«Per quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la costa, la baia, il golfo tutto, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io non posso non scusare tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi!» J. W. Goethe
Napoli è la mia città da sempre e, per quanto la viva quotidianamente, mi è stato davvero difficile preparare questo articolo, richiesto da alcuni amici milanesi che verranno a breve a farmi visita.
Per conoscere, amare ed apprezzare Napoli e godere dei suoi panorami mozzafiato credo ci voglia almeno una settimana ma…se proprio la si vuole visitare in due giorni, ecco un elenco delle cose che non bisogna assolutamente perdere!
Per entrare in tutti i musei di Napoli, vi consiglio inoltre di acquistare il Naples Pass. La tessera Naples Pass costa € 49,00 e da accesso a oltre 100 attrazioni, musei e attività nella città di Napoli.
In fase di prenotazione, potrete scegliere fra le seguenti modalità: Tessera turistica di 3 giorni + Trasporto ( che permette di accedere gratuitamente a 2 attrazioni turistiche e usufruirete di uno sconto del 50% sulle visite restanti), Tessera turistica di 3 giorni Musei + Trasporto (In questo caso, avrete accesso gratuito a tre musei di Napoli e uno sconto del 50% sul resto delle visite. Include anche l’uso gratuito dei mezzi di tutta la rete trasporti della regione Campania), Tessera turistica di 7 giorni (che permette di accedere gratuitamente a 5 attrazioni o musei e usufruirete di uno sconto fino al 50% nelle visite restanti, come la Basilica Di San Lorenzo Maggiore, la Galleria Borbonica, La Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte o una passeggiata di un’ora in bici elettrica).
Partirei subito con la visita della Napoli più antica ed autentica: il centro storico, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1995.
Dalla stazione di Piazza Garibaldi, prendete la metropolitana linea 2 e scendete a Montesanto.
Da lì attraversate la suggestiva strada della Pignasecca, lungo la quale c’è uno dei più famosi mercati del pesce di Napoli e da lì arrivare su Spaccanapoli, così definita perchè, vista dall’alto (una vista unica ed imperdibile è quella dal museo di San Martino), divide la città esattamente in due parti uguali come se fosse una ferita tagliata con un coltello.
Arrivati a Spaccanapoli, proseguite verso Piazza de Gesù, dove vi consiglio di visitare la chiesa del Gesù Nuovo o Trinità Maggiore, una chiesa monumentale di Napoli, ad ovest dell’antico decumano inferiore, costruita al posto dell’antico palazzo Sanseverino. Si tratta di una delle più importanti chiese basilicali della città a cui vi hanno lavorato i più influenti artisti della scuola napoletana; all’interno è custodito inoltre il corpo di san Giuseppe Moscati. La facciata di palazzo Sanseverino divenne la facciata della chiesa che ancora oggi è caratterizzata da particolari bugne, una sorta di piccole piramidi aggettanti verso l’esterno, normalmente usate dal rinascimento veneto, che conervano ancora qualche mistero, come gli strani graffiti presenti sulle pietre di piperno che nascondono il pentagramma di un madrigale.
Monastero di Santa Chiara
Proseguendo dalla piazza, vi ritroverete al Monastero di Santa Chiara, un edificio di culto di Napoli, sotto un profilo storico-artistico tra i più importanti della città, nonchè la più grande basilica gotica del mondo. Edificato tra il 1310 e il 1330 su un complesso termale romano del I secolo d.C., per volere di Roberto d’Angiò e della regina Sancha d’Aragona, comprende il celebre Chiostro Maiolicato con i suoi affreschi, il Museo dell’Opera, la Zona Archeologica ed il Presepe Artistico del Settecento.
Visitate prima il bellissimo Chiostro delle Clarisse, con le sue maioliche ritraenti scene campestri e di festa, dove ogni anno avviene anche uno dei numerosi fenomeni di liquefazione del sangue noti in città, il sangue del martire Santo Stefano, che però non è puntuale come quella di San Gennaro e non sempre si verifica.
Entrate poi nella Basilica, che negli anni è stata teatro di importanti avvenimenti storici come la Battaglia di Lepanto.
Cappella Sansevero e il Cristo Velato
Dopo Santa Chiara, vi consiglio di visitare la Cappella San Severo, adiacente a Piazza San Domenico Maggiore, una chiesa oggi sconsacrata fatta interamente affrescare dal Principe Raimondo di Sangro, che ospita capolavori come il Cristo velato, conosciuto in tutto il mondo per il suo velo marmoreo che quasi si adagia sul Cristo morto, così realistico al punto che molti suppongano che sia opera di magia nera e che si tratti di un uomo vero fatto pietrificare da Raimondo di Sangro attraverso un misterioso processo di marmorizzazione.
Ai due lati, ci sono le sculture del Disinganno e dalla Pudicizia, realizzate da Queirolo e Antonio Corradini, anch’esse dalla consistenza di veli impalpabili dei marmi, tanto da sembrare reali.
Ma il vero mistero della Cappella Sansevero sono le “macchine anatomiche” presenti nella cavea sotterranea. Si tratta dello scheletro di due corpi, uno maschile e l’altro femminile, scarnificati dell’involucro esterno e dei quali è visibile l’intero sistema arterioso e venoso. Ai piedi della donna, giace anche un feto ed una placenta aperta legati dal cordone ombelicale.
Nessuno sa come sia possibile “solidificare” il sangue, tuttavia una curiosa teoria penserebbe che il prodigio sia dovuto ad un’iniezione a base di mercurio nelle vene dei due cadaveri mentre il cuore pulsava ancora. Solo un cuore vivo, pompando sangue, avrebbe potuto distribuire il composto per tutto il corpo, rendendo metallico il groviglio di vene, arterie e viscere visibili in ogni loro agghiacciante dettaglio.
Altri pensano che si tratti di riproduzioni identiche alla realtà, la cui precisione è davvero troppo avanzata per l’epoca in cui sarebbero state realizzate.
Non è raro trovare una lunga coda di turisti. Se quindi volete saltare la fila, vi consiglio di acquistare questo tour di Spaccanapoli + Cristo Velato con Civitatis con guida in italiano al costo di € 35,00 che non solo vi farà saltare la fila, ma potrà essere cancellato senza alcuna penale entro 24 ore dalla prenotazione.
Via dei Tribunali e San Gregorio Armeno
A questo punto vi consiglio di spostarvi su Via dei Tribunali e per farlo, la strada consigliabile è Via San Gregorio Armeno, la caratteristica strada dei pastori che diventa magica nel periodo di Natale, ma che è sempre bella tutto l’anno, dove potete approfittarne per acquistare qualche souvenir caratteristico, realizzato dagli artigiani locali.
Napoli sotterranea
Arrivati a Via dei Tribunali, andate a visitare Napoli Sotterranea, una città gemella sotto la città nata a forza di levare mattoni di tufo per la costruzione delle case sovrastanti, caratterizzata da grotte chilometriche, pozzi profondi, grandiose caverne e sorprendenti catacombe, spesso teatro di eventi magici ed esoterici. La visita sconsigliata a chi soffre di claustrofobia perchè si scende a circa 40 metri di profondità! La città sotterranea si estende sotto tutto il centro storico, fu usata come rifugio durante la seconda guerra mondiale e ad essa sono legati miti e leggende ancora oggi vivi nell’immaginario collettivo dei napoletani. Il percorso dura 1 ora e mezzo ed è possibile vedere solo 1 km dei 400 km che attraversano tutta Napoli. I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell’era preistorica.
A Napoli sotterranea è legata la leggenda del “Munaciello”, il fantasma dispettoso, da sempre presente nell’immaginario dei Napoletani che entra nelle case e fa scherzi o regali ai suoi abitanti. Porta denaro, numeri vincenti per il lotto, ma anche spaventi, rottura di oggetti, fino all’ingravidamento di ignare fanciulle. Conosce perfettamente il sottosuolo di Napoli ed i suoi numerosi cunicoli ed è capace di attraversare la città per intero. Vive nell’ombra ed adora guardare le reazioni che scatena con i suoi dispetti. In realtà si trattava del potrebbe essere il Pozzaro, colui che si dedicava all’approvvigionamento dei pozzi d’acqua. Quando non veniva pagato per i suoi servizi, si vendicava facendo dei dispetti agli abitanti delle case. Aveva doti da vero speleologo e vestiva con una specie di saio per difendersi dall’umidità. Non è difficile pensare che potesse entrare nelle abitazioni ed essere scambiato per un fantasma.
La pizza napoletana e Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco
Usciti da Napoli sotterranea, direi che è arrivata l’ora di fare una sosta culinaria e vi consiglio la pizzeria Sorbillo, pizzeria storica di Napoli, che ha inventato la pizza a otto, ossia dando la possibilità agli abitanti del rione di pagarla a credito dopo otto giorni, che secondo me fa la pizza più buona della città. Vi avviso che ci sarà da aspettare almeno un’ora, quindi, vi consiglio di lasciare il vostro nome alla porta ed approfittarne per visitare la Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco che è vicinissima. La riconoscete perchè all’esterno troverete due colonne con sopra dei teschi di bronzo con le tibie incrociate ed una grata dalla quale fuoriescono dei fiori.
Le visite guidate si effettuano solo la mattina e nei sotterranei è possibile ammirare il famoso teschio con il velo da sposa, che la leggenda narra appartenere a Lucia D’Amore, figlia di Domenico, principe di Ruffano, data in sposa al marchese Giacomo Santomago. Dato che la giovane principessa non voleva sposare il gentiluomo secondo alcuni si suicidò, per altri morì di dolore. Certi raccontano che tentò una fuga tragica, che era malata di tisi o che fu vittima di un omicidio mentre avanzava verso l’altare. Un’altra versione narra che in realtà ella fosse innamorata del marchese e che durante il viaggio di nozze fosse annegata. L’unica costante è che la giovane non riuscì a consumare il rito del matrimonio ed il suo teschio è stato conservato ancora con il velo da sposa.. Alla fine il padre, devoto alla chiesa del Purgatorio, decise di seppellirla nel complesso di Santa Maria. Lucia è così diventata una luce di speranza per tutte quelle donne che desiderano trovare l’uomo della propria vita per sposarsi. È conservata in un reliquiario circondato da messaggi e bigliettini che le devote le lasciano intorno per ricevere una grazia, alleviare un dolore o semplicemente per ringraziarla.
“Cara Lucia, fa che il mio sogno si avveri e trovi la serenità”, “principessa Lucia, fa uscire mio marito al più presto”, “Cara Principessa Lucia abbiamo saputo della tua esistenza solo stasera, sappiamo dei tuoi miracoli e prodigi…” sono solo alcuni dei messaggi lasciati su bigliettini anonimi accanto alla “capuzzella”. Lucia, non è una santa, ma è come se lo fosse. E’ diventata una luce di speranza per tutte quelle donne che desiderano trovare l’uomo della propria vita per sposarsi.
Il Duomo di Napoli
Dopo la pausa pranzo, non potete perdervi la visita al Duomo di Napoli. Il Duomo sorge lungo il lato est della via omonima, in una piazzetta contornata da portici ed ingloba a mo’ di cappelle laterali altri due edifici di culto di particolare importanza definibili a sé stanti: la basilica di Santa Restituta, che custodisce il battistero più antico d’Occidente, quello di San Giovanni in Fonte, e la reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, che conserva le reliquie del santo patrono della città. Si tratta di una delle più importanti e grandi chiese della città, sia da un punto di vista artistico, essa è di fatto la sovrapposizione di più stili artistici che vanno dal gotico puro del Trecento fino al neogotico ottocentesco, che sotto un profilo culturale, ospitando infatti tre volte l’anno il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro.
Pio Monte della Misericordia e quartieri spagnoli
Poi, se avete tempo, vi consiglio di visitare anche il Pio Monte della Misericordia, un’Istituzione fondata nel1602 da sette giovani nobili napoletani che attualmente custodisce una delle opere originali del Caravaggio! Dopo spostatevi su Via Roma, anche conosciuta come Via Toledo, una delle strade più commerciali della città, ed ammirate il folclore dei quartieri spagnoli.
La stazione metropolitana di Toledo
Considerata tra le fermate della metropolitana più belle del mondo, la stazione di Toledo, in Via Roma a Napoli (conosciuta anche come Via Toledo, eh si ha il doppio nome) merita assolutamente una visita.
Questa fermata della metropolitana, è solo una di quelle facenti parte della linea 2 inerenti il progetto “Le Stazioni d’Arte”. Progetto promosso dall’amministrazione comunale per rendere i luoghi della mobilità più attraenti e offrire a tutti la possibilità di un incontro con l’arte contemporanea. Gli spazi interni ed esterni delle stazioni hanno accolto, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Oliva, circa 200 opere di 100 tra i più prestigiosi autori contemporanei, costituendo uno degli esempi più interessanti di museo decentrato e distribuito sull’intera area urbana, un museo che non è spazio chiuso, luogo di concentrazione delle opere d’arte, ma percorso espositivo aperto, per una fruizione dinamica del manufatto artistico. La realizzazione delle stesse stazioni, affidata ad architetti di fama internazionale ha rappresentato un momento di forte riqualificazione di vaste aree del tessuto urbano.
Piazza del Plebiscito
Sosta caffè al Caffè Gambrinus, che è un’istituzione a Napoli e poi ad ammirare la bellezza di Piazza del Plebiscito e della chiesa di San Francesco di Paola. E’ una delle piazze più grandi della città e d’Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni.
Il Palazzo Reale di Napoli
Di fronte, invece, troviamo il Palazzo Reale, una delle quattro residenze usate dalla casa reale dei Borbone di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie. La facciata a basamento porticato con due ordini di finestre è lunga 169 metri, nel suo centro sono evidenti gli stemmi reali e vicereali. Il re Umberto I di Savoia, nel 1888, fece apportare le modifiche alla facciata del palazzo che consentirono l’apertura ad arco di diverse nicchie dentro le quali furono collocate le statue raffiguranti i capostipiti delle dinastie dei sovrani che hanno regnato su Napoli.
Il Real Teatro San Carlo
A fianco troviamo il Real Teatro San Carlodi Napoli, da poco definito il teatro più grande e più bello d’Europa, costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo III di Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere regio, anticipando di 41 anni la Scala di Milano e di 55 la Fenice di Venezia. Ancora oggi è possibile vedere il lusso del Teatro settecentesco e sentirsi per qualche ora un nobile del rinascimento!
Di fronte troviamo la Galleria Umberto I, costruita alla fine del 1800.
I castelli di Napoli
Se non siete troppo stanchi, a questo punto vi consiglio di visitare il Maschio Angioino, uno dei 7 castelli presenti nella città di Napoli (Castel Capuano, Castel dell’Ovo, Castel Nuovo (Maschio Angioino), Castel Sant’Elmo, Castello del Carmine, Castello di Nisida e il Forte di Vigliena, sono sistemati in maniera strategica a difesa dell’importante Golfo di Napoli) e poi incamminarvi verso il lungomare di Via Caracciolo con una sosta al Castel Dell’Ovo, che sorge sull’isolotto di Megaride, circondato dal Borgo Marinari, la cui origine è fissata intorno al dodicesimo secolo, con la edificazione di una rocca poi ampliata dai Normanni e dagli Angioini.
Trattoria Nennella
A questo punto, presumo che siate abbastanza stanchi e quindi vi consiglio di divertirvi ai baretti di San Pasquale a Chiaia per degustare un buon aperitivo e godere della movida partenopea.
Per la cena, ci sono varie proposte: o ristorante di pesce al borgo marinari oppure, se volete provare la cucina tipica partenopea, vi consiglio la Trattoria da Nennella nei quartieri spagnoli!
Giorno 2: Quartiere Sanità
Il Cimitero delle Fontanelle
Per il secondo giorno a Napoli, vi consiglio di recarvi subito al quartiere Sanità per andare a visitare il Cimitero delle Fontanelle, uno dei luoghi più suggestivi di Napoli, nel quale sono conservate 8 milioni di ossa, dei defunti vittime dell’epidemia di peste nel 1656 e di colera del 1836.
Potete farlo prendendo la linea 1 della metropolitana di Napoli e scendere a Materdei (così potete dare un’occhiata anche alle stazioni dell’arte).
Qui avveniva il culto della “capuzzella”. Ossia, i napoletani adottavano un teschio per rivolgergli preghiere in cambio di una grazia. Se la grazia avveniva, il teschio veniva posto in un luogo più protetto. Se la grazia non arrivava, se ne sceglieva un altro con il quale si iniziava la stessa trafila. In questo ossario è quindi possibile capire il rapporto che i napoletani hanno con la religione, la morte, i defunti, il destino, il lotto, la fortuna.
Oggi il culto dei morti è vietato dalla città di Napoli, ma molti continuano a crederci ed a lasciare preghiere e fiori alle “capuzzelle”.
Al ritorno, passate per il Rione Sanità, uno dei quartieri più colorati e folkloristici della città, che ha dato i natali a Totò. Passerete tra vicoli stretti, i bassi dai quali esce odore di ragù e la dolce melodia delle canzoni neomelodiche napoletane, motorini che sfrecciano veloci, il profumo dei panni appena stesi da un lato all’altro della strada, palazzi nobiliari dalla bellezza disarmante e murales moderni che rendono le strade più belle e colorate. Lungo la strada, vi consiglio di fermarvi in Via Vergini, per mangiare il fiocco di neve di Poppella, un dolce ricoperto di zucchero a velo, la cui ricetta è segreta. Non può mancare, poi, la pizza da Concettina ai Tre Santi, sempre in Via Vergini, altra eccellenza gastronomica del quartiere.
Proseguendo per il tour per il rito dei morti a Napoli, vi consiglio di visitare le Catacombe di San Gennaro. Si parte da Capodimonte e si scende fin giù alla Sanità, attraverso una passeggiata suggestiva tra i cuniculi del sottosuolo di Napoli. Per catacombe di Napoli si intendono quei cimiteri sotterranei scavati nel tufo o in altri terreni facilmente asportabili in età classica da parte della comunità cristiana napoletana. Per importanza archeologica e artistica sono seconde solo a quelle di Roma, che hanno dalla loro parte il fatto di essere più numerose ed estese.
Museo di Capodimonte
Procedete poi con una visita al Museo di Capodimonte, che ospita gallerie di arte antica, una di arte contemporanea ed un appartamento storico.
Successivamente spostatevi sulla collina di San Martino, dalla quale vedrete il panorama più bello e suggestivo di tutta la città!
Lì potrete visitare sia il Castel Sant’Elmo che la Certosa di San Martino. La certosa di San Martino è tra i maggiori complessi monumentali di Napoli; costituisce, in assoluto, uno dei più riusciti esempi di architettura e arte barocca insieme alla Reale cappella del tesoro di San Gennaro. Essa è situata sulla collina del Vomero, accanto a castel Sant’Elmo. All’interno della certosa è situato il museo nazionale di San Martino, dove sono conservate diverse opere che vanno dalla Napoli Borbonica fino al periodo postunitario. Di notevole interesse sono anche le porcellane di Capodimonte e l’arte presepiale che il museo ospita. Nella certosa sono collocate, infine, diverse sculture di Pietro Bernini, come la Madonna col Bambino e San Giovannino ed una tavola, recentemente acquistata dallo Stato italiano, di rilevanza storica per quanto concerne l’evoluzione urbanistica della città: la Tavola Strozzi.
Solfatara e Terme di Agnano
Nel pomeriggio, invece, vi consiglio di spostarvi in zona Pozzuoli per visitare la Solfatara e le Terme di Agnano e di fermarvi a mangiare lì sul lungomare. Ci sono molti ristorantini non turistici che cucinano buon pesce, pizza o anche pub.