L’ultimo giorno del mio tour in Sicilia, sono stata a fare trekking sull’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, alto 3.300 metri.
Siamo partiti da Nicolosi, chiamata “la porta dell’Erna”, dove era situato il mio Hotel (ebbene sì, ho dormito sulle pendici dell’Etna!), grazie alla sua localizzazione strategica che la rende punto di accesso privilegiato al vulcano. Il suo territorio si estende da quota 670 circa fino alla cima del Cratere Centrale a 3.300 m s.l.m. in gran parte all’interno del Parco dell’Etna. L’evento che segna la nascita dell’odierna cittadina è l’eruzione del 1669, la più imponente degli ultimi secoli. Rasa al suolo dalle lave, la cittadina rinacque ai piedi dei crateri da cui scaturirono i torrenti di fuoco: i Monti Ruina poi ribattezzati Monti Rossi.
La sua posizione strategica ne ha fatto da sempre il punto base per le visite in vetta. Qui si fermarono tutti i grandi viaggiatori del passato.
Ed è proprio dalla Strada dei grandi viaggiatori (Goethe, Irwing, Birsmarck e vari principi e principini) che è partita la mia escursione. In un percorso circondato da ginestre, ho assistito prima alle Cave Laviche di Nicolosi, dalle quali viene estratto il basalto per le lavorazioni di pietra lavica. Nel catanese tutte le case sono state costruite con la pietra lavica che è indistruttibile.
Fanno muri, strade e persino lavorazioni artigianali.
Da lì siamo arrivati al banco lavico del 2001 che ha interrotto la strada ed abbiamo quindi proseguito per un altro sentiero per arrivare al Rifugio la Sapienza ed ai Crateri Silvestri.
Lungo il sentiero, ho potuto notare come, man mano che si sale in quota, cambia la vegetazione.
Nella parte bassa dell’Etna la vegetazione è ricca di ginestre. Dopo i 2000 metri, invece, si ferma la vegetazione ed iniziano le steppe come nel nord Europa con un clima alpino. Mi ha colpito in particolare un fiore chiamato astragolo con spine e fiori rossi.
Sull’Etna, inoltre, sono presenti numerose grotte laviche che sono di due tipologie.
Grotte di frattura: quando c’è l’eruzione ed il flusso lavico esce da questa grotta; e le grotte di scorrimento lavico. La lava scorre attraverso delle gallerie come l’autostrada che le permettono di fare km, sono come vene del nostro corpo nel quale c’è il magna fluido a 800/1000 gradi.
Il Rifugio la Sapienza, invece è un delizioso albergo in stile alpino, situato in una posizione privilegiata in quanto a quota 1920 metri, punto massimo di arrivo per le autovetture e limitrofo agli impianti della Funivia dell’Etna.
Meta ideale sia nella stagione invernale vista la vicinanza con gli impianti sciistici, che nella stagione estiva per tutti coloro che desiderano vivere l’incanto dell’escursione alle zone sommitali del vulcano. Lì è possibile acquistare i manufatti in pietra lavica, iniziare i percorsi dei Crateri Silvestri, formatisi nel 1893, si trovano a pochi passi da qui e meritano una visita, cosa che io ho fatto, oppure prendere la funivia che vi porterà su, fino alla stazione piccolo rifugio a quota 2.400m. Da lì una guida alpina vi condurrà fino a 2.900 metri sul livello del mare, da qui godrete di una buona vista dei recenti crateri di eruzione. A seconda delle condizioni climatiche e dell’attività dell’Etna, è anche possibile salire fino al cratere principale.
La formazione dei Crateri Silvestri risale all’eruzione del 1892: questa ebbe inizio il 9 luglio con la formazione di una frattura radiale, e quindi di una bottoniera di cinque crateri, fra quota 2025 e 1800 m, sul versante sud dei fianchi del vulcano.
I due crateri si trovano praticamente nel punto di arrivo degli autobus turistici, nel piazzale del Rifugio Sapienza (versante Etna sud, le informazioni per arrivare si trovano nella sezione dei trasporti), sono dunque una delle pochissime cose che si possono osservare persino usando i mezzi pubblici. Per questo motivo sono presi d’assalto dalle decine di turisti che arrivano con i viaggi di gruppo organizzati.
Iniziamo dunque dal cratere sud e passeggiamo sul bordo osservando il panorama verso sud, verso est e verso nord. Alcuni turisti all’interno del cratere ci fanno capire le reali dimensioni di queste voragini. Attraversiamo la strada e iniziamo la breve salita verso il cratere nord, da cui si osserva la Montagnola verso nord e il cratere sud dall’alto, con le persone minuscole sopra di esso. Diamo una rapida occhiata all’interno del cratere nord e riscendiamo rapidamente.
Il percorso complessivamente è molto semplice, lungo circa un chilometro e con un dislivello di circa 50 metri.