Si avete letto bene…una notte sul Vesuvio perchè il Vesuvio, il famoso vulcano tanto bello ed allo stesso tempo minaccioso che sovrasta Napoli, offre un panorama mozzafiato e dei percorsi nel verde niente male.
Ogni anno, in occasione del Plenilunio, che di solito avviene nella metà di luglio, sono solita andare sul Vesuvio per un’escursione notturna tra i percorsi che un tempo hanno visto scendere la lava ed il magma.
Si parte da quota 1000 (per intenderci quasi sul Gran Cono) e si procede per un percorso naturalistico in discesa fino ad arrivare alla Valle dell’Infermo, un grande slargo invaso da depositi piroclasticidove di solito ci accampiamo con teli, chitarre e bonghetti nell’attesa dello spuntare della luna tra due rocce.
La serata è sempre molto suggestiva perchè lì, nel bel mezzo del Vesuvio, delle luci della città si vede solo l’alone in lontananza dietro la città ed è possibile ammirare le stelle!
la prima volta che ci sono stata, due anni fa, è stato in occasione del Plenilunio con luna rossa: uno spettacolo da lasciare i brividi!
Quest’anno, io e Davide abbiamo deciso di ritornarci in un tour guidato organizzato dalla Sire Coop, l’associazione volta a far conoscere Napoli ed i suoi dintorni.
Anche con la Sire Coop siamo partiti da quota mille. Il percorso comincia lungo un sentiero alla base del Gran Cono invaso da depositi piroclastici fino a che non si giunge a delle scale che conducono alla Valle dell’Inferno. Prima della discesa, abbiamo fatto un breve aperitivo con Lacryma Christi del Vesuvio bianco e taralli: niente di più sbagliato: mai bere alcolici prima di un percorso di trekking!
Abbiamo proseguito in discesa tra una fitta macchia di ginestre passando guardando in alto per il suggestivo “Arco Naturale” (soprannominato l’occhio del diavolo) e dove è facile distinguere “Dicchi vulcanici” sulla parete del Monte Somma.
La Valle dell’Inferno rappresenta una delle più suggestive passeggiate del complesso vulcanico Somma-Vesuvio perché è poco battuta e perché qui si vive l’imponenza del vulcano osservando dal basso il Monte Somma e il Vesuvio. Il paesaggio è arido, ricco di licheni e piante erbacee. Infatti, la vallata è parzialmente invasa dalla lingua di lava dell’ultima eruzione del 1944, colonizzata dal lichene Stereocaulon vesuvianum sulla quale l’anno scorso ci siamo divertiti ad arrampicarci e poi scendere di corsa (una sensazione molto simile all’assenza di gravità della luna perchè la morbidezza della lava solidificata permetteva di non fare peso sulle ginocchia e di affondare ad ogni rimbalzo).
Puoi prenotare qui un’escursione nella Valle dell’Inferno.
occhio del diavolo |
Con la Sire Coop, dopo essere giunti alla Valle dell’Inferno, non ci siamo fermati più di tanto perchè uno dei musicisti si era infortunato durante la discesa ed abbiamo proseguito il nostro percorso (dove non eravamo mai stati prima).
Abbiamo imboccato la salita chiamata Strada Matrone che risale agli anni ‘20-’30 e che è panoramico per tutta la sua lunghezza.. Al bivio, lasciata la Strada Matrone, si prosegue lungo uno sterrato che fiancheggia le pendici del Vesuvio. Si raggiungono i Cognoli di Levante sui quali è posta la più bella formazione di lava “a corda” del Vesuvio incisa da una profonda crepa in cui alloggiano numerose specie di felce. Da lì è possibile ammirare tutti i paesi vesuviani dall’alto: Palma Campania, Nola, Pompei, Scafati, Vico Equense..insomma un percorso davvero suggestivo.
discesa lavica dell’eruzione del 1944 |
valle dell’inferno |
Plenilunio |