una sorta di museo virtuale con degli ologrammi che proietteranno il contesto territoriale.
Hanno allestito la casa del cantastorie in un teatro comunale per creare un’offerta culturale il più completa possibile.
Il secondo fine settimana di settembre verrà fatta una rappresentazione dell’Orlando Innamorato di Boiardo sulla collina di Paternò. L’idea è creare occasioni per visitare i luoghi, dato che vicino ci sono Siracusa, Catania e Taormina.
Una buona parte de territorio paternese ricade nel bacino idrografico del fiume Simeto (di cui vi parlerò in modo approfondito domani). Il territorio, inoltre è caratterizzato dalla presenza di numerose sorgenti idriche, in quanto si incontrano gli strati lavici permeabili con quelli argillosi impermeabili, facendo fuoriuscire le acque provenienti dal bacino idrografico dell’Etna. Le sorgenti più importanti sono Monafria, Maimonide e Currone
Dopo il castello, abbiamo visitato la zona delle salinelle, che sono tre campi di vulcani di fango, ricadenti nei territori dei comuni di Paternò e Belpasso, legate al fenomeno di eruzione dell’Etna.