Lo scorso 18 maggio c’è stato un evento molto bello. La Notte Europea dei Musei, grazie al quale i musei di tutta Europa sono rimasti aperti al pubblico per l’intera notte.
Io ho avuto la fortuna di trovarmi nella mia breve vacanza a Reggio Emilia e ne ho approfittato per visitare la bellissima Galleria Parmeggiani ed una mostra fotografica rock nello spazio Gerra, durante la quale si è tenuto anche un balletto molto alternativo.
Avevo già condiviso alcune foto con Instagram e twitter usando l’hashtag promosso dall’iniziativa #ndmigersitalia13.
Ora, però, voglio mostrarvele nel dettaglio descrivendovi anche meglio sia la Galleria Parmeggiani che lo Spazio Gerra di Reggio Emilia.
Attualmente la Galleria Parmeggiani fa parte del circuito dei Musei Civici di Reggio Emilia, e si può interpretare come un esempio di casa – museo dell’Ottocento. Contiene una collezione di mobili, dipinti e tessuti, unione di tre
differenti collezioni, raccolta tra fine ‘800 e primi del ‘900
dall’eclettico Luigi Parmeggiani (1860-1945) e conservata nel fantasioso edificio gotico-rinascimentale, di stile francese e spagnolo, fatto appositamente costruire dal Parmeggiani nel 1924 per contenere la sua galleria d’arte.
differenti collezioni, raccolta tra fine ‘800 e primi del ‘900
dall’eclettico Luigi Parmeggiani (1860-1945) e conservata nel fantasioso edificio gotico-rinascimentale, di stile francese e spagnolo, fatto appositamente costruire dal Parmeggiani nel 1924 per contenere la sua galleria d’arte.
La collezione raccoglie principalmente tre nuclei di collezioni differenti di provenienza francese:
- una collezione di falsi ottocenteschi di armi e artigianato artistico dell’oreficeria Marcy di Parigi
- dipinti, mobili, costumi e tessuti dalla collezione del pittore – antiquario Leon Y Escosura,
- parte della produzione pittorica di Cesare Detti (1848 – 1919) , collega dell’Escosura e padre di Anna Detti, quindi suocero di Parmeggiani, a cui è dedicata una sala;
- Ad esse si aggiungono pezzi marginali aggiunti da Luigi Parmeggiani.
Vi lascio qualche foto “rubata” qua e là e vi assicuro che ci siamo sentiti come Robin Williams nel film “Una Notte al Museo”, peccato che le statue non si sono animate, ma dalle foto vedrete che ai parmiggiani piaceva raccogliere delle sculture bizzarre ritrovate in Russia per fare il verso alle sculture romane!
Dalla rinascimentale Galleria Parmeggiani, siamo passati poi al modernissimo Spazio Gerra.
Lo spazio Gerra è un complesso dediacato ad esposizioni di arte moderna e durante la notte europea dei musei ha accolto al suo interno un “Dance Project” dal titolo “Transformer” nel bel mezzo dell’esposizione fotografica ROCK’STARS di Mick Rock, che ha visto un’affluenza di visitatori superiore alle 8000 presenze nei soli primi 10 giorni di apertura.
Da David Bowie a Lou Reed da Iggy Pop a Syd Barrett, dai Roxy Music ai Queen, la mostra di Mick Rock presenta 50 scatti memorabili di cantanti rock: immagini che hanno dato vita a copertine di album
fondamentali, scatti rubati dietro le quinte, fotografie cruciali che
segnano in modo indelebile l’estetica del rock e del pop. Idea innovativa della mostra è stato che ogni foto aveva accanto dei foglietti didascalici staccabili che ognuno poteva staccare e conservare.
fondamentali, scatti rubati dietro le quinte, fotografie cruciali che
segnano in modo indelebile l’estetica del rock e del pop. Idea innovativa della mostra è stato che ogni foto aveva accanto dei foglietti didascalici staccabili che ognuno poteva staccare e conservare.
In una cornice così rockeggiante, la danza alternativa degli Agora Coaching Project si è sposata benissimo. Si è trattato di una performance di danza site specific, ispirata alle immagini della mostra
ROCK’STARS in corso ed in cui la trasformazione, la metamorfosi e l’alternatività erano il leit motiv della serata. Il “balletto” è partito dal piano terra per poi spostarsi man mano al primo e poi al secondo piano dello Spazio Gerra, percorrendo il percorso della mostra fotografica.
ROCK’STARS in corso ed in cui la trasformazione, la metamorfosi e l’alternatività erano il leit motiv della serata. Il “balletto” è partito dal piano terra per poi spostarsi man mano al primo e poi al secondo piano dello Spazio Gerra, percorrendo il percorso della mostra fotografica.
Vi lascio alcune immagini, anche se non rendono come la performance in sè per sè.