La pianificazione del viaggio è iniziata con mesi di anticipo ed ho contattato il consolato turco in Italia per chiedere maggiori informazioni sul nostro itinerario, distanze, spostamenti e fattibilità nel farlo da soli. Eravamo intenzionati a scoprire tutto di quelle città e non ci accontentavamo delle solite informazioni destinate ai turisti. Dopo qualche settimana, mi sono arrivate a casa varie brochure cartacee, una mappa della Turchia, una mappa di Istanbul e due guide: una di Istanbul ed una di Bodrum, con tante informazioni utili per organizzare al meglio il viaggio!
Dove dormire
Il nostro arrivo ad Istanbul non ha riscontrato nessun problema ed all’aeroporto c’era il transfer dell’hotel ad aspettarci con un foglio in mano con i nostri nomi.Ha caricato noi ed una coppia di spagnoli e ci ha portati all’hotel. Un hotel davvero molto molto bello, in pieno stile turco.
Un trattamento davvero rigenerante, perfetto da fare dopo una giornata stancante in giro per la città. Ed infatti era diventato un po’ la nostra routine serale dopo l’escursione giornaliera per rimetterci in sesto prima della cena.
L’indomani abbiamo iniziato il nostro tour de force alla scoperta della città.
Per visitare e scoprire Istanbul, vi consiglio di trascorrerci almeno 5 giorni, in modo tale da dedicare ogni giorno alla visita di un quartiere diverso della città, e scoprire angoli diversi di questa metropoli così affascinante.
PRIMO GIORNO A ISTANBUL
Il Topkapi Palace
Noi abbiamo deciso di iniziare ad esplorare Istanbul dal suo centro storico, il quartiere di Sultanahmet, dove si trovano alcuni tra gli edifici più famosi della città, come il Topkapi Palace, la Moschea Blu, la Cisterna Basilica e la Moschea di Santa Sofia. Siamo partiti di buon’ora dalla visita del Topkapi Palace, uno dei più antichi palazzi Ottomani dell’antica Costantinopoli, che attualmente è adibito a museo e contiene gli splendidi manufatti che formano il tesoro del sultano.
Abbiamo seguito il consiglio della nostra guida cartacea sulla quale era consigliato di visitare come prima cosa il Topkapi Palace e di farlo di buon’ora per evitare i gruppi. Ed in effetti è stato un ottimo consiglio perché non abbiamo atteso molto per entrare, mentre quando siamo usciti, verso ora di pranzo, c’erano file chilometriche.
Consiglio anche a voi di recarvi la mattina presto al Topkapi Palace e di acquistare con anticipo il biglietto per saltare la fila.
Il Topkapi è un insieme eterogeneo di chioschi, harem, cortili, corridoi e belvedere che nasce dalle continue modifiche e ampliamenti introdotti dai diversi sultani, è inframmezzato da 3 corti, ampi cortili abbelliti da giardini rigogliosi e fontane, nel migliore stile moresco.
Ho trovato molto affascinante anche la sala che era adibita ad Harem, dove vivevano tutte le concubine del Sultano. La troviamo in un edificio separato dal corpo centrale del palazzo, adiacente ad un altro palazzo reale pieno di piccole stanze ed affreschi con il blu, dove risiedevano tutte le concubine del re.
Attualmente, delle centinaia di stanza e camere del Palazzo, sono accessibili al pubblico solo le più importanti, dove è possibile vedere un vastissimo assortimento di vestiario, armi, armature, miniature, reliquie religiose (come il Burda, il mantello verde di Maometto proveniente dal paradiso) e manoscritti illustrati.
Attraverso questa visita è possibile risalire allo stile di vita dei sultani dell’antico impero ottomano. Il palazzo Topkapi ha una veduta mozzafiato sul Bosforo e sul Corno D’Oro, che vale la pena vedere.
Il Palazzo fu costruito per volontà di Maometto II sul cosiddetto “Promontorio del Serraglio” per dominare sulla città di Costantinopoli (l’attuale Istanbul). Era originariamente conosciuto come Yeni Saray (Nuovo Serraglio/Palazzo) in contrapposizione al “Vecchio Palazzo” che i turchi avevano ereditato dagli imperatori bizantini. Venne ribattezzato “Topkapı” (che vuol dire “Cancello del Cannone”) solo nel XIX secolo.
Abbiamo trascorso circa tre ore all’interno del palazzo, tutte molto interessanti.
La Basilica di Santa Sofia
La Basilica di Santa Sofia si trova quasi di fronte all’uscita del Topkapi Palace e la noterete quasi subito per le enormi ciminiere. Eh già, perché questa Basilica Cristiana fondata nel 537 e dedicata alla Divina Sapienza (Haghìa Sophìa), è stata negli anni anche una moschea (di preciso dal 1453 al 1935), poi successivamente trasformata in museo.
Dal 10 luglio 2020, con decreto presidenziale, è nuovamente aperta al culto islamico.
Queste numerose trasformazioni la rendono davvero unica nel suo genere.
Io l’ho visitata nel periodo in cui era museo e, proprio per questo motivo, a differenza delle altre moschee, richiedeva un biglietto d’ingresso e rispettava dei giorni di chiusura (che era il martedi).
L’aspetto esteriore ed interiore è quello di una moschea, ma all’interno, almeno fino a quando era museo, c’erano dei bellissimi mosaici cristiani. La sua bellezza è davvero disarmante ed io sono rimasta davvero affascinata dal suo essere interamente tempestata d’oro in un lussuoso barocco.
Il suo aver cambiato denotazione più volte nel corso degli anni, la rendono davvero un luogo unico!
Un dettaglio che non passa inosservato è la presenza dell’aureola sul capo dei due imperatori. Le loro figure sono in questo modo sacralizzate e avvicinate a quelle centrali della Madonna e del Bambino, come se sacro profano si avvicinassero e allontanassero in un continuo divenire di questa Moschea/Basilica.
La Moschea Blu
La Moschea Blu, il cui nome deriva dalle oltre 21.000 piastrelle di ceramica turchese inserite nelle pareti della cupola, che provengono dalla città di Nicea, l’attuale İznik.
E’ la moschea più importante di Istanbul, oltre ad essere la terza più grande del mondo, dopo La Mecca e la Moschea di Hassan II di Casablanca. Il suo nome in lingua turca è Sultanahmet Camii, ovvero Moschea del Sultano Ahmed e venne inaugurata nel 1617 durante il mandato di Mustafa I. Pensate che la sola cupola misura 23 metri di diametro e 43 metri d’altezza, e possiede ben sei minareti!
La Moschea Blu, essendo tappa fissa per tutti i turisti che visitano Istanbul, è attrezzata per il turismo e prevede il doppio ingresso: per i musulmani in preghiera e per i turisti. Nell’ingresso riservato ai turisti, è possibile prendere in prestito dei teli per coprire il capo delle donne e le gambe sia delle donne che degli uomini in pantaloncini, e visitare la moschea nel pieno rispetto delle regole musulmane.
Infatti, è assolutamente vietato entrare nelle moschee con capo o gambe scoperte e con le scarpe.
Noi per fortuna eravamo già preparati ed attrezzati alle visite delle moschee con tutto l’occorrente: avevo portato con me in borsa un pareo per coprire le gambe, un foulard per il capo e dei fantasmini per evitare di camminare a piedi scalzi sulla mouquette della moschea, che reputo poco igienico.
Che dire, la Moschea Blu è spettacolare: davvero incantevole! A differenza delle nostre chiese e cattedrali è tutta aperta e quindi riesce a far vedere meglio la sua profondità e le foto parlano da sole!
Antico Ippodromo Bizantino
La nostra visita è proseguita poi per l’antico Ippodromo bizantino, proprio di fronte alla Moschea Blu, nel distretto di Fatih (che coincide con la città murata).
Dell’Ippodromo edificato da Settimio Severo agli inizi del III secolo ora ne rimangono pochi resti, ma è ancora visibile una parte dei monumenti che ne decoravano il centro: l’Obelisco di Teodosio, la Colonna serpentina in bronzo, oltre alle vestigia della curva a sud-est.
I resti dell’antico Ippodromo si trovano oggi in uno spiazzo lungo 400 metri che costeggia lateralmente la Moschea Blu chiamato l’At Meydanı (Piazza dei Cavalli in turco), che un tempo costituiva il vero centro di Costantinopoli. E’ qui, infatti, che si svolgeva la vita della città: si svolgevano i giochi e le corse con le bighe, si celebravano le feste e le manifestazioni politiche.
Al centro dell’Ippodromo correva la cosiddetta spina, una specie di muretto che divideva l’arena in due piste. La parte superiore della spina era piena di statue e opere d’arte. Solo tre di queste sono visibili a tutt’oggi: l’Obelisco di Teodosio (un monolito di porfido alto 26 metri, decorato con geroglifici e proveniente dall’Egitto), la Colonna Serpentina (che Costantino portò qui dal Santuario di Apollo a Delfi), e la Colonna di Costantino VII (alta una trentina di metri ed un tempo decorata con lastre di bronzo dorato).
Quindi, se vi aspettate di trovare un vero e proprio Ippodromo, ahimè, resterete delusi!
Cisterna Basilica – Yerebatan Sarnici
Successivamente ci siamo diretti verso l’antica Cisterna-Basilica bizantina Yerebatan, anch’essa a pochi passi dall’Ippodromo, dalla Moschea Blu e da Ayasofia,
Istanbul è piena di cisterne, ma noi, avendo solo 5 giorni a disposizione e dovendo scegliere tra i suoi tanti quartieri e monumenti,
abbiamo deciso di visitarne solo una ed abbiamo deciso di visitare la cisterna sotterranea più grande e più suggestiva di Istanbul.
La Cisterna Yerebatan, anche conosciuta come Cisterna Basilica, situata a sudovest di Santa Sofia, è una cisterna sotterranea, costruita dall’imperatore bizantino Giustiniano alla fine del XIX secolo, ed è nota per le sue numerose colonne di marmo che sorgono in acqua (tutte illuminate da una luce artificiale che crea un effetto molto suggestivo).
La sua visita è davvero molto suggestiva e vi fa subito capire perché è chiamata Cisterna Basilica: l’illuminazione particolare, le colonne che si riflettono sull’acqua, danno una sensazione quasi mistica, ricordando quella di una chiesa sommersa!
Questa cisterna oggi si presenta come un enorme spazio sotterraneo di circa 140 metri per 70, in cui trovano spazio dodici file di 28 colonne alte 9 metri e distanziate l’una dall’altra di 4,90 m. con capitelli che sono un misto tra gli stili ionico e corinzio, con alcune eccezioni di dorico o addirittura di colonne non decorate. Le colonne furono radunate dai siti più diversi ed antichi.
Molto suggestive, poi, le due enormi teste di gorgone rovesciate, capolavori della scultura romana, che fanno da base a due delle colonne di sostegno della volta al fondo della cisterna, provenienti probabilmente da un arco monumentale del foro di Costantino, ed una colonna che trasuda lacrime, anch’essa molto suggestiva.
Ai tempi dell’imperatore, la cisterna era alimentata dall’acquedotto di Valente, un acquedotto, tra i più lunghi della romanità, che portava acqua fin dalla foresta di Belgrado e poteva contenere fino ad 80 milioni di litri d’acqua e riforniva di acqua il palazzo grande dove dimorava l’imperatore, ma venne utilizzata anche in epoca Ottomana per l’irrigazione dei giardini del palazzo Topkapi. Una visita breve, intensa e suggestiva. Vivamente consigliata.
La Basilica Cisterna è gestita direttamente dalla municipalità di Istanbul, ed il biglietto d’ingresso ha un costo di 20 TL (circa 4 euro). I minori di 7 anni non pagano l’ingresso, ma è necessario mostrare all’entrata un documento che dimostri l’età del minore.
La Cisterna è aperta tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 19:00, tranne nei giorni festivi in cui apre alle ore 13:00.
La Piccola Aya Sofia
Abbiamo terminato la giornata con una visita alla piccola Ayasofia, poco più vanti, precedentemente chiamata chiesa dei Santi Sergio e Bacco. Si tratta di una ex-chiesa bizantina convertita in moschea dopo la conquista ottomana di Costantinopoli, che non ha nulla a che vedere con la grande Ayasofia, ma è caratteristico il quartiere in cui si trova, che ricorda un piccolo villaggio di pescatori. Viene chiamata piccola Santa Sofia per affinità architettoniche con la vicina basilica di Aya Sophia.
Il Grand Bazar
Prima di rientrare in hotel, siamo andati a fare shopping nel Grand Bazar, uno dei mercati coperti più grandi e antichi del mondo, con 61 strade coperte e oltre 4.000 negozi, spesso considerato uno dei primi centri commerciali del mondo.
Il Grand Bazar si trova all’interno della città murata di Istanbul, nel distretto di Fatih e nella mahalle che porta lo stesso nome, e si estende da ovest a est tra le moschee di Beyazit e Nuruosmaniye.
Le sue origini risalgono al 1455, quando Maometto II fece costruire vicino al suo palazzo il vecchio bazar (Eski Bedesten). Pian piano, inotrno al vecchio bazar cominciarono a sorgere laboratori artigianali e botteghe artigiane, che diedero vita a vicoli che si distinguevano per corporazioni, fino ad arrivare al complesso odierno.
Nel Grand Bazar di Istanbul troverete di tutto: artigianato locale, tappeti, pellame, oro, borse, ed abiti contraffatti. Esattamente come per i souq, le stradine sono divise per attività commerciale e c’è il rischio di perdersi tra i labirintici vicoli da cui è contraddistinto.
Esattamente come per i souq, le stradine sono divise per attività commerciale e c’è il rischio di perdersi tra i labirintici vicoli da cui è contraddistinto. Non abbiate paura di farlo, perdetevi pure tra i vicoli del Grand Bazar e respirate tutta la magia di questo angolo così tipico e caratteristico di Istanbul. Ovviamente fatelo di giorno e mai da soli, onde evitare spiacevoli incontri.
Non dimenticate mai di contrattare sul prezzo. Ad Istanbul sono dei bravi commercianti e proveranno a vendervi qualsiasi oggetto al triplo del suo valore. Sta a voi essere bravi nel contrattare nel prezzo e riuscire a portarvi a casa l’oggetto dei vostri sogni ad un prezzo incredibile.
SECONDO GIORNO A ISTANBUL
Moschea di Eyup
Nella nostra seconda giornata di visita a Istanbul ci siamo diretti verso la moschea di Eyup, uno dei luoghi più suggestivi e religiosi di Istanbul, considerato dopo la Mecca e Gerusalemme, il terzo luogo sacro ai pellegrini del mondo islamico. La sua celebrità è dovuta al fatto che qui è sepolto il portabandiera del profeta Maometto, Eyüp-ül-Ensârî- Halit Bin Zeyd, colpito a morte e sepolto nel campo di battaglia durante il primo assedio di Costantinopoli da parte degli arabi nel 669.
L’aura religiosa di Eyup si respira da subito: non attrezzata per i turisti, ma piena di musulmani raccolti in preghiera. A dire la verità, noi eravamo gli unici Occidentali ad esserci diretti fin lì ed è stato davvero molto strano, ma allo stesso tempo molto affascinante.
Ci siamo arrivati a piedi dal centro storico in circa una 20ina di minuti, ma volendo, ci sono anche tram ed autobus che da Sultanahmet (dove avevamo l’hotel) arrivano fino ad Eyup.
Appena arrivati, abbiamo respirato subito l’aria meno turistica e più religiosa del luogo. C’era molto silenzio e tanto ordine. Ci siamo sentiti quasi dei pesci fuor d’acqua capitati come per caso nel posto sbagliato.
Prima dell’ingresso ad Eyup, una donna islamica mi ha aiutato a mettere il velo sul capo alla loro maniera, senza il quale non sarei potuta entrare.
Anche nella Moschea di Eyup ci sono due ingressi, ma a differenza della Moschea Blu, non sono divisi tra musulmani e turisti, ma tra uomini e donne. Infatti, gli uomini devono entrare da un lato mentre le donne dall’altro. E così, anche io ed il mio compagno siamo entrati da due ingressi diversi, per rincontrarci poi all’interno della Moschea.
L’abbiamo visitata in silenzio, cercando di non disturbare troppo i musulmani in preghiera. Eravamo gli unici turisti ed eravamo un po’ a disagio.
Terrazza di Pierre Loti
Io l’ho trovato un luogo davvero magico: lontano dal caos cittadino, ma da quale si ha il pieno controllo su tutta la città. Il luogo perfetto dove rilassarsi osservando i tramonti più belli di tutta Istanbul. E poi, non mi dite niente, ma il richiamo delle Moschee durante il Ramadan è davvero molto emozionante.
Mi sono quasi incantata ad osservare il panorama mentre le moschee echeggiavano tra loro da un lato all’altro della città.
Da Pierre Loti, per ritornare giù sulla strada principale, abbiamo preso la nota funicolare di Istanbul, che arriva fin giù al mare.
Crociera in battello sul Bosforo
La sera avevamo prenotato la gita in battello sul Bosforo, per vedere dal mare la riva Europea e la riva Asiatica di Istanbul, l’architettura tradizionale della città dal mare e quella moderna del ponte sospeso Bogazici che collega l’Europa con l’Asia.
Istanbul vista dal mare è una città magica. Sembra quasi una città occidentale se non fosse per le ciminiere delle moschee che spuntano dallo skyline cittadino rendendola una città davvero unica ed affascinante!
Il consiglio è di non rinunciare alla gita sul Bosforo, è tra le esperienze più belle ed emozionanti da fare in città.
Noi l’abbiamo fatta al tramonto, scegliendo la gita in battello con guida che spiegava man mano i monumenti affacciati sul Corno D’Oro e sul Bosforo, ma è possibile prenotare anche la gita in battello con cena.
TERZO GIORNO A ISTANBUL
Il palazzo Dolmabahçe
I tram passano piuttosto frequentemente e sono molto comodi per muoversi per Istanbul. Ad ogni fermata ci sono le colonnine per poter acquistare il biglietto, che poi va obliterato all’interno.
Incastonato in una stupenda insenatura tra Kabatas e Besiktas, tutto in stile barocco – sontuoso e ricco fino all’inverosimile – il Dolmabahçe fu voluto dal sultano Abdulmecit per ribadire la supremazia di un Impero Ottomano oramai in declino, nel 1856.
Poichè nel palazzo erano vietate le foto, non me ne duolete se solo queste le ho scaricate da internet.
Ma vi consiglio assolutamente la visita perché questo lussuoso palazzo è davvero molto affascinante e vi farà scoprire un altro po’ di quella che è stata la storia di Istanbul. Questo palazzo, infatti, costruito tra il 1843 ed il 1856 per il sultano Abdul Mejid, è stato il primo palazzo in stile Europeo di Istanbul. E’ situato sulla riva europea del Bosforo, sul quale ha una veduta privilegiata ed è lussuoso già dall’esterno.
Il palazzo fu il principale centro amministrativo dell’Impero Ottomano dal 1856 al 1922 fatta eccezione per un breve periodo in cui fu usato il Palazzo di Yildiz. Dal 1984 è invece diventato un museo visitabile che ripercorre la storia dell’Impero Ottomano e della nuova Repubblica.
Quartiere di Ortaköy e zona asiatica
Arrivati nella zona asiatica, però, il nostro entusiasmo è stato smorzato. Infatti lì nessuno parlava inglese e non riuscivamo a farci capire! La cartina era tagliata e…ci siamo accontentati di una breve passeggiata a destra e sinistra della riva per poi tornare, delusi, nella zona europea!
QUARTO E ULTIMO GIORNO A ISTANBUL
Quartiere Beyoglu e Piazza Taksim
Come accennato, siamo ritornati ad Istanbul l’ultimo giorno di vacanza ed abbiamo alloggiato all’Hotel Tulip City Taksim, nel quartiere Taksim, che non avevamo visto nei primi 3 giorni a Istanbul, se non di sera.
Il quartiere Beyoglu, molto movimentato di sera perché pieno di localini, è molto bello e caratteristico anche di giorno. Immancabile una passeggiata lungo Istiklal Caddesi, la principale via dello shopping con il famoso tram che passa in mezzo alla gente e lungo la quale troverete varie gelaterie che preparano i gelati all’aperto alla turca. Se non sapete cosa vuol dire “gelato a la turca”, non potete assolutamente perdervi questo spettacolo! In pratica con una sorta di forchettone gigante agguantano il gelato e lo fanno roteare in aria tipo lazzo del cowboy, ed il gelato sembra un chewingum… anche nel sapore purtroppo!
Vi consiglio di salirci al tramonto come abbiamo fatto noi perché così potete vedere il panorama sia di giorno che di sera ed il tramonto sul mare.
E con questo, la nostra vacanza a Istanbul è terminata.
CONSIGLIATA: SI
PERIODO MIGLIORE: PRIMAVERA
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